parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 16 luglio 2023

15ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Isaia 55,10-11; Salmo 64; Romani 8,18-23; Matteo 13,1-23.

Festa di Maria del Monte Carmelo.

Dal Vangelo di Matteo 13, 1-23

1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. 15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! 16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».


RINGRAZIAMO IL SIGNORE PER IL DONO DI VIVERE CON LUI


Gesù parlò loro di molte cose con parabole. E disse:
«Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava,
una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono»

 

Gesù, un seminatore molto particolare

Con questa parabola del seminatore, Gesù parla di sé e di quelli che si lasciano coinvolgere da lui. Il seme che sparge a piene mani è la parola di Dio, che egli è venuto a rivelarci. Una parola preziosa che vuole fecondare il nostro mondo, far nascere e moltiplicare i sentimenti stessi di Dio nel cuore degli uomini. Questo seminatore può apparirci sbadato o sciupone: fa cadere il seme anche sulla strada, non vede che quell’altro terreno è pieno di pietre o pieno di spine. C’è anche il terreno buono. Ma egli getta il seme dappertutto.

Questi terreni duri come la strada, o sassosi o pieni di spine li conosciamo. Il terreno duro di quelli che pensano di vivere solo per se stessi, il terreno pieno di pietre che non ha profondità come la realtà della nostra una società digitale, con tante notizie che ci raggiungono senza riuscire a capire granché; il terreno pieno di spine che non permette agli altri di avvicinarsi, di essere ascoltati, di essere accolti; e poi c’è il terreno buono di chi è disponibile, ad accogliere e ad aiutare.

La forza del seme e l’urgenza di intervenire

Ma questi sono i nostri criteri. Quel seminatore – Gesù - crede nella forza del seme con cui vuole fecondare questo mondo, sente l’urgenza di fronte a queste diverse situazioni di divisione, di lotte, di guerre, di persone che giacciono abbandonate e che rendono questo mondo disumano, violento. Non si può lasciarlo così. Non a caso la pagina del vangelo inizia dicendo che Gesù uscì di casa, da una barca si mette a parlare di molte cose con parabole. Le parabole partono da immagini della vita quotidiana per essere comprese facilmente da tutti e scoprire il pensiero e l’agire di Dio.

Gesù non è uno sbadato e nemmeno un ingenuo, egli semina la sua parola nel cuore di tutti, sapendo di rischiare, ma non smette di aver fiducia. Egli spera che la sua parola possa trovare spazio e fare frutti di benevolenza, di apertura a tutti, di amicizia, di dialogo, di vicinanza ai dimenticati, a quelli che sono nel dolore. Gesù è mosso dallo Spirito, una forza di amore che spinge; e cerca seminatori aperti allo Spirito che si uniscono a Lui nella semina.

L’attesa di quanti sono nell’angoscia e nel dolore

L’apostolo Paolo parla di «ardente aspettativa della creazione, protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8,19). C’è un’attesa di cambiamento di quelli che sono nell’angoscia, nel dolore, abbattuti. I figli di Dio sono coloro che si lasciano guidare dallo Spirito e il seme che essi portano produce i frutti dello Spirito: pace, bontà, gioia, amore, comprensione, pazienza. Guardiamo con gli occhi di Gesù questa nostra società, il bisogno di cambiamento, di apertura agli altri, la situazione dura e pesante provocata dalla guerra.

Guardiamo con attenzione, ascoltiamo le invocazioni di aiuto e comprenderemo perché il seminatore prova a spargere il seme di vita dappertutto. Non è sciupone, non è sbadato, non è ingenuo. È uno che ama e perciò semina largamente. Papa Francesco ci ricorda che questo tempo è tempo di semina larga del Vangelo, una parola che parla a persone diverse per età, per cultura, per provenienza, per condizione sociale o per religione o anche senza religione.

Seminatori con Gesù, stando accanto a Lui

Tanti frutti di vita sono germinati in diverse situazioni, in diversi quartieri e città, in tante parti del mondo. Questo lavoro di semina non è solo per alcuni specialisti; tutti coloro che accolgono il seme e lo fanno fruttificare, sono idonei ad essere seminatori accanto a Lui, il Signore, il primo seminatore.

Tanti frutti germinati in questo tempo ci dicono che si può seminare in ogni realtà, in ogni situazione trovando spazio nel cuore delle persone più diverse. Moltiplichiamo il lavoro del primo seminatore che cammina davanti a noi perché tanti possano essere liberati da una vita angusta, ripiegata su di sé e aprirsi alla vita accogliente tra fratelli e sorelle, tutti membri dell’unica famiglia umana.

Intenzioni di preghiera

1) Perché camminiamo con rinnovata speranza per le strade del mondo, con pazienza e benevolenza verso tutti, certi che il Signore farà germogliare e dare frutto al seme gettato.

2) Per il dono della Parola di Dio gettata con abbondanza nel nostro cuore: perché ci aiuti ad essere liberi nello spirito e universali nel cuore e a restituire con gioia quello che abbiamo ricevuto. Per la protezione della Comunità dal male.

3) Perché il seme della Parola sia sparso con abbondanza nella vita del nostro tempo. Per l’opera evangelizzatrice della Chiesa e la predicazione di Papa Francesco che invita a scoprire il volto di Dio nei fratelli più poveri. Per il nostro vescovo Domenico.

4) Per tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla miseria in cerca di futuro. Per le famiglie che, attraverso i Corridoi umanitari, giungono in sicurezza in Europa. Perché i nostri paesi rifiutino la cultura dell’indifferenza e si prendano cura di questi nostri fratelli e sorelle.

5) Per l’Ucraina, il Ciad, il Sud Sudan e per tutti i paesi feriti dalla guerra e dalle divisioni.