parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 9 luglio 2023

14ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Zaccaria 9,9-10; Salmo 144; Romani 8,9.11-13; Matteo 11,25-30.

 

Dal Vangelo di Matteo 11, 25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


RINGRAZIAMO IL SIGNORE PER IL DONO DI VIVERE CON LUI


Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Imparate da me, che sono mite e umile di cuore.»

 

Tanti motivi che abbiamo per ringraziare il Signore

La pagina del Vangelo di oggi è una preghiera di ringraziamento che Gesù fa al Padre suo dinanzi ai frutti del suo cammino in mezzo agli uomini. Ha incontrato tante difficoltà e rifiuti da parte dei capi religiosi, ma con gioia vede tutti i piccoli, i deboli, i malati, le persone semplici, quelli che hanno chiesto aiuto e lui si è chinato su di loro e ha fatto scoprire l’amore gratuito del Padre suo, un amore che fa rialzare, che fa rinascere, che aiuta a riprendere il cammino.

È una preghiera bella che possiamo fare nostra. La liturgia che celebriamo, l’Eucaristia, è un ringraziamento al Signore perché ci raccoglie, ci parla con la sua Parola e perché ci chiama a vivere con lui la sua stessa esperienza. Il vivere come discepoli del Signore non è un fare qualunque o fare delle buone azioni; è molto di più, è diventare partecipi della vita stessa di Dio che in Gesù ci viene rivelata.

Dio sceglie i piccoli per confondere i sapienti di questo mondo

Abbiamo da ringraziare il Signore per i tanti incontri con i piccoli, con le persone che secondo i criteri della nostra società non contano, non valgono molto, sono dimenticati e spesso sono allontanati o lasciati soli. È un dono per noi poterli incontrare, poterli conoscere, donare loro un po’ dell’amore del Signore che è stato riversato in noi e che a nostra volta cerchiamo di riversare negli altri.

Gesù dice al Padre: «Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza». Queste sono le scelte di Dio che salvano noi e gli altri: salvano da una vita spesa solo per se stessi, salvano tanti da una vita dura e pesante, riuniscono nell’unica grande famiglia umana come figli dell’unico Padre. Le scelte di Dio partono dai piccoli, dai fragili, per rendere più umano questo mondo, per renderlo migliore, liberato dalle tante divisioni, ingiustizie, sofferenze.

Gesù ci rivela l’amore del Padre suo

Attraverso Gesù noi conosciamo il Padre, un padre misericordioso, quello che va in cerca della pecora perduta, quello che accoglie con gioia il figlio che si era perso dietro i miraggi di questo mondo. Questo è l’amore del Padre suo che Gesù ci ha rivelato, lo ha riversato nei nostri cuori, come ci ricorda l’apostolo Paolo: «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Un amore che trasforma.

Noi sperimentiamo che il giogo di Gesù è dolce e il suo peso è leggero. Bisogna cambiare il giogo: dal giogo di questo mondo al giogo di Gesù. Egli esige anche di più da quello del mondo, ma in modo diverso, esige l’essenziale: l’amore che libera e fa vivere. Non siamo soli, non giriamo attorno a noi stessi ma ci diventiamo partecipi della costruzione di un mondo dove si curano i rapporti, dove si fa crescere l’amicizia, dove facciamo spazio al regno di Dio.

I miti e gli umili di cuore preparano il regno di Dio

Il Signore ci fa vivere tanti momenti nei quali si rendono visibili questi frutti dell’amore di Dio, che uniscono tante etnie, tante lingue, tante storie, tante culture. Sono visioni del regno di Dio che viene. Metterci al seguito di Gesù significa lavorare con lui per cambiare questo mondo. Per questo c’è bisogno di alimentare il nostro rapporto con lui nutrendoci della sua Parola come nostro cibo quotidiano. È un cibo che ci rende umili di cuore, cioè ci libera dalla prigionia dell’io e ci avvicina gli uni agli altri; ci rende miti e la mitezza ci fa crescere nell’amicizia, ci fa accumulare tesori di amicizia, di amore gratuito, tanto prezioso per la società nella quale viviamo.

Vivere educati dalla Parola del Signore significa imparare da Gesù ad essere miti e umili di cuore, sentimenti che danno “ristoro”, sollievo, riposo interiore; rendono più sinceri i rapporti con gli altri, creano unione, fraternità, aprono vie che portano alla pace, rendono noi stessi operatori di pace. Si moltiplichino gli operatori di pace e si affrettino giorni di pace attesi dai tanti che vivono nei paesi in guerra.

Intenzioni di preghiera

1. Perché il Signore ci renda umili e confidenti in lui. Guardi con amore tutta la nostra Comunità, benedica i frutti del suo lavoro e la protegga da ogni male.

2. Per chi è affaticato e stanco, solo, senza speranza; per coloro che sono colpiti dalla violenza, dalla fame, dalla malattia. Perché il Signore doni loro ristoro.

3. Per Papa Francesco, perché i suoi gesti e la sua predicazione profetica possano raggiungere tanti in questo tempo difficile e cambiare i cuori, aprendoli alla compassione, alla misericordia, alla fratellanza. Per il nostro vescovo Domenico.

4. Per chi in questo periodo estivo è più solo, per gli anziani, per i malati e i carcerati. Perché non ci dimentichiamo di loro e tutti trovino conforto e consolazione. Per gli anziani deceduti nell’incendio divampato in una Rsa a Milano, per tutti i feriti.

5. Per tutti i popoli che soffrono, per quelli che sono sprofondati in un mondo senz’amore, nella cultura della violenza e della guerra. Per l’Ucraina e perché la missione di pace del Cardinale Matteo Zuppi porti frutti di riconciliazione e di dialogo.