parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 2 luglio 2023

13ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: 2Re 4,8-11.14-16; Salmo 88; Romani 6,3-4.8-11; Matteo 10,37-42.

 

Dal Vangelo di Giovanni 3, 16-18

Gesù disse ai suoi apostoli: 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».


CAMMINIAMO CON LA FORZA DELL’AMORE DI DIO


Gesù disse agli apostoli:
«Chi avrà perduto la via per causa mia, la troverà»

 

L’amore di Dio può spostare le montagne di divisioni e di violenza

Come svegliarsi dalla rassegnazione di fronte alle notizie di violenza così frequenti, di fronte all’abitudine con cui accettiamo la guerra quasi come uno strumento per risolvere i conflitti, di fronte all’indifferenza per le tante morti in mare? Siamo troppo rassegnati di fronte alla logica di questo mondo, di fronte alle divisioni, alle ingiustizie, alle violenze fra le persone.

C’è bisogno di aprirci ad un amore che va ben oltre i confini dei nostri affetti. È l’amore di cui parla Gesù ai suoi discepoli nell’inviarli a portare il suo vangelo agli uomini del proprio tempo. Non basta l’amore che conosciamo verso i nostri parenti, l’amore verso il padre o la madre o verso i propri figli. C’è bisogno dell’amore che viene da Dio, che Gesù ci manifesta in modo concreto, con parole, con gesti, con le sue azioni.

Radicarci nell’amore che viene da Dio

È un amore radicale che supera quello per i propri familiari e anche l’amore che abbiamo per noi stessi e per la nostra vita. Il nostro amore naturale è un amore limitato, l’amore che viene da Dio non ci fa tenere per noi stessi la propria vita ma ci spinge a spenderla per gli altri. La vita che abbiamo è un dono da spendere per gli altri.

C’è bisogno di radicarci e fondarci in questo amore al quale non finiremo mai di aprirci. L’apostolo Paolo parla di «riuscire ad afferrare la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo così da riempirci della totale pienezza di Dio» (Ef 3, 17-19), così che questo amore ci spinga all’incontro con gli altri mossi dai nuovi sentimenti che il Signore ci dona e che ci chiama a vivere.

Metterci in ascolto e compiere gesti di misericordia

Questo amore ci spinge ad andare, ad esortare, ad ascoltare i dubbi e le perplessità di tanti che cercano, ad esercitare la misericordia con gioia, a sentire le invocazioni di tanti che aspettano giorni di pace. Invocazioni che salgono da tante parti del mondo. C’è bisogno della preghiera fatta con insistenza, c’è bisogno anche di tanti gesti, di aiuti concreti che portano sollievo a colo che sono nel bisogno; sono gesti di accoglienza dinanzi alle loro invocazioni. Anche il piccolo aiuto che ciascuno può dare, unito a quello degli altri è importante. Gesù dice che «chi avrà dato anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli non perderà la sua ricompensa» (Mt 10,42).

Quanti giorni sono passati dall’invasione dell’Ucraina, quante morti, quante distruzioni, dolori e angosce per i bombardamenti. Quanto è urgente la pace e quanto conta il legame che ci unisce al Signore Gesù, al Padre suo che sta nei cieli perché la nostra preghiera giunga al cielo. Questo legame ci comunica una passione più forte per comunicare il Vangelo ai tanti che aspettano una parola che consola, che fa rinascere la speranza; ai tanti che attendono gesti di vicinanza, di aiuti concreti, bisognosi di tutto.

La dignità dei discepoli viene dal rapporto col Signore

La dignità dei discepoli poggia sulla dipendenza da Gesù. La parola che portano è quella stessa di Gesù, a loro è affidata la parola di Dio, le loro opere sono opere di Dio, i loro atti riflettono l’agire di Dio. La presenza di Dio determina ogni cosa nella comunità. Di questo erano consapevoli le prime comunità che si muovevano con questa forza che viene dal Signore.

Il Signore ci spinge a guardare oltre noi stessi, oltre il nostro piccolo mondo per vivere con gioia la bellezza della vita spesa per comunicare il vangelo. Accompagniamo con la preghiera la missione affidata dal papa al cardinale Matteo Zuppi; le speranze suscitate dai primi dialoghi possano trovare nuovi sviluppi, nella ricerca paziente di vie di comunicazione, che tocchino i cuori e si aprano all’incontro e al dialogo fruttuoso che giunga alla pace.

Intenzioni di preghiera

1) Perché la Parola di Dio ci guidi per essere discepoli capaci di guardare oltre se stessi e il proprio piccolo mondo, per rispondere alle attese profonde di speranza e futuro che si alzano da tanti angoli della terra.

2) Per la Chiesa di Dio, per la sua missione e perché sia nel mondo testimonianza della bellezza della vita spesa a servizio del Vangelo e per la salvezza degli uomini. Per Papa Francesco. E per il nostro vescovo Domenico.

3) Perché ogni generazione sia rinnovata dalla Parola di Dio. Per i più giovani perché vivano con entusiasmo e passione la forza dei sogni del Vangelo.

4) Perché giunga la pace in Ucraina e cessi ogni inutile spargimento di sangue, lì come in tanti altri luoghi dove si combatte. Per la missione del Cardinale Matteo Zuppi e perché tutti siamo perseveranti nella preghiera e nella ricerca della Pace.

5) Per i profughi, per chi cerca un approdo sicuro, perché per loro sia possibile un futuro diverso nell’accoglienza, nella sicurezza e nel rispetto dei loro diritti.