parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25 giugno 2023

12ª Domenica Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Geremia 20, 10-13; Salmo 68; Romani 5, 12-15; Matteo 10, 26-33.

 

Dal Vangelo di Matteo capitolo 10, versetti da 26 a 33

Gesù disse ai suoi apostoli: 26Non abbiate paura di quelli che si oppongono a voi, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.


NON AVER PAURA DI SPENDERE LA NOSTRA VITA PER IL VANGELO


Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo».

 

Non abbiate paura di fronte alle forze del male

Gesù ci riunisce attorno a sé come ha fatto con quei primi discepoli e anche a noi affida lo stesso compito: continuare l’opera che egli ha iniziato, annunciare con le parole e la vita il Vangelo ricevuto. Dalla parola di Dio viene la pace. Quanto oggi c’è bisogno di pace! L’attendono i popoli prigionieri della guerra, l’attendono i poveri, i profughi, quelli che fuggono da paesi dove manca il necessario per vivere, l’attendono quelli che sono perseguitati per la loro fede.

È facile sentirsi inadeguati di fronte alle forze del male, di fronte al vasto mondo. È facile provare paura, smarrimento per la sproporzione fra le nostre forze e quelle di coloro ai quali andare incontro. Nella pagina del vangelo di oggi per ben tre volte Gesù anche a noi: «non abbiate paura!». Pensiamo al coraggio dei cristiani perseguitati in questo tempo in vari luoghi – Pakistan, Nigeria, Somalia, India – per citarne solo alcuni. Anche da questi cristiani nostri fratelli ci viene l’esortazione di Gesù: «non abbiate paura!».

Usciamo da un cristianesimo comodo, tranquillo

Il loro esempio ci aiuta a non esitare nel prendere posizione in favore di Cristo, a testimoniarlo coraggiosamente nelle situazioni di ogni giorno, anche in contesti apparentemente tranquilli. Le parole di Gesù e le testimonianze di questi nostri fratelli ci fanno riflettere sul nostro cristianesimo comodo, tranquillo, un cristianesimo spesso rinunciatario, che non sa sperare con forza e determinazione per un mondo di pace e finisce col conformarsi facilmente alla mentalità prevalente di questo mondo.

A quei primi discepoli Gesù dice: «andate in tutto il mondo e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Ma chi erano? Erano piccoli, deboli, periferici, avevano contro le autorità religiose, le stesse che si erano opposte a Gesù. Ma il Signore non li lascia soli, li accompagna. La paura, come quella che avevano i discepoli prima di ricevere la fora dello Spirito Santo, fa rinchiudere in se stessi, non fa uscire incontro agli altri con semplicità e umiltà, ma con coraggio.

Il Signore è al nostro fianco

Noi siamo affidati a un Padre che conta perfino i capelli del nostro capo e ci chiede di non tenere per noi quanto abbiamo ricevuto ma di comunicarlo agli altri perché anch’essi possano conoscere la pace e la gioia che viene dal Signore. Usciamo, allora, come quei primi discepoli sapendo che «il Signore è al nostro fianco» come ci ricorda il profeta Geremia (20,10). È vero che noi siamo fragili come vasi di creta, ma abbiamo un tesoro che ci è stato affidato «affinché – come ci ricorda Paolo – appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio» (2Cor 4,7).

Se noi crediamo nella forza della Parola che cambia la nostra vita, parleremo con forza proprio perché crediamo che è Lui, il Signore, ad operare per mezzo nostro. Non nascondiamo il talento che ci è stato affidato, non mettiamolo sotto terra, nascosto, impieghiamolo e gioiremo dei frutti che il Signore produce; lo Spirito che abbiamo ricevuto ci rende liberi di annunciare, di affrontare le prove, di comunicare l’amore che è stato riversato nei nostri cuori.

«Quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze» - ci dice Gesù – quello che riceviamo nell’intimità del nostro incontro con Lui comunichiamolo a tutti. La sua parola è capace di aprire un dialogo, di ricostruire le fratture, di trovare le vie per realizzare la pace. Tanta gente pensa che il ricorso alla guerra sia inevitabile, si diffonde la cultura della contrapposizione, del disprezzo dell’altro specialmente quando è più debole. Non rinunciamo al compito che il Signore ci affida, non nascondiamo il talento che ci è stato affidato, non mettiamolo sotto terra, non nascondiamolo, impieghiamolo e gioiremo dei frutti che vengono dal Signore; annunciamo con la libertà che ci viene dallo Spirito il Vangelo della pace.

Intenzioni di preghiera

1) Per la Comunità di Sant’Egidio in ogni parte del mondo perché non si lasci intimidire dal male: per essere profetica, fermento di pace, comunicatrice del Vangelo e testimonianza d’amore davanti a tutti gli uomini.

2) Perché abbiamo il cuore sempre aperto ai poveri, ai fratelli, al mondo per essere ricchi di sogni e liberi da ogni paura. Per l’Europa: perché il nostro continente ritrovi le sue radici di umanità e solidarietà.

3) Per Papa Francesco e per la sua profezia di pace e di amore per i feriti dalla vita. Per la Chiesa affinché manifesti l’amore di Dio fino ai confini della terra. Per i cristiani nel mondo che subiscono persecuzioni, perché le loro sofferenze siano semi di vita nuova e di un mondo più fraterno. Per il nostro vescovo Domenico.

4) Per la pace in Ucraina e in ogni paese in conflitto. Perché in un mondo diviso crescano iniziative di dialogo che possano proteggere dalla violenza e aprire nuovi scenari di pace. Per la missione del cardinal Zuppi.

5) Perché lo Spirito, consolazione per gli oppressi e luce per gli afflitti, rianimi chi è senza speranza, dia forza ad ogni cuore provato e protegga chi è in pericolo.