parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/03/23

5ª Domenica di Quaresima /A
 
 

Letture: Ezechiele 37,12-14; Salmo 129; Romani 8,8-11; Giovanni 11,1-45.

 

dal Vangelo di Giovanni 11, 1-45 (oppure 11, 3-7.17.20-27.33b-45)

1 3Le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?»

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.


DALL’AMICIZIA ALL’AMORE SECONDO LO SPIRITO


Disse Gesù: «Togliete la pietra!».
Poi gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»
E il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende.

L’amore di Gesù che nasce dallo Spirito

Ci avviciniamo alla settimana santa, alla Pasqua di Gesù: ogni Pasqua è un dono che ci permette di entrare in un rapporto e in una comprensione del suo amore per gli uomini, un amore da scoprire sempre più in profondità. Ci sono due frasi nella pagina del Vangelo di oggi dove si parla di amore.

Quando Marta e Maria fanno sapere a Gesù che Lazzaro è malato, dicono: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato» (v. 3). Ma il verbo greco usato (fileo) indica un’amicizia. Quando poco più avanti si dice «Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro» il verbo greco è un altro (agapao) che indica l’amore senza riserve, l’amore totale ed incondizionato.

L’amore di Gesù, l’amore di Dio nasce dallo Spirito, quello Spirito di cui Gesù è pieno che si manifesta nella tenerezza, nella compassione, nella misericordia. Se non comprendiamo perché bisogna perdonare sempre, perché amare anche i nemici, perché pregare senza stancarsi, questo dipende dalla crescita della vita secondo lo Spirito.

L’apostolo Paolo parla di lasciarsi dominare dallo Spirito: «Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi» (Rm 8,9). E arriva a dire: «Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene» (ivi).

L’amore totale di Dio sposta le montagne

Il nostro cammino dietro il Signore, il tempo particolare e prezioso della Quaresima è un percorso di educazione all’amore, incominciando a coltivare l’amicizia per crescere e avanzare verso l’amore senza riserve che Gesù vuole comunicarci. Quando i discepoli chiedono a Gesù perché non erano riusciti a guarire un ragazzo epilettico, egli risponde: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: «Spòstati da qui a là», ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile» (Mt 17,20).

La resurrezione di Lazzaro ci manifesta l’amore totale di Dio che sposta le montagne, che rende possibile quello che è impossibile. È facile essere scettici per la nostra poca fede. Nel cammino della Comunità vediamo come tante situazioni che ci apparivano non cambiabili, sono invece cambiate. Andare con Gesù incontro alle tombe dove tanti sono rinchiusi, richiede che prima noi usciamo dalle nostre tombe della rassegnazione, dell’indifferenza che è tanto diffusa. Dice il profeta: «farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete» (Ez 37,14).

Gesù comunica la sua vita

I discepoli di Gesù hanno timore di tornare a Gerusalemme dove i sommi sacerdoti e i farisei hanno preso la decisione di eliminare Gesù, fanno resistenza - «Rabbì, poco fa i giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?» (v.8). Ma poi, facendo un po’ le vittime lo accompagnano; Tommaso dice agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (v.16). Non si tratta di morire con lui, ma di morire alla rassegnazione, al restare chiusi dentro i nostri sepolcri di una vita sempre uguale.

Dinanzi a Gesù che si commuove, che scoppia in pianto, sciogliamo le nostre resistenze, lasciamoci coinvolgere. Davanti a Marta e Maria e davanti a noi sta colui che è la resurrezione e la vita. Egli ha in sé la vita e a sua volta la dona a coloro che si legano a lui in una fede fiduciosa. Ai discepoli egli dice: «chi ascolta la mia voce e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna» (Gv 5,24); non dice avrà, ma ha, è già passato dalla morte alla vita. E Marta professa la sua fede in Gesù.

Con Gesù continuano i miracoli operati dall’amore

Con questa fede continuano i miracoli operati dal Signore: tante storie che il Signore ci ha fatto vivere testimoniano la forza dello Spirito, la resurrezione di tanti: ce lo dicono la gratitudine e il sorriso delle persone arrivate con i corridoi umanitari, il sorriso e la gratitudine di tanti anziani, di tanti soli, di tanti che il Signore ci ha condotti ad incontrare mossi dall’amicizia che diventa amore come il Signore sa amare.
Ringraziamo il Signore perché ci ha chiamato a camminare con lui lungo le strade di questo mondo e viviamo questa settimana santa come dono per crescere nell’amore secondo lo Spirito.

Intenzioni di preghiera

1. Perché come Gesù, che ha pianto davanti alla tomba di Lazzaro, guardiamo oggi alla sofferenza di tante persone colpite dal male. Per la protezione di tutti i malati, di chi è più fragile ed esposto al male.

2. Per la testimonianza dei Nuovi Martiri, perché il dono prezioso della loro vita a causa del Vangelo sia un seme di pace e di speranza per il mondo. Perché sappiamo custodirne la memoria viva in questo tempo e per tutti i cristiani che ancora oggi nel mondo sono perseguitati, perché siano protetti da ogni male.

3. Per papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa tutta, che si prepara a vivere il tempo della Passione e della vittoria di Gesù sulla morte. Perché il Signore protegga i suoi figli che in ogni parte del mondo non cessano di sperare e di confidare nella tua misericordia.

4. Per la nostra comunità, perché sia protetta dal male e nel nome di Gesù possa offrire il balsamo della consolazione ovunque c’è dolore e disperazione. Perché i cuori di tutti siano vulnerabili al grido di coloro sulla cui vita è posta una pietra pesante, per i profughi, per chi non ha un posto dove vivere.

5. Per l’Ucraina, il Sud Sudan, la Siria, il Nord del Mozambico, chiediamo la pace. Per i governanti, perché rinunciando a logiche di potere, si impegnino a trovare vie di dialogo nello sforzo di costruire un mondo nuovo dove ci sia posto per tutti.