parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19/03/23

4ª Domenica di Quaresima /A
 
 

Letture: 1 Samuele 16, 1.4.6-7.10-13; Salmo 22; Efesini 5, 8-14; Giovanni 9, 1-41.

Anniversario dell’inaugurazione del ministero pastorale di papa Francesco.

dal Vangelo di Giovanni 9, 1-41 (oppure 9, 1.6-9.13-17.34-38)

1 Gesù passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: «Va' a Sìloe e làvati!». Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane».


“UNA COSA SO: ERO CIECO E ORA CI VEDO”


Gesù passando, vide un uomo cieco dalla nascita.
Egli fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse:
«Va' a lavarti nella piscina di Sìloe».

Gli incontri del Signore Gesù

Questo tempo di Quaresima ci accompagna nel cammino verso la Pasqua di Gesù. Lo fa attraverso queste soste nel giorno del Signore, che ci aiuta a riflettere sull’incontro che il Signore ha avuto e ha con ciascuno di noi e sui tanti incontri che il Signore ha avuto e continua ad avere con tanti uomini e donne. È un cammino illuminato dall’ascolto della sua Parola che ci conduce verso una terra nuova.

L’incontro di ieri con papa Francesco assieme alle persone accolte attraverso i corridoi umanitari, con le famiglie che li hanno accolti, con tanti gruppi e movimenti che si sono lasciati coinvolgere, è immagine di questa terra nuova, di questo popolo nuovo che cammina dietro il Signore.

L’incontro personale con Gesù

L’incontro di Gesù con l’uomo cieco, un mendicante che chiedeva l’elemosina all’esterno del tempio di Gerusalemme, ci descrive il percorso interiore compiuto da un uomo che ha incontrato Gesù. Si è lasciato toccare gli occhi da lui con fango e saliva per infondergli una forza vitale. Segue le indicazioni che ha ricevuto, va alla piscina di Siloe, si deterge il volto e comincia a vedere. Un incontro che gli ha cambiato la vita.

È l’esperienza personale di ciascuno di noi nell’incontro personale con Gesù: ascoltare le sue parole, rispondere, collaborare e cominciare a vedere un percorso da fare che ci fa uscire dal recinto dell’io e ci apre al “noi” di una famiglia larga, aperta e accogliente. Questo percorso non è privo di difficoltà. Pensiamo agli ostacoli, alle discussioni che si svolgono attorno a quel cieco guarito, con le discussioni della gente, dei farisei, degli stessi genitori reticenti, che hanno paura di riconoscere pubblicamente quanto è avvenuto al loro figlio.

Gesù non lascia sole le persone che si aprono a lui

Ma nelle difficoltà il Signore non lascia sole le persone che si aprono a lui. Gesù non abbandona chi lo ama e lo cerca. Va a cercare il cieco guarito e quando lo trova gli fa solo una domanda: «credi nel figlio dell’uomo?». Cioè: credi nell’uomo nuovo, nell’uomo pienamente umano? E lui risponde: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Alle parole di Gesù «è colui che parla con te» egli dice: «Credo, Signore!».

Da un piccolo mondo, quello delle persone che gli passavano accanto e alcuni gli davano qualche moneta, ora può vedere, può camminare, può incontrare, può guardare come Gesù aveva guardato a lui, guardare con tenerezza le persone e scoprire che nel cuore di tanti c’è sete di cambiamento e desiderio di fare il bene. Scopre che tanti altri possono fare la sua esperienza di rinascita, se qualcuno si avvicina a loro con l’attenzione di Gesù che egli ha sperimentato personalmente.

C’è bisogno di testimoni attenti alla vita e alle domande di tanti

Oggi c’è tanto bisogno di testimoni attenti alla vita e sensibili alle domande che tanti si portano dentro. Sono tanti i cercatori di Dio che aspettano qualcuno che si fermi loro accanto, che parli loro, si interessi e indichi la strada della Parola di Dio. Sono i poveri da cui farsi toccare, di cui essere amici, ai quali far conoscere che la loro vita vale, che è preziosa agli occhi del Signore.

Gettiamo ponti, come i corridoi umanitari – ha detto papa Francesco – sui quali possono passare tanti bambini, donne, uomini, anziani provenienti da situazioni molto precarie e pericolose. Questa storia di accoglienza è un impegno concreto per la pace. È la comunità cristiana senza muri, che accoglie tanti come quel cieco incontrato da Gesù, che inizia una vita nuova. Questo è il futuro del popolo di Dio, un popolo misto, di gente diversa, che impara a vivere insieme.

Intenzioni di preghiera

1. Perché grati di essere uomini e donne guariti e amati dal Signore Gesù, in questo tempo rinnoviamo il nostro cuore, liberandolo dal pessimismo per cambiare il mondo, renderlo più giusto e fraterno.

2. Per Papa Francesco, con il quale abbiamo condiviso la gioia dell’incontro con tanti fratelli rifugiati e con coloro che li hanno accolti in Europa, attraverso i Corridoi Umanitari. Perché la sua visione di pace ci guidi a guardare con tenerezza gli altri e a scoprire che nel cuore di tanti c’è sete di bene e di Dio. Per il nostro vescovo Domenico.

3. Per i nostri fratelli malati, perché nella nostra vicinanza fraterna e cordiale, colgano un segno della predilezione di Gesù e trovino consolazione.

4. Per i giovani, per quelli che sono smarriti e non trovano orientamento nella loro vita, perché possano incontrare il Vangelo, fare esperienza della bellezza dell’essere cristiani.

5. Perché il grido di dolore che sale da tanti campi profughi, dove si attende la possibilità di un esodo, venga ascoltato e tanti trovino finalmente un posto dove vivere. Perché si ponga fine ad ogni guerra, in Ucraina e ovunque ci si combatte.