
Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce
e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio
|
Meraviglia e stupore dinanzi al Natale
Ogni Natale ci permette di riflettere sulla realtà di Dio che si comunica e opera in mezzo agli uomini in un modo che suscita sempre meraviglia e stupore. Solo nella disponibilità come quella di Maria, di Giuseppe e dei pastori diventa possibile anche per noi comprendere quello che il Signore ci chiama a contemplare e a vivere.
Maria che dà alla luce il bambino e lo adagia in una mangiatoia, Giuseppe che guarda, i pastori che arrivano portando con sé l’odore delle pecore. Sono stati informati dal cielo, da un angelo che visita Maria, da un angelo che va in sogno a Giuseppe, da un angelo che annuncia ai pastori la notizia di «una grande gioia che sarà di tutto il popolo». Possono apparire strane agli uomini le vie seguite dal Signore! Anche noi abbiamo sempre bisogno di imparare a percorrere con lui le sue strade.
Da Betlemme la via per un mondo che può cambiare
Quel bambino è Dio! In quel bambino riconosciamo il volto di tanti piccoli, poveri, di tanti che si sentono dimenticati, nei quali il Signore è presente. Tutto quello che avete fatto a questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me – dice Gesù. Così Dio ha deciso di entrare nella storia degli uomini e così vuole continuare ad entrare nelle nostre vite: «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti» (1Cor 1,27).
Come entrare in questa logica di Dio? I poveri diventano i nostri maestri. Gesù entra nella storia di ciascuno di noi mentre siamo in cammino, attraverso di loro e con loro Egli ci apre la via per un mondo che cambia e imbocca la via della riconciliazione e della pace. Gesù è il Salvatore. Così l’angelo annuncia ai pastori: «oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore … lo riconoscerete in un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,11-12). Anche Davide, il più piccolo dei figli di Iesse, che pascolava il gregge, da guardiano delle pecore viene scelto con unto dal Signore (1Sam 16,11-12).
Il segno di un bambino
Il Natale di Gesù avviene nella povertà e nella debolezza, alla nostra contemplazione stupita viene offerto un bambino. I pastori ricevono l’indicazione di un segno tanto comune quanto può esserlo un bambino nato in una famiglia povera e posto nella mangiatoia di una stalla. Da lui inizia un tempo nuovo per questo mondo, per quelli che aspettano l’Avvento di un tempo nuovo. Ed essi credono alle parole dell’angelo e vanno in cerca del bambino.
Mentre viviamo questo Natale stando accanto ai poveri, cercandoli nelle strade di questo inverno, nelle case di anziani soli, accanto a quei migranti che sono riusciti a giungere nei nostri paesi, pensando a tanti che ancora aspettano, proviamo la meraviglia dei pastori, meditiamo nel nostro cuore assieme a Maria quanto constatiamo con i nostri occhi, riflettiamo, preghiamo e comunichiamo con gioia quanto il Signore ci fa conoscere e ci fa vivere.
Un amore che si manifesta nel bambino posto in una mangiatoia
Accanto al bambino deposto in una mangiatoia, accanto ai poveri, l’umiltà di Gesù si mostra come una realtà propria di Dio, egli ha bisogno proprio della mangiatoia e delle fasce in cui viene avvolto per manifestarci il suo amore. Così inizia il tempo in cui molti ritorneranno a Dio. Anche oggi tanti, da questo segno del Natale, dagli incontri di questi giorni, dai momenti vissuti insieme, tanti provano la stessa gioia dei pastori. Il Signore non pone limiti alla diffusione del suo amore, della sua benevolenza, della sua tenerezza, che comunicano pace.
Di Maria il Vangelo ci dice che conservava e meditava nel suo cuore tutto questo; e i pastori hanno fatto conoscere quanto hanno visto. In questo tempo di pandemia è ancora più urgente comunicare a tanti che attendono, la gioia di questo Natale. Siamo messaggeri di una buona notizia, che Dio viene in mezzo a noi e ci mostra la sua benevolenza verso tutti; e siamo quelli che partecipano a questo evento come i pastori e riconosciamo il Signore in questi nostri fratelli piccoli, deboli, bisognosi come il bambino che ha bisogno di essere protetto e difeso.
Sentiamo la responsabilità di questo annuncio che abbiamo ricevuto, siamo radunati dal Signore come comunità che riceve questo annuncio, custodisce le parole di questa profezia e diffonde la buona notizia. È una nuova annunciazione per un mondo che può cambiare, che porta gioia ed è destinata a tutto il popolo, a tutti i popoli. Con Gesù nostro Salvatore manifestiamo la sua benevolenza verso tutti gli uomini, testimoni di fraternità e di pace che nasce attorno al bambino di Betlemme, «avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia».
Intenzioni di preghiera
1) Perché a partire da questo Natale costruiamo un mondo nuovo di solidarietà e di pace, uniti nella fraternità e nella speranza.
2) Per papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la santa Chiesa, perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla gloria del suo nome.
3) Per tutte le nostre Comunità, perché, nel ricevere l’annuncio della nascita di Gesù, testimonino nella gioia l’amore di Dio davanti a tutti gli uomini accogliendo i poveri e i diseredati della terra.
4) Per chi nel nostro mondo, come Gesù bambino piccolo e fragile, non trova posto: per quanti sono profughi. Per le migliaia di rifugiati nel Nord del Mozambico che hanno perso tutto. Perché trovino accoglienza e il Signore protegga la loro vita. Per il sostegno dei corridoi umanitari che sono salvezza per i più deboli.
5) Perché la pace annunciata a Betlemme percorra le strade di tutti i paesi del mondo e in particolare liberi dalla violenza e dalla guerra il Mozambico, il Sud Sudan, il Centrafrica, la Siria e ogni luogo diviso.
|