Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
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Gesù si manifesta nella Liturgia
È la terza domenica del tempo di Pasqua. Gesù ritorna in mezzo a noi, come più volte ha fatto con i discepoli chiusi nel cenacolo, per aiutarci a vincere le nostre paure e i nostri dubbi; egli ci mostra le ferite del suo corpo che sono le ferite dei tanti che oggi vivono nel dolore, nella miseria, nella malattia e che invocano aiuto.
Sono i tanti malati per questa pandemia, molti di loro sono anziani; altri anziani vivono soli nell’indifferenza e nell’abbandono; e tanti sono anche molti bambini e adolescenti ostaggi della violenza e dell’ignoranza.
E non possiamo dimenticare i tanti luoghi dove la guerra ha seminato e semina distruzione e morte, tanti fuggono e cercano di raggiungere terre dove possano trovare accoglienza e pace.
Gesù che mostra le sue ferite ai suoi discepoli ci chiede di non tenere il nostro sguardo ripiegato su di noi ma di alzarlo, guardare e lasciarci toccare il cuore da tanti nostri fratelli sofferenti.
Uniti e con la forza di Gesù comunichiamo il Suo amore
Le parole di Gesù ci danno forza e gioia, ci liberano dalle paure e dai dubbi e ci spingono a scegliere di metterci in ascolto, di uscire incontro agli altri e vivere con Gesù quello che egli ha vissuto per primo. Basta guardarsi intorno, ascoltare e vedere che tanti sono quelli che aspettano il nostro aiuto. Gesù ci invita a restare uniti e con la sua forza di amore che viene da lui, tanti gesti di misericordia ridanno vita e speranza a coloro che sono afflitti.
Quei primi discepoli non sono rimasti chiusi fra le mura del cenacolo, ma sono usciti e hanno cominciato a parlare, a illuminare gli altri con la vita di amore che viene da Dio e che ci comunica un interesse per la vita degli altri che sono tutti nostri fratelli e sorelle.
Il soffio di Dio che dona energie di bene
Ogni incontro con Gesù, ogni liturgia che ci riunisce nel giorno del Signore, ci comunica nuova forza, suscita in noi nuovi desideri di comunione, di vicinanza. Gesù ci dona un cuore nuovo e ci invia per essere testimoni che questo mondo può cambiare, cominciando a ricostruirlo con pazienza; un mondo dove i poveri non vengono scartati, coloro che soffrono sono consolati e non abbandonati, dove tanti diventano operatori di pace, dove la misericordia di Dio rende misericordiosi tanti uomini e donne che si lasciano coinvolgere.
Il nostro mondo ha bisogno oggi di sentire il soffio di Dio che li raggiunge, che rianima, che aiuta a far emergere i semi di bene che ogni uomo e donna ha dentro di sé, così che da ogni cultura, da ogni tradizione, da ogni latitudine le forze di bene siano come raccolte e operino unite per un tempo di giustizia e di pace.
Intenzioni di preghiera
1) Perché comunichiamo con nuova passione il Vangelo in questo tempo difficile, manifestando nelle nostre città a tutti, quello che crediamo con il cuore: che il Signore è Risorto, veramente è Risorto!
2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa, perché sappia indicare agli incerti e agli sfiduciati la strada per vincere la paura e guardare il futuro con speranza, credendo che con l’amore si può rinnovare il mondo.
3) Per il mondo intero con le sue ferite e i suoi dolori, perché il Vangelo della Pasqua doni nuove energie di pace; la potenza dello Spirito rinnovi i cuori, soprattutto dove c’è violenza e risani ogni ferita. Per chi fugge dalla guerra e dalla povertà, per tutti quelli che cercano un approdo per la loro vita.
4) Perché cessi la pandemia e i malati trovino guarigione, per tutte le persone fragili, per i poveri e per gli anziani.
5) Per tutti i popoli e per chi li governa, perché liberi da logiche di potere e di interessi di parte difendano la dignità di ogni persona, particolarmente di chi è più debole e svantaggiato.
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