parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 07/02/21

Domenica 5ª del Tempo Ordinario
 
 

Letture: Giobbe 7, 1-4.6-7; salmo 146; 1Corinzi 9, 16-19.22-23; Marco 1, 29-39.

7 febbraio 1968: memoria degli inizi della Comunità di Sant’Egidio. Un gruppo di studenti di un liceo di Roma cominciò a riunirsi intorno al Vangelo e all’amore per i poveri. Ringraziamento al Signore per il dono della Comunità.

dal Vangelo di Marco 01, 29-39

29Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano.

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.


LE NOSTRE GIORNATE ALLA LUCE DI QUELLE DI GESÙ


La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

La giornata di Gesù

Dopo l'incontro di preghiera e di ascolto in sinagoga nel giorno di festa, Gesù con i primi quattro discepoli si reca nella casa di Pietro, a Cafarnao. Gli parlano subito della suocera di Pietro che era a letto con la febbre. E lui si avvicina, le prende la mano e la fa alzare. E quella mano presa da Gesù ora si mette a servire.

Una malata amata e guarita da Gesù ritrova il suo posto nella famiglia e si mette a servire Gesù e i suoi primi discepoli. È una scena che certamente Pietro si è portata nel cuore e lui stesso l'avrà raccontata.

Tanti malati alla porta della casa di Pietro

Frattanto tanti malati aspettano il tramonto del sole per portare i malati a Gesù: era sabato e agli ebrei era proibito portarli prima che terminasse il giorno santo. Vediamo questa folla di malati davanti alla porta della piccola casa di Pietro. Si è diffusa la notizia e subito attira le persone che chiedono aiuto per i loro malati. Ma Gesù va oltre il curare o medicare, egli si prende cura di tutta quella folla guarendoli l'uno dopo l'altro.

Questa scena è immagine del regno di Dio che viene: quando il Signore giunge, ciò che è contuso viene guarito, ciò che è ferito e lacerato è curato e risanato. È immagine della prima chiesa che si forma a partire da Gesù accompagnato da quattro discepoli: dove egli va vanno anche i suoi discepoli e dove essi sono si forma la Chiesa. Essi imparano da Gesù ad essere là dove si soffre, vanno verso la sofferenza della gente e la sofferenza della gente va verso di loro.

Il Vangelo ci guida oltre i nostri piccoli orizzonti

All'alba, quando è ancora buio Gesù se ne va in un luogo deserto a pregare. La preghiera di Gesù nella notte ritorna più volte nei vangeli. Sono le fughe notturne di Gesù per essere solo con Dio. Forse è una pratica abituale, regolare da anni, forse fin dalla sua giovinezza. Il silenzio e la preghiera aiutano anche noi a vedere chiaro, a fare le giuste scelte e progettare il nuovo giorno che viene.

Quando Pietro si accorge che Gesù non è più in casa esce e si mette a cercarlo. Cercare Gesù. Lo si può cercare perché lo amiamo e crediamo in lui; oppure per riprenderlo e fermarlo nel suo cammino. Ma Gesù ci indica ogni volta un "altrove", più avanti, più lontano. Egli ci precede, c'è un'altra riva dove egli ci conduce. Il Vangelo ci guiderà sempre più avanti, oltre i nostri piccoli orizzonti.

Divenire partecipi del Vangelo

Il Vangelo educa a un modo di vivere le nostre giornate avendo a modello la giornata di Cafarnao: la preghiera, l’incontro con la sofferenza e la malattia di tanti, la fraternità indicata da quel pasto in famiglia, con la malata amata e guarita che si mette a servire Gesù e i suoi primi quattro discepoli, il mettersi in cammino sempre per nuovi incontri, perché tante sono le Galilee di questo mondo dove c’è gente che attende.

E così vediamo che il nostro sguardo si allarga, impariamo a guardare, ad ascoltare, ad aprirci ai sentimenti del Signore. È un cammino iniziato ma che va proseguito perché tanti sono quelli che attendono un giorno nuovo per la loro vita. Diventare partecipi del Vangelo significa imparare a piegarsi sui deboli, imparare a servire quelli che non sono serviti da nessuno, spendere per gli altri quello che gratuitamente abbiamo ricevuto.

Una famiglia di fratelli e sorelle radunata dal Signore

Nella santa assemblea del giorno del Signore, noi lo ringraziamo e ci riconosciamo fratelli e sorelle, radunati dal suo amore. Esprimiamo a Lui la nostra gratitudine perché ci ha liberati da una vita concentrata su noi stessi, che non salva, che lascia soli noi e gli altri. Ci ha aperto ad una vita che si apre agli altri con gioia.

Il Vangelo ci insegna a percorrere la via dell’incontro con tutti, fa di donne e uomini dispersi una famiglia di fratelli e sorelle, ci insegna a fare come Gesù, a sollevare, a prendere per mano le persone malate, deboli, come egli fa con la suocera di Pietro e con i tanti malati che facevano ressa davanti alla porta di quella casa.

Intenzioni di preghiera

1) Per ogni comunità cristiana, perché con la forza del Vangelo e con la preghiera sia come la mano di Dio che si tende verso chi è bisognoso di guarigione, di compagnia, di senso.

2) Perché la nostra vita sia sempre offerta gioiosa del Vangelo a ogni generazione e perché custodiamo il vincolo della fraternità che ci unisce.

3) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico, per la Chiesa, perché l’amore di Dio cresca in essa e si riversi soprattutto dove c’è dolore, divisione, inimicizia.

4) Perché il nostro tempo sia benedetto dal dono della pace: ponici tutti, Signore, al suo servizio perché lì dove c’è guerra e conflitto possiamo operare i miracoli del Vangelo nel segno della fratellanza. Perché il mondo sia liberato da ogni male e dalla Pandemia.

5) Per i profughi, per chi - mentre fugge dalla guerra e dalla miseria - è respinto, per chi vive ai margini. Perché ogni comunità offra speranza e accoglienza e a tutti giunga il calore della misericordia.