parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 27/12/20

Festa della Santa Famiglia di Nazaret
 
 

Letture: Genesi 15,1-6;21,1-3; Salmo 104 (105); Ebrei 11,8.11-12.17-19; Luca 2,22-40.

Memoria di san Giovanni, apostolo ed evangelista, «il discepolo che Gesù amava» e che sotto la croce prese con sé Maria come sua madre.

dal Vangelo di Luca 02, 22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35- e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.


NOI SIAMO MEMBRI DELLA FAMIGLIA DEL SIGNORE


Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme
per presentarlo al Signore

La famiglia di Nazareth

Celebriamo oggi la festa della Santa Famiglia di Nazareth, quasi a volerci dire che anche Gesù ha avuto bisogno di una famiglia per nascere e crescere: nessuno è un’isola, nessuno è mai solo.

I Vangeli non ci dicono molto dell’infanzia di Gesù, ma alcuni episodi ci fanno comprendere i 30 anni passati da Gesù a Nazareth: una famiglia ordinaria, non erano né miseri né benestanti anche se in situazione precaria, ma si volevano bene, anche se non mancano episodi di incomprensione e di correzione, come quando Gesù dodicenne rimane nel tempio senza avvisare i suoi genitori.

La centralità di Gesù nella nostra vita

Ma quello da comprendere è la centralità di Gesù, egli è il vero tesoro di quella famiglia: lo vedevano crescere non solo in età e grazia, ma soprattutto Maria e Giuseppe lo vedevano crescere nel loro cuore. Questo è quello da vivere nelle nostre famiglie: far crescere Gesù dentro la nostra vita, dentro le vicende quotidiane di questo mondo.

E in questo contesto familiare possiamo inserire anche Simeone e Anna: essi completano la famiglia di Gesù come se ne fossero i membri anziani. Nella loro vecchiaia essi accolgono questo bambino e ne restano trasfigurati come è avvenuto per i pastori e come avverrà per i magi. Simeone ed Anna hanno un ruolo importante, al contrario di quello che avviene nella nostra società dove facilmente gli anziani vengono accantonati, non degni di amore e di rispetto.

Gli anziani Simeone ed Anna

Simeone è colmo di consolazione e si ritiene sazio di giorni; Anna si mette a parlare del bambino a tutti coloro che incontra, ritrovando così una seconda giovinezza. Quando si accoglie il Vangelo, il bambino Gesù, la vita cresce e porta frutti.

Così avvenne anche nell’altra famiglia di cui parla la Genesi, la famiglia di Abramo: egli credette a Dio, lo accolse nella sua vita e divenne padre dei credenti. La sua fede fu potente, più forte dell’età e anche del riso scettico di Sara. Per la fede di Abramo, l’anziana e rassegnata Sara concepì il figlio della discendenza.

Accogliere, custodire e far crescere il Signore

Nazareth, villaggio periferico della Galilea e luogo della vita ordinaria della Santa Famiglia, può rappresentare l’intera vita del discepolo che accoglie, custodisce e fa crescere il Signore. Nazareth significa “colei che custodisce”: pensiamo a Maria “che custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Ma pensiamo anche a ciascuno di noi. Nazareth può rappresentare l’intera vita del discepolo, è la patria e la vocazione di ogni discepolo del Signore.

Ognuno di noi è figlio di questa famiglia del Signore, avendo il Signore come padre, la Chiesa e la comunità come madre e Gesù come figlio per noi tutti e per questo ci riconosciamo e viviamo con lui come fratelli universali di tutti gli uomini.

Intenzioni di preghiera

1) Perché tutte le famiglie come quella di Nazareth possano essere luogo di crescita in sapienza e grazia e veri santuari della vita e dell’amore, per i più piccoli come per tutte le generazioni.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché sia nel mondo la grande famiglia di Dio, accogliente verso tutti ma particolarmente verso chi è povero.

3) Per tutte le nostre Comunità: guarda, Signore, questa grande famiglia che hai radunato in ogni parte del mondo. Fa’ che sia unita, e rafforza in essa i vincoli di misericordia, bontà, umiltà, pazienza e perdono.

4) Perché la pace torni ad abitare tra gli uomini, e ovunque al fragore delle armi succedano canti di pace. Libera il mondo dal male e dalla Pandemia.

5) Per tutti i poveri che abbiamo incontrato in questo Natale e con cui abbiamo condiviso la gioia, perché nella famiglia dei tuoi discepoli trovino sempre affetto ed accoglienza per la loro vita.