parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 29/11/20

Domenica 1ª Tempo di Avvento /B
 
 

Letture: Isaia 63,16b-17.19b - 64,2-7; Salmo 79; 1 Corinzi 1,3-9; Marco 13,33-37.

 

dal Vangelo di Marco 13, 33-37

Gesù disse ai suoi discepoli:

33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».


STIAMO SVEGLI IN QUESTO TEMPO PREZIOSO DELL’AVVENTO


Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quello che dico a voi lo dico a tutti: vegliate!»

Siamo in attesa di un nuovo evento

C’è un verbo che apre e chiude il brano evangelico di questa prima domenica di Avvento: «Vegliate … lo dico a tutti: vegliate!». Vegliare significa essere in attesa di qualcuno. E noi in questo tempo siamo in attesa di una presenza che si rinnova, che diventa un nuovo evento: la nascita di Gesù che vuole portare luce in questo tempo un po’ buio.

Nell’economia della casa del Signore, di questa sua famiglia, ognuno di noi ha un compito, una responsabilità. È questa la realtà della comunità del Signore, dei suoi discepoli: il Signore mette nelle nostre mani i suoi beni – la sua parola, la sua forza di amore da investire e moltiplicare.

La responsabilità della vigilanza sui più deboli

È la responsabilità di non essere solo uditori della parola di Dio ma attuatori di essa; è la responsabilità della vigilanza sui più deboli, mantenendo sveglia l’attenzione verso questi nostri fratelli più disagiati; è la responsabilità di mantenere sveglia l’attenzione perché ci si disponga ad accogliere il Signore che viene e preparare la strada perché trovi accoglienza.

Si tratta di sfuggire al torpore del sonno, come avvenne ai primi discepoli nella notte del Getsemani. Il sonno viene quando si fanno le cose, anche quelle per aiutare gli altri, come una routine, l’abitudine è come un sonno che non fa vedere i cambiamenti, le nuove domande, i nuovi bisogni di fronte a situazioni che mutano.

La premura di Gesù dinanzi alla nostra fragilità

Le varie ore enumerate nella pagina evangelica, che possono trovarci impreparati, assonnati - «non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino» - ricordano le ore nelle quali essere vigili. La sera ricorda la sera dell’ultima cena, quanto Gesù annuncia le ore della prova che stanno per venire; a mezzanotte ricorda l’ora in cui Giuda fa arrestare Gesù; l’ora del canto del gallo ricorda il rinnegamento di Pietro per ben tre volte; il mattino ricorda quando Gesù viene consegnato a Pilato, ma ricorda anche l’ora in ci le donne vanno al sepolcro.

Sono ore che ci ricordano la nostra fragilità e anche la premura di Gesù che conoscendo le debolezze dei suoi discepoli è premuroso per ciascuno e vuole aiutarli perché possano superare le prove. Ma facilmente noi ci fidiamo ancora troppo di noi stessi e prendiamo poco sul serio le parole di Gesù.

Tanti aspettano che i cieli chiusi sulla loro vita si riaprino

Queste settimane del tempo di Avvento sono preziose per riconoscere il dono che ci è fatto: fermarci a riflettere, rinnovare il cuore e lo sguardo nei confronti delle persone che incontriamo, delle persone che si sono a noi affidate, di quelle che aspettano in silenzio che ci accorgiamo di loro e ci mettiamo in ascolto. L’Avvento è un tempo in cui – con l’aiuto del Signore, con una preghiera che si rinnova – affiniamo il nostro udito interiore specialmente per le invocazioni di aiuto che vengono da tanti paesi lontani, sono invocazioni di persone che soffrono, che sono piegate dal dolore e dalla mancanza di mezzi.

Tanti vedono i cieli chiusi sulla loro vita e invocano il Signore con le parole del profeta: «Tu, Signore, sei nostro padre … se tu squarciassi i cieli e scendessi!». Su di noi i cieli si sono aperti, perché siamo nutriti con fedeltà dalla sua Parola, perché abbiamo tanti fratelli e sorelle nel nostro cammino perché venga il regno di Dio. E il Signore mette nelle nostre mani i mezzi perché anche per tanti altri si possano aprire i cieli e vedere un futuro nuovo per loro. Viviamo con gioia la responsabilità dei beni che il Signore ci affida, vegliando e vigilando perché questi beni possano trasformare la vita di tanti.

Intenzioni di preghiera

1. Signore, vieni nella nostra vita, facci sentire la tua presenza, donaci la gioia di attenderti come ministri della tua misericordia e operatori di pace.

2. In questo tempo minacciato dalla malattia e dalla povertà crescente, aiutaci, Signore, ad essere forti e coraggiosi nella fede, vigilanti nell’amore per rinnovare noi stessi e sostenere chi più soffre.

3. Ti ringraziamo, Signore, perché doni alla tua Chiesa un nuovo anno liturgico. Concedi a noi tuoi figli, di rispondere subito alla tua chiamata, di non indurire il cuore per vivere con pienezza quest’anno di grazia e di misericordia. Sostieni e proteggi Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

4. Ti preghiamo, Signore, di essere vicino a chi è condannato a morte e non ha il conforto di nessuno. Sostieni e accompagna il lavoro di chi è impegnato per l’abolizione della pena di morte.

5. Signore Gesù, fa’ che le ferite della violenza e della guerra possano essere guarite e che nessun popolo alzi più la spada contro un altro popolo: che con te venga la pace in ogni angolo della terra. Veglia sul Mozambico, sul Sud- Sudan, sul Centrafrica, sulla Libia e su ogni paese in pericolo.