Dal Vangelo di Giovanni 06, 51-58
Gesù disse alla folla:
51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». |
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VIVERE CON GIOIA LA COMUNIONE COL SIGNORE
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Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo disceso dal cielo».
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Dall’Eucaristia emana una forza di amore
La festa del Corpus Domini, ci riporta a quella prima liturgia celebrata da Gesù nel cenacolo assieme a quel primo nucleo di discepoli che si sarebbero aperti al mondo intero. È la comunione con colui che nel pane e nel vino consacrati si fa nostro nutrimento e nostra bevanda, ci trasforma e immette in noi la sua forza di amore. Una forza che ci strappa dal concentrarci su di noi, ci fa uscire dalle nostre abitudini, dalla pigrizia, dalla propria terra, come fece Abramo, per diventare una benedizione per tanti.
Scrive Paolo alla Comunità di Corinto: «Nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”» (1Cor 11,23-25). “Nella notte in cui veniva tradito” – ricorda l’apostolo, perché l’amore del Signore è più forte di ogni tradimento, di ogni divisione, è più forte del male.
Gesù nostro cibo da assimilare
«Mangiare la mia carne e bere il mio sangue» sono espressioni molto forti usate da Gesù per indicarci lui che si fa nostro nutrimento e ci rende persone nuove. Gesù presente nella Parola, nell’Eucaristia, presente nei poveri, è come un cibo da assimilare, che penetra in noi «fino alle giunture e alle midolla per trasformare i sentimenti e i pensieri del cuore» (cfr. Eb 4,12), che ci spingono ad uscire incontro agli altri.
Gesù è «il pane vivo disceso dal cielo», pane da mangiare, da assimilare, che produce i suoi effetti nella vita di ciascuno e fa di noi creature nuove, persone trasformate dal suo amore, capaci di contrastare le logiche di questo mondo, logiche della morte, della solitudine e di guarire le malattie del corpo e dello spirito.
La responsabilità di amare
Il miracolo di quel piccolo gruppo che da Gerusalemme si moltiplica e si apre al mondo intero, si è ripetuto nei secoli e si ripete anche oggi per mezzo di coloro che, trasformati dal suo amore, continuano il cammino in mezzo agli uomini, con la responsabilità di amare, di capire con l’amore il mondo in cui viviamo, capire gli avvenimenti e le novità di questo tempo.
«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso» - dice Gesù (Lc 12, 49) – e questo fuoco è fuoco di amore, è il fuoco dello Spirito che purifica, sana le ferite, salva dalla dispersione e riunisce. Questa forza di amore si comunica e vuole raggiungere tanti, per mezzo dei suoi umili discepoli, consapevoli di essere portatori di un bene prezioso che hanno ricevuto perché porti molto frutto.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date
«Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi anni» - dice il Signore (Dt 8,2). Tutto quello che abbiamo ricevuto da lui è motivo di lode e ringraziamento al Signore, ma è anche responsabilità. Il suo amore è come acqua limpida che purifica le acque inquinate di questo mondo, perché gli uomini possano vivere in pace, perché i dimenticati, gli oppressi, i piccoli abbiano il loro posto nella famiglia umana.
Gesù, «uscito dal Padre e venuto nel mondo» (Gv 16,28) si è fatto prossimo a noi, si è fatto uomo perché noi potessimo essere innalzati alla vita con lui. E perché possa essere innalzata la vita di tanti, che sono stanchi e oppressi, perché trovino ristoro per la loro vita.
Intenzioni di preghiera
1. Signore, ti preghiamo perché dall’Eucarestia scaturisca il dono della unità e della pace. Tu che ti sei fatto cibo per tutti, rinnova la nostra vita, apri il nostro cuore alla tua misericordia senza confini.
2. Proteggi e sostieni, Signore, Papa Francesco, il nostro vescovo Crescenzio e custodisci la Chiesa, perché fortificata dal pane della vita, cammini per le strade del mondo, annunziando con le parole e con le opere il Vangelo di salvezza.
3. Ti preghiamo, Signore, per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché sempre impariamo a condividere con generosità il pane terreno e a soccorrere i poveri, gli affamati, coloro che sono nel dolore e nell’indigenza.
4. Signore, fa’ che la pace sia quel lievito capace di cambiare l’umanità intera, sconfiggendo ogni spirito di inimicizia. Veglia sulla Siria, sul Sud Sudan e su ogni paese in conflitto. Proteggi la vita di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.
5. Ti preghiamo, Signore, per tutti quei paesi dove è ancora forte la pandemia, per i malati e per tutti quelli che soffrono per le conseguenze. Libera il mondo intero da questo male.
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