parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'18/10/20

29ª Domenica del Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Isaia 45, 1.4-6; Salmo 22; 1Tessalonicesi 1, 1-5b; Matteo 22, 15-21.

Festa di san Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli. Secondo la tradizione fu medico e pittore.

Dal Vangelo di Matteo capitolo 22, versetti da 15 a 21

15I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».

18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».


«DARE A DIO QUELLO CHE È DI DIO»


Gesù domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?».
Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»

Una domanda che ha a che fare con la nostra vita

Le parabole raccontate da Gesù, quella dei due figli, quella dei vignaioli omicidi e quella del banchetto con gli invitati che rifiutano di partecipare, hanno messo in allarme i farisei e gli scribi i quali «tennero un consiglio per vedere come cogliere in fallo». E gli mandano una loro delegazione assieme a un gruppo legato al re Erode con una domanda ben studiata: «È lecito o no pagare il tributo a Cesare?»

Sembra una domanda che non ha niente a che fare con la nostra vita e con i nostri tempi. Ma il Vangelo ci mette dinanzi alle reazioni degli uomini, quando non vogliono accogliere il suo messaggio e ci chiama a fare la nostra scelta. Il Vangelo annunciato da Gesù chiedeva ai farisei e a tutto il popolo un cambiamento profondo della loro religiosità, mettendo a centro il comandamento dell’amore: amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come se stesso, liberandoci da tante norme e complicazioni.

Essere pronti ad accogliere quanto il Signore ci chiede

E il vangelo continua a parlare anche oggi a noi, a ciascuno, invitandoci a riscoprire l’immagine di Dio impressa in ciascuno e a riflettere sul nostro rapporto con Dio e con gli uomini con i quali viviamo. Il Signore ci invita a presentarci a Lui liberi da ogni riserva o pregiudizio, disponibili ad accogliere il Vangelo che ci viene annunziato.

Non serve dire belle parole di adulazione come fanno questi farisei: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno». C’è bisogno di parlare come Samuele quando comprese che era il Signore stesso a parlargli: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10), perché anche per mezzo nostro, in questo tempo il Signore vuole fare grandi cose.

La nostra responsabilità nei confronti degli altri

Non possiamo essere rassegnati di fronte a coloro che sono privi del necessario, dinanzi a popoli in guerra che semina distruzione, povertà e morte; dinanzi alla sofferenza di tanti. Per il Signore nessuno deve essere escluso, scartato e dimenticato.

Forse in questo tempo «rendere a Cesare ciò che è di Cesare» ci richiama alla responsabilità personale da avere nei confronti degli altri, rispettando le regole che possono aiutare e frenare la violenza del virus che può colpire tutti, ma più duramente i più deboli e indifesi. Ma è il «rendere a Dio quello che è di Dio», quella immagine di Dio impressa in ciascun uomo e donna, all’inizio della creazione quando Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza … E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò» (Gen 1, 26-27).

Restituire a Dio quello che a lui appartiene

È questa immagine bella da restituire al Signore. In tanti, e anche in noi, questa immagine può essere deturpata, sfigurata, offesa o umiliata. E Gesù vuole esortare a restituire a Dio quello che a lui appartiene: ogni uomo e ogni donna. Tanti volti ci passano davanti agli occhi di persone  sfigurate in tanti modi.
È l’amore che rende bello il volto di ognuno, che avvicina gli uni agli altri, che aiuta quelli che restano indietro, quelli che sono prigionieri del male. È l’amore che restituisce un volto bello alla nostra terra, dove l’egoismo e il profitto l’ha deturpata, sconvolta e avvelenata.

Rendere luminosi i volti di quelli che vivono nell’afflizione

Aprirci all’amore del Signore con tutto il cuore e moltiplicarlo donandolo agli altri è far emergere l’immagine di Dio che ci portiamo dentro. I gesti di Gesù, nei tanti incontri che i Vangeli ci raccontano, siano i nostri gesti che rendono belli i volti a qualunque età, perché è l’immagine del Signore che emerge, ripulita da tante macchie che la deturpano. Pensiamo a volti dei nostri amici disabili quando ci ritroviamo con loro, degli anziani quando li visitiamo, degli amici di strada quando li visitiamo.
E pensiamo anche ai volti delle persone dove c’è guerra quando arrivano loro notizie di accordi di pace, pensiamo ai campi profughi di Lesbo e ai loro volti quando in estate sono stati incontrati dai giovani della Comunità, quando hanno potuto fare un pranzo insieme. E anche ai volti dei rappresentanti di diverse religioni quando si incontrano alla Preghiera della Pace che quest’anno si celebra in maniera più ridotta.

È doveroso rendere a Dio quello che di Dio, ma è anche bello: per loro e per noi.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, soccorri questi tuoi servi in ogni loro debolezza: aiutaci a dare a Te il primo posto nella nostra vita, per servirti con generosità e non lasciarci intimidire e confondere dallo spirito di questo mondo.

2) A te, Signore della vita, rivolgiamo la nostra preghiera per il nostro vescovo, Papa Francesco, perché il tuo Spirito gli doni sapienza, prudenza e audacia per comprendere la volontà di Dio, per accompagnare con amore l’umanità in questo nostro tempo e per annunciare a tutti il Vangelo con franchezza.

3) Signore, ricordando la deportazione degli ebrei romani del 1943, ti preghiamo perché mai più l’odio razziale possa aver ragione sulla vita di milioni di persone. Purifica il cuore degli uomini da ogni divisione e aiutaci ad estirpare dalla nostra vita ogni radice di inimicizia.

4) Signore ti preghiamo per il Sud Sudan e ti ringraziamo per di passi compiuti nei giorni scorsi negli incontri di Roma. Benedici ogni sforzo di pace e di riconciliazione. Veglia sul buon esito della prossima Preghiera per la Pace qui a Roma: perché sia segno di concordia, di unità, di fraternità.

5) Signore libera il mondo dal male e dalla Pandemia. Accogli chi muore, conforta chi rimane, proteggi i più deboli: gli anziani, i malati, i poveri.