dal Vangelo di Matteo 17, 01-09.
1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti». |
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GESÙ TRASFIGURA LA NOSTRA VITA
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Ed ecco una voce dalla nube che diceva:
«Questi è il Figlio mio,
l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
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Una Quaresima da vivere con più attenzione agli altri
Celebriamo la liturgia di questa seconda domenica di Quaresima mentre il nostro Paese sta vivendo settimane di dura prova a causa della diffusione del nuovo coronavirus, un tempo che in tanti crea incertezza, confusione e a volte anche paura. È un tempo in cui molti sono più soli. Questo è ancora più vero per le persone deboli, quelle messe ai margini, quelle più dimenticate.
Per difenderci dal virus è stato chiesto di porre una certa distanza negli incontri fisici fra le persone. Ma proprio questa situazione ci chiede di far crescere la vicinanza in tanti altri modi possibili, fatti di premura, di calore, di interessamento. Pensiamo agli anziani soli, alle persone disabili, agli amici di strada. Pensiamo al dramma dei tanti migranti dalla Turchia verso la Grecia, ricacciati dall’una e dall’altra parte. Non lasciamo che si sfilaccino i rapporti che il Signore ci chiama a costruire con tutti ma primariamente con i più deboli, i più oppressi.
La bellezza della preghiera e della liturgia
La solitudine è un male che separa e divide, che rattrista perché fa mancare la compagnia dell’amore. Il Vangelo di oggi proclama l’evento della Trasfigurazione: Gesù ci porta con sé su un alto monte, quello della liturgia, perché vedendo lui, vedendo il suo volto luminoso - «io sono la luce del mondo» aveva detto ai suoi discepoli – ne siamo illuminati e con la sua luce scendere con lui nella vita quotidiana e con lui percorrere la strada, facendo nostre le sue tante stazioni, le soste, accanto ai poveri, ai ciechi, agli zoppi, ai malati. Fermarci dove lui si ferma, ascoltare con lui, guardare con lui e intervenire con la sua tenerezza, la sua attenzione, il suo amore.
La preghiera, la liturgia, ci portano in alto, ci fanno contemplare il Signore, il suo volto che comunica compassione e partecipazione al dolore degli altri: l’icona posta in ogni luogo dove la comunità si raccoglie ci mostra è il volto di Dio che soffre per l’uomo e con l’uomo si fa medico e salvatore. Cogliamo meglio l’importanza e la bellezza della preghiera, della liturgia, che è alla radice della nostra trasfigurazione e di quella del mondo attorno a noi. Gesù ci riunisce e ci conduce in disparte, perché impariamo a salire più in altro dei rumori e delle nostre abitudini quotidiane. Le abitudini attutiscono l’ascolto delle voci degli altri, dei gemiti che salgono da tante parti della città e del nostro mondo.
Vedere gli altri con la luce che è Gesù
Il Signore ci chiama a salire in alto con lui perché impariamo a vedere con gli occhi suoi, ad operare per la riconciliazione fra gli uomini, per la liberazione dalla schiavitù della divisione, dell’indifferenza, del ripiegamento su se stessi. Nella liturgia contempliamo un modo diverso di vivere, di sentire, di comportarci. Non saliamo sul monte da soli, è il Signore che ci chiama e ci conduce: «Gesù prese con sé i tre discepoli» nota l’evangelista.
E Gesù «fu trasfigurato davanti a loro»: la trasfigurazione avviene mentre Gesù prega. Il volto di Gesù cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Pietro è colpito dal volto luminoso di Gesù e dice: «È bello stare qui». È una cosa buona e bella. Anche noi scopriamo che è bello stare col Signore, è bello camminare con lui, lasciarci illuminare da Lui. Sono belli i volti degli anziani quando si sentono accolti, voluti bene, visitati e accompagnati. Sono belli i volti degli amici di strada quando si sentono ascoltati, sollevati, aiutati. Sono belli i volti degli «amici» quando non sono più soli, sono belli i volti degli stranieri, quando si sentono entrati a far parte della nostra famiglia.
Ascoltiamo ogni giorno la Parola di Dio
La trasfigurazione di Gesù ci contagia, si trasfigura anche il nostro volto, il nostro cuore; e per mezzo nostro contagia tanti altri con la sua luce, il suo calore, il suo amore. Mentre Pietro sta parlando viene interrotto da una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». È la risposta alla domanda su come vivere una volta discesi dal monte, su come vivere i giorni feriali, dopo ogni liturgia della domenica. «All’udire ciò – dice il Vangelo – i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore». Ma non c’è da temere: «Alzatevi e non temete» - dice anche a noi Gesù. Con Lui trasmettiamo quello che abbiamo conosciuto, quello che abbiamo ricevuto.
Ascoltiamo ogni giorno la Parola di Dio, accogliamola, meditiamola, lasciamo che scavi dentro il nostro cuore, lo purifichi e viviamo con gioia e generosità il dono che abbiamo ricevuto, quello di questa famiglia perché cresca e sia apportatrice di riconciliazione e di pace.
Intenzioni di preghiera
1. Ti ringraziamo, Signore, per il Vangelo della Trasfigurazione che ci fa pregustare la vittoria sul male nel cammino che passa per la tua passione e la tua croce. Donaci di lasciarci trasfigurare anche noi, per divenire luce e sale della terra.
2. Signore, noi ti preghiamo di custodire dal male questa tua Comunità, di guidarla nel mondo fedele al Vangelo, aperta allo Spirito, disponibile all’amore e ti chiediamo di guidarci perché per tutti questa quaresima sia un tempo di rinnovamento e di conversione.
3. Ti preghiamo, Signore, per la Chiesa, perché trasfigurata dalla luce radiosa di Gesù, illumini e conforti il mondo con la speranza che non delude e la consolazione che rincuora ogni afflizione. Benedici Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.
4. Ti chiediamo, Signore, protezione e guarigione dal coronavirus per tutti coloro che ne sono colpiti e, difronte al diffondersi dell’epidemia, aiutaci a non lasciare solo nessuno, mantenendo i legami di fraternità e solidarietà che soprattutto per i più poveri e per gli anziani sono un sostegno vitale.
5. Signore della Pace, ti ringraziamo per la ripresa dei negoziati per la soluzione al conflitto in Senegal, nella regione della Casamance mentre ancora ti invochiamo per la Siria e per i rifugiati che in queste ore soffrono a causa della guerra. Fa’ che trovi accoglienza la loro domanda di protezione e di vita. Libera tutti i sequestrati.
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