parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 18 novembre 2018

33ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Daniele 12,1-3; Salmo 15; Ebrei 10,11-14.18; Marco 13,24-32.

Ricordo della dedicazione delle basiliche romane di San Pietro in Vaticano e di San Paolo fuori le Mura.
Giornata mondiale dei poveri.

Dal Vangelo di Marco capitolo 13, versetti da 24 a 32

Gesù disse ai suoi discepoli: 24In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, 25le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.


CON GESÙ COSTRUIAMO UN MONDO NUOVO


«Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi
con grande potenza e gloria».

 

La fine di un mondo e l’inizio di un altro mondo

La pagina del Vangelo di oggi, con un linguaggio della tradizione apocalittica molto diffusa ai tempi di Gesù, ci parla di eventi cosmici che sconvolgono l’ordine della natura per aiutarci a comprendere che Gesù ci chiama a vivere un cambiamento radicale nella nostra vita, non si tratta di piccoli aggiustamenti o miglioramenti ma di una impostazione nuova nello stile di vita.

Con la sua venuta finisce questo mondo e ne inizia un altro. E in ogni generazione, in ogni giorno della storia egli viene, in ogni tempo viene «il giorno del Signore» di cui parlano le Scritture. E noi siamo invitati ad essere pronti ad accoglierlo: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» - dice il Signore (Ap 3,20).

Il popolo dei poveri e quello dei discepoli

Alle porte di ogni giornata della nostra vita c’è il Signore che bussa, e anche oggi - domenica in cui la Chiesa fa memoria dei poveri - alla nostra porta del nostro cuore c’è Gesù che si identifica con l’affamato, lo straniero, il malato, il carcerato. Egli è quel Lazzaro coperto di piaghe che oggi aspetta di essere accolto e da questa accoglienza viene la trasformazione del nostro tempo.

Per questo c’è sintonia tra il grido dei poveri e la preghiera della Chiesa. Il popolo dei poveri e quello dei discepoli si trovano uniti nell’invocare un mondo di giustizia e di pace, di fraternità e di amore. La vita di ogni uomo è importante, per questo deve essere sempre rispettata e protetta, specialmente quando essa è debole e malata, sapendo che ogni essere umano è immagine di Dio.

Coltivare il cuore leggendo il Vangelo

La «fine del mondo» di cui parla il Vangelo deve avvenire ogni giorno, ogni giorno dobbiamo far finire un piccolo o un grande pezzo del mondo cattivo e malvagio che gli uomini continuano a costruire. Con la forza dell’amore che viene da Dio, seminato nel nostro cuore, si mette in moto un movimento di amore. Per questo il cuore deve essere coltivato leggendo il Vangelo, con l’amore reciproco e col servizio ai più deboli del nostro mondo.

L’avversione nei confronti degli stranieri, l’abbandono dei più deboli, dei poveri, dei malati, avvelena la società e spesso la rende violenta e disumana. Ma il paradosso cristiano ci dice che proprio nella vicinanza ai deboli, ai dimenticati troviamo il senso della nostra vita e anche la gioia da condividere con gli altri.

Ogni giorno costruire un pezzo della nuova città

Noi cristiani siamo chiamati a costruire ogni giorno la nuova città, non restando indifferenti e impassibili di fronte alle grida di aiuto, non restando intrappolati in una cultura che obbliga ad accudire se stessi oltre misura.

Gesù non respinge i poveri, ma li chiama a sé e li consola. «La giornata mondiale dei poveri vuole essere una piccola risposta che dalla Chiesa intera, sparsa in tutto il mondo – scrive papa Francesco – si rivolge ai poveri di ogni tipo e di ogni terra … Forse è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella».

I poveri ci evangelizzano

Molti in questa giornata mondiale dei poveri trovano il calore di una casa, la gioia di un pasto festivo e la solidarietà di quanti vogliono condividere la mensa in maniera semplice e fraterna, pregando insieme in comunità e condividendo il pasto nel giorno della domenica.

Qui comprendiamo quanto sia distante il nostro modo di vivere come cristiani da quello del mondo che insegue e imita coloro che hanno potere e ricchezza, mentre emargina i poveri e li considera uno scarto e una vergogna. I poveri ci evangelizzano e ci aiutano a scoprire ogni giorno la bellezza del Vangelo. Con loro possiamo crescere e trasformare la vita degli uomini a sua immagine, sapendo che Gesù ci ha detto: «cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Intenzioni di preghiera

1) Signore, aiutaci a rinvigorire la nostra testimonianza evangelica. Fa’ che sappiamo cercarti ogni giorno per spingere il nostro sguardo verso il futuro e per comunicare a tanti la speranza di una terra rinnovata dal tuo amore.

2) Signore, noi non sappiamo né il giorno né l’ora del tuo ritorno: mantienici vigilanti nell’amore per prepararci fin da oggi ad accoglierti nei nostri fratelli più poveri.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco che ci ha chiamati oggi a vivere con gioia la Giornata Mondiale dei poveri. Aiutaci a scoprire e vivere il legame di amicizia e di fraternità con i poveri e con tante persone che sono sole. Consolida la nostra unione perché sia fonte di pace, di riconciliazione e di ritrovata capacità di vivere insieme nelle nostre città. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Signore, poni fine ai disegni dei violenti e piega i cuori alla ragionevolezza del dialogo e della pace. Libera coloro che sono stati sequestrati e sono ancora prigionieri.

5) Signore, aiuta tutti noi ad amarti con i fatti e non a parole, rifiutando la cultura dello scarto e dello spreco e facendo nostra la cultura dell’incontro e della condivisione.