parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 28 ottobre 2018

30ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Geremia 31,7-9; Salmo 125; Ebrei 5,1-6; Marco 10,46-52.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 10, versetti da 46 a 52

46Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.


L’ESEMPIO CHE CI VIENE DAL CIECO BARTIMEO


Gesù disse al cieco:
«che cosa vuoi che io ti faccia? ...Rabbunì, che io veda di nuovo»

 

Una folla che passa accanto a un cieco

Il Vangelo di oggi ci fa fermare accanto ad una persona marginale rispetto alla vita della città. Un povero, un cieco di cui ci viene detto anche il nome – Bartimeo, figlio di Timeo – un dettaglio che fa riflettere; per noi i poveri – anche quelli ai quali diamo qualcosa - non hanno nome, non sappiamo niente di loro.

Sono esclusi, tenuti in disparte. Ma nel popolo di Dio che cammina insieme dietro il Signore nessuno è escluso. Ce lo ricorda il profeta Geremia vissuto 600 anni prima di Gesù: il Signore guida il suo popolo e «fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla».

Quel cieco che chiede l’elemosina alla porta della città di Gerico è un povero, un debole che nella sua condizione non può fare altro che mendicare. Accanto a lui passa una folla con Gesù e i suoi discepoli. Passano accanto a quel mendicante ma nessuno ci fa caso, fa parte del panorama al quale ci si è abituati. Quel trambusto di tanta gente che passa accanto non era il solito. Il cieco chiede che sta succedendo. Quando gli dicono che è Gesù che sta passando, comincia a gridare.

Il grido del cieco accolto da Gesù

Lui non vede chi passa, non riconosce chi gli sta vicino, non distingue i volti o gli atteggiamenti, l’unico modo che possiede per superare il buio e la distanza è gridare, e si mette a gridare. Il suo grido disturba la folla che cerca di farlo tacere. Ma ottiene l’effetto opposto, il cieco si mette a gridare in modo ancora più forte. Gesù non è disturbato da questo grido ripetuto: «Gesù, abbi pietà di me!». Sono le stesse parole che noi ripetiamo all’inizio della liturgia nel testo greco: «Kyrie eleison», Signore, pietà! Forse noi le ripetiamo nell’abitudine, non come quel cieco, Bartimeo: lui aveva intuito che quella era l’occasione per la sua vita, una occasione di salvezza dalla sua condizione.

La sua è una preghiera fatta con fede ed essa apre sempre il cuore ad un modo diverso di vivere. Ma questo avviene quando ci riconosciamo poveri o ci accorgiamo di essere poveri: quando viviamo la debolezza della malattia personalmente o stando accanto a persone care molto malate. In realtà noi siamo poveri, deboli, anche quando pensiamo di essere forti. E stare accanto ai deboli ci apre gli occhi sulla nostra debolezza e ci fa scoprire che la vera forza è quella che viene dal Signore. E la forza del Signore è sempre una forza di amore.

L’esempio di un povero, che crede, che chiede, che prega

Gesù ascolta quel grido ripetuto e si ferma. Fa chiamare Bartimeo che con un balzo seguendo la direzione della voce viene davanti a Gesù. C’è un dialogo breve, una domanda di Gesù e la risposta semplice di Bartimeo. E il cieco ritorna a vedere. Egli ha seguito la voce di Gesù e si incontra con Lui. L’ascolto della Parola di Dio conduce all’incontro personale con il Signore.

Gesù è la luce che ci apre gli occhi della mente e del cuore e ci fa vedere. E ci rende luminosi. Questa luce che viene dal Signore a volte sembra smarrita quando si comincia a praticare il disprezzo. Nessuno merita disprezzo, anche i più diversi da noi. Non cerchiamo nel disprezzo degli altri la sicurezza, il superamento delle nostre paure. L’amicizia che ci fa stare insieme ci rende sicuri nel rispetto dell’altro e delle regole del vivere in comune.

Bartimeo cerca la luce di Gesù e con fede lo invoca. La fede lo salva dalla sua cecità e gli fa iniziare il cammino con Gesù per le strade dei villaggi, dei paesi e delle città. Lui che era fermo ai bordi della strada, ora può aiutare altri a rialzarsi a correre da Gesù e sperimentare un modo nuovo di vivere. Questo cieco diventa un esempio per ognuno di noi, esempio di colui che crede, che chiede, che prega e inizia a camminare con gli altri seguendo Gesù.

Intenzioni di preghiera

1) Dio della Luce, apri i nostri occhi, perché sappiano riconoscere la tua presenza nella storia e nella nostra vita e possiamo camminare senza paura verso di te.

2) Signore, che non lasci senza riposta l’invocazione dei poveri, aiuta chi è malato, come aiutasti il cieco Bartimeo a trovare la guarigione: sostieni chi soffre, illumina la vita di chi soffre con la luce della fede.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché renda viva testimonianza della tua Parola di salvezza e perché a partire dal Sinodo dei Vescovi che si va concludendo, i giovani possano guardare con più fiducia al futuro impegnandosi al servizio del Vangelo.

4) Ti preghiamo, Signore Gesù, per tutti coloro che vivono nel dolore e nel pianto e particolarmente per i migranti che in tante parti del mondo fuggono dai loro paesi, cercando altrove opportunità per vivere: perché trovino accoglienza e non respingimento.

5) Con cuore unanime ti chiediamo, Signore, di donare pace al mondo intero. Proteggi la vita di tutti coloro che sono ancora sequestrati.