parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 18 marzo 2018

5ª domenica di Quaresima /B

 
 

Letture: Geremia 31,31-34; Salmo 50; Ebrei 5,7-9; Giovanni 12,20-33.

Memoria di san Cirillo, vescovo di Gerusalemme (†387). Preghiera per Gerusalemme e per la pace in Terra Santa.

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 12, versetti da 20 a 33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

23Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.


SPENDERE LA PROPRIA VITA PER GLI ALTRI


«Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto»

 

Sono tanti quelli che vogliono vedere Gesù

È l’ultima settimana di Quaresima, quella che ci conduce alla soglia della Settimana Santa, quando riviviamo gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù; egli ci manifesta fino a che punto arriva il suo amore per noi.

Durante una festa alcuni ebrei venuti dalla Grecia hanno sentito parlare di Gesù e desiderano vederlo. «Vogliamo vedere Gesù» chiedono ad uno dei suoi discepoli. Anche oggi tanti desiderano vedere Gesù, desiderano conoscere in modo semplice e diretto la sua vita, il suo amore verso tutti.

E lo chiedono a noi che ci professiamo cristiani. Non chiedono discorsi elaborati, teorici, astratti, ma chiedono di poter toccare, conoscere in modo concreto la proposta che egli fa alla nostra vita.

La vita va spesa per gli altri

E Gesù risponde: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato». Sono parole che rimandano a quello che egli vivrà a Gerusalemme nei giorni della Pasqua, culmine di quanto ha detto e ha fatto durante gli anni della sua vita pubblica in Galilea, in Samaria fino a Gerusalemme. Il chicco di grano che sepolto nel terreno germina e produce molto frutto è una immagine efficace della vita spesa per gli altri, non vissuta egoisticamente, conservata e custodita, spesa solo per se stessi.

«Chi ama la propria vita – dice Gesù - la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». Parole che ci appaiono incomprensibili perché sono totalmente estranee al comune sentire. Tutti amiamo conservare la vita, custodirla, preservarla. Nessuno è portato a “odiarla”, come sembra invece suggerire il testo evangelico. Basti pensare alle cure che tutti abbiamo per il nostro corpo e alle attenzioni che gli riserviamo.

Affrontare la forza del male con la forza dell’amore

Il senso dei due termini (amare e odiare) è da intendersi alla luce della stessa vita di Gesù, del suo modo di comportarsi, di voler bene, di impegnarsi. Egli ha vissuto tutta la vita amando gli uomini più di se stesso. E la croce è l’ora in cui questo amore si manifesta nel modo più chiaro. La vita di ognuno di noi è come un chicco che può dare frutti straordinari, anche al di là della nostra esistenza così breve e delle nostre capacità così limitate.

Tutti ci lamentiamo per la presenza di tanto male nel nostro mondo. E Gesù ci chiama a fare una scelta forte, appassionata per affrontare con la sua forza la forza del male. La sua forza è forza di amore. E l’amore vince il male. Scrive l’apostolo Paolo: «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere … Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12, 20-21).

Il Vangelo ci fa capire il segreto del chicco di grano

Di fronte al male anche Gesù resta turbato, come ogni uomo. Ma non scappa lontano cercando una situazione nuova; non si rifugia nelle cose da fare; non scarica la responsabilità su altri; non maledice; non si illude con la forza della spada. Gesù si affida al Padre che lo ha mandato per salvare gli uomini.

Possiamo anche noi fare così nell’ora del dolore, della tristezza, delle tenebre, perché nella nostra debolezza si veda la gloria di Dio, cioè si manifesti la forza straordinaria dell’amore. Anche a noi il Padre farà sentire la sua voce. È la voce del Vangelo, che ci spinge ad aprire gli occhi, a non rimandare al domani, ma a capire oggi il segreto di quel chicco di grano che muore per dare frutto.

Intenzioni di preghiera

1) Ti ringraziamo, Signore, perché in questa Quaresima ci concedi, ancora una volta, del tempo opportuno per convertire il nostro cuore, per liberarci dalla sterilità, perché dalla nostra vita possa fiorire una risposta al tuo amore paziente.

2) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché nella Quaresima sappia vivere e annunciare al mondo la conversione e il ritorno a te e tanti possano gustare la gioia della salvezza.

3) Ti preghiamo, Signore, per chi testimonia il Vangelo anche a prezzo della vita, in situazioni difficili e dolorose. Aiutaci ad accogliere la loro testimonianza come quella dei martiri: fa’ che sappiamo vincere la paura e ogni ossequio alla cultura corrente, per vivere sempre fedeli al tuo Vangelo.

4) Signore, tu che ascolti il lamento di ogni uomo che soffre, asciuga le lacrime dei poveri, dei piccoli, dei soli, degli ammalati, dei prigionieri e libera tutti dal male.

5) Ti preghiamo, Signore, perché la Pasqua, ormai vicina, segni un tempo di resurrezione alla vita, alla pace, alla speranza per tutte le terre segnate dalla violenza. Veglia sulla vita di chi è ancora sequestrato e in pericolo.