parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 17 settembre 2017

Domenica 24ª Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Siracide 27,30 - 28,7; Salmo 102; Romani 14, 7-9; Matteo 18, 21-35.

 

Dal Vangelo di Matteo capitolo 18, versetti da 21 a 35

21Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?».

34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


IL COMPORTAMENTO DI DIO VERSO DI NOI


Il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». Il padrone ebbe compassione di quel servo,
lo lasciò andare e gli condonò il debito.

 

Accogliere i pensieri di Dio

Noi abbiamo sempre bisogno di ascoltare il Signore perché i nostri pensieri non sono i suoi pensieri, le nostre vie non sono le sue vie (Is 55, 8). I discepoli chiedono a Gesù chi è il più grande nel regno dei cieli e Gesù chiama un bambino, lo pone in mezzo a loro e dice: «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,1-3).

Pietro chiede a Gesù quante volte dovrà perdonare al fratello che pecca contro di lui e pensa che sette volte sia già una misura generosa. E Gesù risponde: si perdona e basta, fino a settanta volte sette, cioè sette volte al giorno, ogni giorno.

Nei giorni scorsi abbiamo partecipato in tanti modi all’incontro delle religioni mondiali tenutosi in Germania “Strade di pace”. Fino a pochi decenni fa si viveva ciascuno per conto proprio, anche fra le religioni cristiane.

Ognuno aveva da recriminare qualcosa contro l’altra religione, c’erano colpe e responsabilità dall’una e dall’altra parte; c’era bisogno di incontrarsi, ma non per recriminare bensì per accogliersi, conoscersi, ascoltarsi, comprendersi, perdonarsi.

Il perdono è apre una strada di pace

Perdonare può apparire una debolezza e invece apre una strada di pace. Come è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme: questo è quello che viene da cantare dinanzi all’immagine di riconciliazione e di pace che è stato questo incontro. È stato un cammino lungo e faticoso, paziente, che ha portato frutti abbondanti di conoscenza, di comprensione, di vicinanza degli uni accanto agli altri. È una immagine del regno dei cieli sulla terra che si costruisce lasciando da parte le proprie ragioni e i torti degli altri.

Può sembrare difficile percorrere queste strade di pace quando non c’è la consapevolezza che ciascuno di noi è debitore di una cifra immensa dinanzi al Signore che ci ha riempito dei suoi doni senza alcun nostro merito, anzi tante volte avendo sciupato quanto il Signore ha messo nelle nostre mani. Il Signore condona e perdona. C’è una sproporzione enorme fra i nostri debiti dinanzi al Signore e quello che i nostri fratelli hanno verso di noi. Nella parabola vengono indicate due cifre, quella di diecimila talenti (circa 100 miliardi di euro) e quella di cento denari (forse equivalenti a 1000 euro) per indicare il debito enorme per beni non nostri che abbiamo ricevuto.

Perdonare come perdona Dio

Verso i nostri fratelli, verso coloro che ci hanno fatto un torto non si tratta solo di perdonare, ma perdonare dal profondo del nostro cuore, dare un perdono sincero e totale. Nella parabola Gesù ci dice che il comportamento di Dio si conformerà al nostro comportamento, lo diciamo anche nel Padre nostro insegnatoci dallo stesso Gesù: «rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori».

La parabola del Vangelo di oggi spiega chiaramente l’affermazione di Gesù quando ci dice: «siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Ricordiamo la lunga serie di antitesi del Vangelo di Matteo: «se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli …» che si concludono con le parole: «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 48).

Imitiamo il comportamento di Dio

La via della misericordia di Dio usata verso di noi dobbiamo farla nostra nel comportamento verso gli altri; liberiamoci dalla catena del risentimento, dalla difesa delle nostre ragioni che lasciano divisi e creano nuove divisioni. Sono sotto i nostri occhi le conseguenze nell’opporre le proprie ragioni a quelle degli altri: separazioni, disinteresse verso gli altri fino ad arrivare a lotte, guerre, con distruzioni di vite che scavano degli abissi.

Non potremo mai essere perfetti come Dio nostro Padre, ma l’invito di Gesù ci conduce ogni giorno ad imitare sempre di più il comportamento di Dio verso di noi, a fare nostra la preoccupazione di Dio che «neanche uno dei suoi piccoli vada perduto» (Mt 18,14): questa è la volontà del Padre nostro che è nei cieli. E questa sia sempre più anche la nostra volontà.

Intenzioni di preghiera

1) Signore ti ringraziamo perché, anche se peccatori, la nostra vita è trasformata dalla tua grazia: insegnaci a prendere parte alla tua gioia nel perdonare e a non ostacolare mai, con i nostri pregiudizi, la tua bontà.

2) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché non manchi mai di testimoniare al mondo la strada impegnativa del perdono e della misericordia come via di riconciliazione e giustizia.

3) Signore, ti ringraziamo per i giorni vissuti in Germania nell’Incontro Internazionale Strade di Pace. Benedici il lavoro degli operatori di pace di ogni religione e fa’ che la preghiera e il dialogo aprano nuovi itinerari di pace, in tanti scenari critici del mondo.

4) Ti preghiamo, o Signore, per tutte le vittime della violenza, del terrorismo, dell’odio. Guarisci chi è ferito e libera, in Medio Oriente e in ogni parte del mondo, chi è stato sequestrato ed è ancora prigioniero.

5) Ti preghiamo, Signore, per i più poveri, per i piccoli, i soli, gli ammalati, i carcerati: ricordati di tutti e di tutte e aiuta noi a non rassegnarci mai davanti alla sofferenza di questi nostri fratelli.