parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 4 giugno 2017

Festa della Pentecoste /A
 
 

Letture: Atti 2, 1-11; Salmo 103; 1Corinzi 12, 3-7.12-13; Giovanni 20, 19-23.

Anche le Chiese ortodosse festeggiano oggi la Pentecoste.

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 20, versetti da 19 a 23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».


LO SPIRITO CHE HA GUIDATO GESÙ GUIDI ANCHE NOI
NEL VIVERE E COMUNICARE IL VANGELO


«Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano,
e si posarono su ciascuno di loro»

 

Pentecoste, un evento spirituale che trasforma in profondità

Il racconto degli Atti vuole descrivere un evento spirituale che ha trasformato la vita di quei discepoli e che l’ha accompagnato da quel momento per tutta la loro vita.

L’esperienza che avevano vissuto con Gesù nei tre anni del loro cammino con lui per le strade della Palestina era stata un’esperienza straordinaria che aveva sconvolto la loro vita, li aveva portati a fermarsi e incontrare persone a cui prima non badavano, ascoltando le parole di quel maestro straordinario, vedendo il suo grande amore manifestato in tante guarigioni, in tanti gesti di misericordia e di accoglienza dei poveri e degli esclusi.

Scorrendo le pagine dei Vangeli vediamo che essi erano contenti di quello che vedevano e vivevano con Gesù, ma il loro modo di pensare era rimasto ancora troppo terreno. Più volte Gesù ha detto che quanto egli diceva e faceva era opera del Padre suo al quale egli era profondamente unito. Ma essi aspettavano ancora la restaurazione di Israele come regno terreno.

E poi gli eventi della Passione e morte di Gesù li avevano sconvolti, erano rimasti impauriti, nel giorno di Pasqua Gesù va da loro e li trova rinchiusi nel cenacolo per paura dei giudei, di quelli che avevano condannato e crocifisso il loro maestro. Gesù aveva promesso loro una nuova forza, una forza spirituale, lo Spirito Santo, la stessa forza che univa lui al Padre fino a fargli dire «io e il Padre siamo una cosa sola». Era la relazione intima e profonda che anche i suoi discepoli di ogni tempo sono chiamati a vivere.

Immagini che descrivono la forza dello Spirito

Come descrivere questa forza spirituale, lo Spirito Santo che entra nella loro vita, rimane con loro e li spinge ad abbandonare ogni paura, ad uscire e continuare quello che avevano vissuto con Gesù su nuovi orizzonti e con una consapevolezza nuova?

Per prima cosa i discepoli «si trovavano tutti insieme nello stesso luogo»: pregare insieme, invocare uniti questa forza che viene dall’alto è un fatto molto importante da comprendere, non ognuno per conto suo, non ognuno protagonista individuale ma ognuno responsabile dei doni del Signore, solidale con i propri fratelli, quelli che «non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).

Una forza discende in loro, una forza di amore che viene dall’alto. Come descrivere questo evento? Un fragore dal cielo, quasi come un vento forte, e poi delle lingue di fuoco che si dividono e si posano su ciascuno di loro. Avvertono una «pienezza» interiore e sentono una nuova capacità di parlare alle persone, di comunicare in maniera adatta quanto avevano vissuto con Gesù, la buona notizia del Vangelo.

La nuova lingua dello Spirito, la lingua dell’amicizia

Si trattava di parlare una lingua che tutti potessero comprendere, una lingua che nasce dall’amore e per questo riesce a toccare e scendere nel cuore degli uomini e delle donne, anche se diversi per provenienza geografica, per condizione, per età. Lo Spirito mette gli apostoli a contatto con i popoli presenti a Gerusalemme. Attraverso di loro lo Spirito può arrivare a tutti.

C’è bisogno di uscire e di andare per le strade, andare incontro alla gente, uscire come fanno i discepoli riuniti a Gerusalemme il giorno di Pentecoste. Quando abbiamo provato ad uscire, a parlare a tutti, a incontrare i poveri, i dimenticati, abbiamo già fatto esperienza di questa forza dello Spirito che viene dall’altro.

Invochiamo lo Spirito per vincere le nostre paure. È lo Spirito che fa cadere i muri che dividono le persone per tanti motivi, è lo Spirito che ci avvicina gli uni agli altri e fa scoprire la bellezza di essere famiglia del Signore, di essere il popolo di Dio in questo mondo dove ci sono troppe divisioni, troppe persone lasciate sole, troppe persone che soffrono.

Una storia di amore che il Signore vuole continuare anche con noi

Anche a noi il Signore fa dono del suo Spirito, quello che lo unisce al Padre suo, perché lo Spirito sia il nuovo legame fra lui e noi e così lasciarci condurre giorno per giorno incontro agli uomini. Nell’ultimo discorso ai discepoli la sera del giovedì santo aveva detto loro: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).

Dal giorno di Pentecoste è iniziato il nuovo viaggio della comunità dei discepoli dentro la storia degli uomini, percorrendo le strade di questo mondo, una storia che è giunta fino a noi e vuole continuare con noi. Anche noi abbiamo visto che da un piccolo inizio può nascere una nuova famiglia, una comunità che ha raggiunto tanti paesi, tanti uomini e donne chiamati come i primi discepoli a rendere feconda la vita arida di tanti nel nostro tempo. E ci sono tanti altri che aspettano di essere raggiunti da questa forza di amore.

Possa ognuno di noi con la forza dello Spirito che invochiamo con fede, sperimentare la bellezza di vivere guidati dallo Spirito, uscire incontro altri altri e di portare molto frutto per la salvezza nostra e di tanti..

Intenzioni di preghiera

1) Ti preghiamo, Santo Spirito, vieni e custodisci l’unità di questa famiglia: sciogli il nostro cuore e liberalo da ogni paura, moltiplica tra di noi la profezia, rafforza la preghiera e guidaci nella missione del Vangelo, soprattutto nei luoghi più dimenticati della terra.

2) Signore, ti preghiamo per il nostro fratello Leon Lemmens, ausiliare di Malines-Bruxelles, che si è spento ieri dopo una grave malattia. Tristi per il distacco così prematuro da un amico sincero del Vangelo e dei poveri, lo affidiamo a te, certi di rincontrarci con lui un giorno nella tuo Regno di pace.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa perché, guidata dallo Spirito, sia seme fecondo di unità e di pace per il mondo intero.

4) O Signore, manda il tuo Spirito a rinnovare la terra: dove c’è odio fa fiorire l’amore, dove c’è dolore la gioia, dov’è guerra la pace. Veglia sulla Libia, sull’Ucraina, sulla Terra Santa, su ogni paese in guerra e sulla Siria. Proteggi la vita di tutti i sequestrati.

5) Spirito della Pentecoste, consola tutti i poveri e i malati: apri il loro cuore alla speranza e guariscili da ogni infermità.