Dal Vangelo di Matteo 28, 1-10
1 Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
5L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l'ho detto».
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». |
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ANDARE CON GESÙ DOVUNQUE C'È BISOGNO DI PACE E DI AMORE
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L'angelo disse alle donne:
«Voi non abbiate paura!
So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto»
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Una Pasqua unitaria
“So che cercate Gesù, il Crocifisso. È risorto”. L’annuncio dell’angelo alle due donne è risuonato anche per noi, in questo giorno, per tutte le chiese cristiane raccolte per la Pasqua, per quelle d’Oriente e d’Occidente, per questa Pasqua comune. Questa Pasqua unitaria del 2017 ci manifesta che siamo chiamati a vivere l’unità con le diverse chiese cristiane e l’unità fra di noi di fronte alla crescita di parole di guerra.
Quelle due donne non avevano ceduto alla paura come i discepoli. Questi prima erano fuggiti e poi, per timore dei giudei, si erano ritirati nel loro piccolo mondo. Loro, invece, due povere e deboli donne, non riescono a separarsi da quel maestro, neppure da morto.
La sorpresa del sepolcro vuoto
Vanno al sepolcro di buon mattino, ed ecco un terremoto con un angelo che scende dal cielo, rotola via la pietra del sepolcro e vi si siede sopra come su un pulpito. È la prima predica di Pasqua: “Voi, non abbiate paura! Non è qui. È risorto”, dice alle donne. Loro non l’hanno ancora visto, ma accolgono l’annuncio che Gesù non è più lì, in quella tomba.
Gesù non possiamo possederlo né rinchiuderlo nei nostri schemi o nelle nostre abitudini, anche buone. Gesù è andato via, sta altrove, è risorto. L’angelo dice alle donne: “Presto, andate a dire ai suoi discepoli: è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea; là lo vedrete”. È l’invito ad abbandonare quella tomba e a recarsi in fretta dai discepoli. Esse – scrive Matteo – obbedirono e “in fretta abbandonarono il sepolcro con gioia e timore grande”.
Gesù lo incontriamo sulla strada
Quell’annuncio dona loro un vigore nuovo, le ringiovanisce, potremmo dire, mette fretta alle loro gambe, calore al loro cuore e timore per la preziosità dell’annuncio ricevuto e da trasmettere con coraggio. E subito si mettono sulla strada. Ed è sulla strada che incontrano Gesù risorto. Anzi, è Gesù stesso che viene loro incontro. Lui sta sulla strada ben prima di noi. Ci precede.
Loro si erano mosse di buon mattino. Ma Gesù stava già sulla strada. E per tutto il giorno vi resterà, secondo la narrazione di Luca con i due di Emmaus. È una indicazione da comprendere e da cominciare a vivere. La scelta di Gesù per la Pasqua è la scelta della strada. E le due donne, avendola fatta, vedono Gesù venire incontro a loro. Lo riconoscono subito e gli si gettano ai piedi abbracciandoli. È il senso del nostro abbraccio subito dopo il Vangelo. Come quelle donne, abbiamo riconosciuto Gesù e ci siamo corsi incontro gli uni gli altri per abbracciarci. Rompendo la severità della liturgia, siamo usciti dai banchi e ci siamo lungamente abbracciati.
L'opera di resurrezione alla quale Gesù ci chiama ad associarci
La Pasqua sta sulla strada. Non ci può essere separazione fra la chiesa e la strada. La chiesa e la strada, ambedue sono il luogo dell’incontrarci, del farci vicini gli uni e gli altri. È un annuncio iniziato con due donne, ma è per il mondo intero, è per tutti.
Gesù ripete alle due donne: “andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Gesù vuole integrare tutti nella Pasqua, come aveva detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,33). E coinvolge i suoi discepoli, che chiama fratelli, per associarli nella sua opera di risurrezione, per un mondo di pace dove la guerra sia bandita, dove gli odi siano cancellati, dove la violenza non si affacci più, dove i poveri non siano più umiliati, dove chi cerca aiuto non venga respinto, dove i bambini crescano nella pace, dove chi non ha terra trovi accoglienza, dove chi è abbandonato trovi una famiglia. È il grande sogno di Dio sull’umanità: attrarre tutti nel Figlio.
I luoghi dove ritroveremo Gesù
Care sorelle e cari fratelli, con la Pasqua siamo chiamati a realizzare questo sogno. Questo è il grande dono che il Signore fa ai suoi figli. E noi – come le due donne - “con timore e gioia grande” dobbiamo comunicarlo sino ai confini della terra. Il Vangelo ci chiede di metterci con più risolutezza sulla strada, come avvenne in quella prima Pasqua, assieme a Gesù. In certo modo anche lui camminava per venire incontro. Non stava fermo. È l’invito ad un nuovo inizio con un cuore più generoso, più largo, più audace.
Egli ci precede in Galilea, nelle tante Galilee, nelle tante periferie di questo mondo. “Là mi vedranno”, assicurò Gesù. Sì, nelle periferie, nei poveri, nei deboli, nei malati, negli anziani, lì ritroveremo Gesù. Egli se n’è andato dai sepolcri per stare ovunque c’è bisogno di pace e di amore. È lì che lo troveremo anche noi. Questa notte abbiamo ricevuto nelle nostre mani la luce del Risorto. È la luce di un popolo a cui il Signore affida la missione di portare il seme della risurrezione di un mondo nuovo che sia di amore e di pace. È la speranza della Pasqua. Il Signore è risorto, è veramente risorto, Alleluja, Alleluja, Alleluja..
Intenzioni di preghiera
1) O Padre, che nella risurrezione del tuo Figlio dissolvi ogni paura e rendi possibile ciò che il nostro cuore non ha saputo sperare, fa’ che ricevendo la vita nuova che sorge dal tuo sepolcro, sappiamo vivere con nuovo entusiasmo la passione di cambiare il mondo.
2) Signore di ogni consolazione, in questo giorno di esultanza, dona ad ogni uomo la forza liberatrice della Pasqua, perché nessuno resti prigioniero del peccato, della morte, della tristezza, ma tutti gustino la gioia della resurrezione.
3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché ovunque diffusa, sia comunità pasquale e annunci al mondo, ma soprattutto ai poveri, la buona notizia della salvezza.
4) Signore, che con la morte hai vinto la morte e con la Resurrezione ci doni la vita, ascolta la nostra preghiera per il mondo intero, per la pace tra i popoli, perché il male sia vinto. Proteggi la vita dei vescovi Mar Gregorios e Paul Yazigi, di Padre Dall’Oglio come quella di quanti sono ancora sequestrati in Siria. Proteggi i cristiani là dove sono in pericolo.
5) Ti preghiamo Signore rafforza la fede di questa tua famiglia, perché possa vivere, soprattutto nei luoghi di dolore e negli angoli più dimenticati, l’amore senza limiti che tu hai mostrato sulla croce.
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