«Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.»
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Andare oltre la logica di “occhio per occhio”
Continuando a leggere il discorso della montagna iniziato con le parole delle Beatitudini, Gesù invita i suoi discepoli ad andare oltre l’insegnamento di Mosè, che pure esorta ad essere santi imitando il Signore e a non covare odio contro il proprio fratello.
Si tratta di andare oltre la vendetta implacabile e feroce come vediamo ancora oggi praticata dalla mafia o dalla camorra: io faccio a te quello che tu fai a me e vado anche oltre.
Il male – insegna Gesù - lo si vince se viene sradicato sin dalla radice che è nel cuore degli uomini, il male non lo si vince con altro male, ma con il bene. Con queste antitesi «Avete inteso che fu detto … Ma io vi dico» Gesù vuole allargare il cuore degli uomini sino agli estremi confini e superare anche quei confini che ci rendono nemici l’uno dell’altro. Egli vuole rompere la logica dell’amore corporativo e interessato in favore di un amore gratuito e universale.
I frutti amari della contrapposizione e i frutti buoni del dialogo
Ci viene facilmente da dire che questo insegnamento è impraticabile, è esagerato, è difficile. E così continuiamo a vivere secondo la logica attuale. Ma quali sono i frutti di questa logica di contrapposizione? Divisioni, lotte, guerre, disparità fra i più forti e i più deboli, a danno di questi ultimi.
Molte volte nella storia i cristiani stessi hanno disatteso questo insegnamento e imbracciato le armi, scegliendo la guerra contro il nemico fino a scatenare guerre tra cristiani e protestanti, come oggi avviene tra musulmani sunniti e musulmani sciti.
Papa Francesco che si è recato nel tempio valdese in Piemonte per sanare le ferite dei secoli scorsi, quando i cattolici hanno sterminato i valdesi nelle valli piemontesi; il viaggio che ha fatto in Svezia in occasione dei cinquecento anni della nascita della chiesa protestante ad opera di Martin Lutero, anch’essa combattuta; il viaggio in Terrasanta accompagnato da un capo ebreo e da uno musulmano. Sono i gesti di chi vive il Vangelo in maniera chiara e concreta.
Il Vangelo non detta norme giuridiche
Certo, bisogna anche capire il senso profondo delle parole di Gesù quando dice «Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra; se uno ti vuole togliere la tunica, tu lascia anche il mantello; se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due». Se si interpretano con una mentalità giuridica portano a delle caricature. Non è con una lettura e visione giuridica che possiamo cogliere il senso profondo del Vangelo.
Per far comprendere il comportamento che Dio si aspetta da noi, Gesù propone degli esempi molto concreti, ma portandoli all’estremo limite del possibile. Questo comportamento Gesù lo spiega per mezzo di esempi estremi. Non si tratta di una legge a cui obbedire, ma sono immagini da fare proprie e interiorizzare per scoprire alla loro luce a che cosa esse ci chiamano nelle situazioni concrete della vita.
I danni dello schema amico-nemico
In realtà il Signore ci chiama alla perfezione di Dio stesso e a un costante superamento di noi stessi essendo docili allo Spirito di amore che egli ci comunica. Gesù non ci mette dinanzi ad un sistema di diritti e di doveri, ma ci stimola ad un continuo superamento di noi orientandoci verso la piena realizzazione delle nostre possibilità.
Lo schema amico-nemico domina le nostre società e sappiamo quali sono le conseguenze. Amare i nemici è un comandamento di Gesù. I cristiani, superando le loro divisioni, uniti, insieme con gli uomini di buona volontà sanno trovare strategie orientate all’amore per dei nemici. Penso a tante soluzioni per la pace trovate da cristiani che hanno creduto nel Vangelo e senza armi hanno aiutato a trovare la via della riconciliazione e della pace.
Il potere di riconciliazione del Vangelo vissuto
Questo è avvenuto per il Mozambico, per i corridoi umanitari, per la riconciliazione raggiunta in tanti paesi in America Latina, in Africa. Penso a questa strategia seguita dinanzi al conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, uno dei paesi più poveri del continente africano, che ha permesso a papa Francesco di poter visitare quel paese, di aprire lì la prima porta del Giubileo ed essere accolto anche nella moschea della capitale Bangui.
L’amore per i nemici mira a suscitare un contraccambio di amore. Certo, questo richiede un lavoro paziente di ascolto, di comprensione, di dialogo fra le parti, accompagnato dalla preghiera dei fratelli. I cristiani possono conciliare tra loro persone e gruppi concreti, possono lavorare per la pace. Ma c’è bisogno che il nemico sia accettato e amato come prossimo nell’ambito privato, familiare, nel campo professionale, nei conflitti fra gruppi contrapposti.
San Paolo ammonisce la comunità cristiana a non affidarsi alla sapienza ingannevole di questo mondo, ma su quella originata dall’amore di Dio che il Signore comunica largamente a tutti gli uomini di buona volontà..
Intenzioni di preghiera
1) O Signore, tu che vuoi allargare il cuore degli uomini perché vi possano ospitare la santità di Dio e la perfezione della misericordia, insegnaci a percorrere sempre la via del perdono e a non porre confini all’amore.
2) Ti preghiamo, o Signore per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché sia sempre maestra di perdono e sorgente di speranza per l’umanità intera.
3) Ti preghiamo, o Signore, per chi ci ostacola. Insegnaci ad amare i nostri nemici, a non giudicare, a non coltivare mai nel nostro cuore rancore e spirito di rivalsa ma, secondo la tua Parola, a vincere sempre il male con il bene.
4) O Signore, libera l’umanità dall’incubo della guerra e della violenza. Restituisci i cuori e le intelligenze di tutti al comandamento della pace. Veglia sulla Siria e libera i vescovi Mar Gregorios, Paul Yazigi, Padre paolo dall’Oglio e tutti gli ostaggi ancora sequestrati.
5) Ti preghiamo, o Signore, per tutti i malati, perché siano guariti dalla loro sofferenza e consolati dal tuo amore.
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