parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 24/07/16

Domenica 17ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Genesi 18, 20-32; Salmo 137; Colossesi 2, 12-14; Luca 11, 1-13.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 11, versetti da 1 a 13

1 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall'interno gli risponde: “Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».


NELLA PREGHIERA SIAMO FIGLI CHE SI RIVOLGONO AL PADRE

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Gesù si trovava in un luogo a pregare. Quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare»

Noi siamo fatti per la comunione

«Non è bene che l’uomo sia solo» – dice il Signore sin dai primordi della creazione. Noi siamo fatti per la comunione, per vivere in amicizia, per vivere nell’amore. E sappiamo e vediamo quanto è dura la vita quando si resta soli, specialmente quando siamo più deboli. Abbiamo bisogno dell’amicizia.

Il primo grande amico della nostra vita è il Signore. Dio è il nostro grande amico che ci insegna l’arte dell’amicizia. Egli ha mandato a noi il Figlio suo per amore, perché da lui potessimo apprendere quest’arte. E l’amicizia che si impara dal Signore è tanto diversa dalle amicizie secondo il mondo.

Abramo «amico» di Dio

Gesù, quando risponde alla domanda dei discepoli - «Signore, insegnaci a pregare» questi mai avrebbero pensato di poter chiamare «Dio» col nome di «papà», «abbà». Ma era questo il rapporto di Gesù che ogni giorno si ritirava a pregare il Padre. I discepoli avevano notato questo rapporto particolare, filiale, intimo, con un senso di confidenza e di fiducia che li stupiva.

L’esempio di Abramo, vissuto diciotto secoli prima di Gesù, è quella di un uomo che già vive questo rapporto. Abramo è chiamato «l’amico di Dio». E gli parla veramente da amico. Dio stesso sente di non poter nascondere a lui quanto sta per fare dinanzi alla corruzione e al male delle città di Sodoma e Gomorra.

La preghiera è il pane della vita spirituale

Dobbiamo riscoprire la necessità della preghiera nelle nostre giornate; non solo, ma anche interrogarci sul nostro modo di pregare. Mentre lo chiamiamo «Padre», siamo immessi nel rapporto di colui che è padre di una famiglia, la famiglia degli uomini. E questi sono nostri fratelli. Dicendo «Padre nostro» entriamo nella dimensione non solo di un rapporto filiale col Signore, ma anche di un rapporto fraterno con gli uomini.

Rivolgerci a lui significa tenerci a lui e per questo sentiamo la responsabilità che egli sia conosciuto, perché sono tanti, oggi, coloro che ancora non lo conoscono. E dinanzi a questo mondo dilaniato da troppe divisioni e guerre, invochiamo che «venga il regno di Dio», regno di amore, di fraternità, di giustizia e di pace per tutti gli uomini.

Operare con la larghezza del cuore di Dio

Da questo rapporto filiale con il Padre discende un rapporto con lo stesso spirito nei confronti degli uomini. Quando Pietro si avvicina a Gesù e gli dice «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» pensa di aver già usato una misura abbondante. Ma non è la misura di Dio, Dio è sempre pronto a perdonare e noi da lui impariamo a fare altrettanto.

Nella preghiera del «Padre nostro» riconosciamo che tutto ci viene da lui, a partire dal pane quotidiano fino al bisogno di aiuto per non uniformarci alla mentalità del mondo. Gli chiediamo di «non abbandonarci alla tentazione» come dice la corretta traduzione del testo. Abbiamo bisogno di lui perché siamo fragili, senza la preghiera siamo come i discepoli nel Getsemani che invece di pregare si addormentano. E nella prova, quando il Signore ha bisogno della loro vicinanza, lo lasciano solo, fuggono e Pietro arriva persino a rinnegarlo.

Imparare a pregare e senza stancarci

Abbiamo bisogno di pregare, di pregare con insistenza, senza stancarci. Penso alla preghiera che continuiamo a fare ormai da tre anni per i due vescovi Mar Gregorios e Paul Yazigi assieme a padre Paolo Dall’Oglio, dei quali non sappiamo nulla, se sono ancora vivi oppure no.

Ma da Gesù abbiamo bisogno di imparare a pregare. Non dimentichiamo le parole della lettera di Giacomo quando dice: «Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere … Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male» (Gc 4,2-3). Se siamo e viviamo da amici di Dio, la preghiera degli amici giungono fino all’orecchio di Dio, amico degli uomini.

C’è una disponibilità senza limiti di Dio nel venire incontro alla nostra preghiera. Ma per lui conta il cuore, la fiducia e quindi l’insistenza e la perseveranza nella preghiera. Questo ci fanno comprendere i due esempi limite portati da Gesù, quello dell’amico che arriva a mezzanotte e quello del padre che non darà mai una serpe al figlio che gli chiede un pesce. Chiediamo e ci sarà dato, cerchiamo e troveremo, bussiamo al cuore di Dio, come fece Abramo, e il Signore volgerà il suo sguardo su di noi.

Intenzioni di preghiera

1) Dio grande e buono, sulla parola del tuo Figlio noi bussiamo con fiducia alla porta della tua misericordia e ti chiediamo: “insegnaci a pregare”, a partecipare del tuo modo di parlare al Padre, di stare alla sua presenza, di colloquiare con lui in modo confidente.

2) Ti preghiamo, Signore, per papa Francesco e per i giovani che nei prossimi giorni incontrerà a Cracovia per la Giornata mondiale della Gioventù: perché sia vissuta con gioia, liberi i cuori dalla paura e li apra alla speranza. Accompagna nel suo servizio il nostro vescovo Crescenzio.

3) O Signore, accogli la nostra insistente preghiera di intercessione per la Siria e per tutte quelle città e i tanti paesi feriti dalla guerra. Libera i prigionieri e custodisci la vita di Mar Gregorios Hibrahim, di Paul Yazigi e di Padre Paolo Dall’Oglio.

4) Signore, nella tua misericordia senza confini, ascolta la preghiera di chi è malato, solo, anziano e si affida a te e alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.

5) O Signore, insegnaci a confidare sempre nel tuo amore e a non sottrarci alla comunicazione generosa del Vangelo soprattutto ai più giovani. Guida la Chiesa per le vie del mondo, preservala da ogni male, custodiscila nell’amore.