parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 08/11/15

32ª domenica Tempo Ordinario /B
 
 

Letture: 1Re 17,10-16; Salmo 145; Ebrei 9,24-28; Marco 12,38-44.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 12, versetti 38-44

38 Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.

44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».


Riponiamo la nostra fiducia in Dio

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Gesù disse ai discepoli: «questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.»

Ascoltiamo e accogliamo quanto il Signore ci comunica

Gesù è al termine del suo viaggio a Gerusalemme. Si trova nel cortile del Tempio, attorniato da tanta folla, mentre le autorità religiose, scribi e farisei gli vanno contro e si preparano ad eliminarlo. Mentre questi lo osteggiano, la folla lo ascolta volentieri.

Ci viene da pensare alle vicende attuali attorno a papa Francesco, seguito con amore da grandi folle e osteggiato da quelli che vogliono difendere i loro privilegi. Dinanzi a questa realtà di ieri e di oggi, il Vangelo ci fa riflettere su come noi ci poniamo, come ascoltiamo e accogliamo quello che Gesù ci dice. La sua parola è salvezza per noi, dona pace, serenità e forza nelle difficoltà.

La fiducia di due povere vedove

Anche oggi ci sono quelli che sono come gli scribi descritti da Gesù: si aggirano con lunghe vesti, occupano i primi posti nella vita della società, ricevono saluti e onori dalla maggioranza. Sono quelli che orientano le nostre abitudini, influenzano i nostri modi di pensare, hanno potenti mezzi difendersi dai cambiamenti.

Il Signore ci invita a guardare alle fede di queste persone di cui ci parla oggi la Parola di Dio. C’è il profeta Elia rimasto senza nulla da mangiare in un tempo di siccità, c’è una vedova anch’essa al limite della sopravvivenza; e poi nel Vangelo, da una parte molti ricchi che facevano laute offerte per il Tempio di Gerusalemme, dall’altra ancora una povera vedova che non ha nulla, è rimasta solo con due spiccioli e li offre rimanendo totalmente senza un soldo.

La vita non dipende da ciò che possediamo

La parola di Dio richiama la nostra attenzione proprio su queste figure. Noi confidiamo tanto sulle nostre forze, sulle nostre capacità, lavoriamo per avere sempre di più di quel poco o molto che abbiamo. Queste persone della Scrittura ci aprono ad un atteggiamento interiore, intimo col quale vivere la nostra vita.

Nell’atteggiamento di Elia e delle due vedove c’è quello che Gesù ci manifesta in modo pieno e totale: la sua fiducia nel Padre in tutta la sua vita terrena, fino al momento supremo della croce. La nostra vita non dipende dai beni che abbiamo, anche se sono necessari per vivere. Dice Gesù: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede» (Lc 12, 15).

Impariamo a guardare con amore i più deboli

Il Signore guarda al nostro cuore e ci invita a orientare lo sguardo su quella vedova che ha dato solo due spiccioli. Il suo gesto, insignificante agli occhi dei più e magari anche disprezzato, è guardato con affetto e ammirazione da Gesù. Da lui impariamo a guardare con amore e attenzione anche le cose più piccole.
E impariamo a guardare con affetto a quelli che nessuno difende, a quelli che oggi sono come quella vedova di Zarepta che era rimasta solo con un pugno di farina e un po’ di olio. Pensiamo ai tanti che sono costretti ad emigrare perché non hanno più dove dormire e che cosa mangiare.

Poniamo la nostra fiducia in Dio

Da queste figure considerate marginali secondo la logica del mondo possiamo apprendere a mettere la nostra vita nelle mani del Signore, a porre la nostra fiducia in lui, nelle sue parole che non deludono. Gesù stesso, che non aveva nulla – “svuotò se stesso, prendendo la forma di servo”, dice san Paolo (Fil. 2, 7) – va incontro alla passione con la fiducia che il Padre suo non lo abbandonerà alla morte.

Dal profeta Elia, dalle due vedove che ci sono state presentate, impariamo ad amare Dio con tutte le nostre forze, a porre la nostra fiducia in Lui che non ci abbandona mai; e impariamo a guardare con amore ed attenzione a quelli che sono rimasti senza nulla.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore, che lodi l’umile offerta di una povera vedova, insegna a noi che abbiamo tante ricchezze e che nella tua casa abbiamo ricevuto tanti doni, a testimoniare con generosità la concreta adesione al tuo Vangelo.

2) Ti preghiamo, o Signore, per papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa perché sia sempre casa accogliente per i poveri e mostri il volto misericordioso del Padre.

3) Signore, Padre degli orfani e delle vedove, consola chi soffre, chi è solo, chi è malato, povero e prigioniero: che il tuo amore tenero e appassionato possa raggiungere ogni uomo.

4) Ti preghiamo, o Signore, per Aleppo devastata dalla guerra e perché presto si trovino vie di pace per la Siria. Proteggi la vita di tutti quelli che sono stati sequestrati e dona loro la liberazione.

5) Signore, a te affidiamo la vita di tanti uomini e di tante donne che fuggono dalla guerra e dalla povertà, di chi cerca rifugio e protezione per sé e per la propria famiglia. Perché più nessuno perda la vita e perché si affermi nei nostri paesi una cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità.