parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 18/10/15

29ª domenica Tempo Ordinario /B
 
 

Letture: Isaia 53, 10-11; Salmo 33; Ebrei 4, 14-16; Marco 10, 35-45.

Memoria di san Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli. Secondo la tradizione fu medico e pittore.

Dal Vangelo di Marco capitolo 10, versetti 35-45

35Si avvicinarono a Gesù, Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


La vita come servizio agli altri

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«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,
e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.»

L’incontro col Signore “paziente e misericordioso”

La liturgia è l’incontro col Signore nel suo giorno, tutti insieme, nella gioia della fraternità che il Signore ci dona di vivere. E ogni volta la sua luce, la chiarezza della sua parola illumina e purifica quello che abbiamo dentro anche negli angoli più reconditi.

Il Signore è paziente, è misericordioso e comprende le nostre debolezze perché anche lui ha sofferto, ha preso la nostra natura umana, si è identificato con noi tranne che nel peccato. A lui possiamo parlare con schiettezza.

Giacomo e Giovanni, audaci e un po’ temerari

Giacomo e Giovanni, i due figli di Zebedeo si avvicinano a Gesù con una certa audacia, con una iniziativa un po’ temeraria: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». E Gesù si apre alla domanda, non è disturbato dalla loro audacia: «Che cosa volete che io faccia per voi?».

E qui essi manifestano i loro desideri di emergere sugli altri, di primi posti, di riconoscimenti. Gesù non si scandalizza ma dice loro: «Voi non sapete quello che chiedete». E comincia ad educare il desiderio, ponendo domande. Noi non conosciamo tutto il nostro desiderio. E Gesù ci educa ponendo domanda su domanda. Non reprime fin dall’inizio, non nega nulla, ma pone domande che purificano motivazioni e impulsi. Gesù conosceva quanto erano focosi quei due fratelli, non è a caso che li aveva soprannominati “boanerghes”, figli del tuono.

Meglio una Chiesa incidentata che una Chiesa malata

E chiede: Dite qual è la vostra sete. Ma collima con ciò che mi verrà chiesto di bere? Essi senza esitare gli rispondono: «Lo possiamo». Il desiderio è grande e rispondono a Gesù senza la minima riserva. Restano figli del tuono. Bene hanno fatto ad osare, così potranno essere corretti.

Monsignor Romero commentando il gesto dei due dice: «noi non vogliamo essere cristiani timidi, passivi. Ogni cristiano abbia una creazione audace e creativa». Pensiamo anche alle parole di papa Francesco: «a una chiesa che vive chiusa … succede esattamente come a una persona reclusa: si atrofizza fisicamente e mentalmente … preferisco mille volte una Chiesa incidentata che una Chiesa malata».

L’incidente c’è stato, ha messo a nudo i desideri dei due discepoli, ma anche quelli degli altri dieci. Infatti non se la prendono con Gesù per quello che ha detto, per la sofferenza cui andrà incontro fino alla morte, ma ritornano ai due fratelli, come se non avessero ascoltato le parole di Gesù. Meno audaci, ma con gli stessi pensieri.

Il Signore si è fatto servo

Isaia ci presenta il Signore come il servo di Dio, colui che si mette a servire. E Gesù con pazienza li chiama tutti intorno a sé e si mette a spiegare: voi sapete qual è l’esperienza comune, quelli che passano per capi o si considerano tali vogliono dominare sugli altri, tra voi non è così.

Davanti a Gesù che «pur essendo nella condizione di Dio, svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte» (Fil 2,6-8) ogni tendenza a dominare gli altri o a esercitare un monopolio non è cosa buona.

Una vocazione di servizio, non solo per i cristiani

«Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Questa forma scelta da Gesù crea un’apertura misteriosa: ogni figlio di Adamo può sentirsi coinvolto. Un significato che comprende tutta la condizione umana. Questa è la nostra vocazione, questa è la vocazione della Chiesa: vocazione di servizio. Dal Vangelo promanano energie in favore della fraternità, della giustizia, della pace contro oppressioni e discriminazioni.

Viviamo un’ora particolare per lavorare con intelligenza e costanza per la pace. Questa è l’ora dell’accoglienza e della pace, a partire dai più piccoli, dai deboli, dagli stranieri, purificandoci da ogni desiderio di potere. «Nel mio regno – dice anche a noi il Signore – le persone non si distingueranno nel sedersi alla mia destra o alla mia sinistra, ma per l’amore col quale serviranno gli altri».

Intenzioni di preghiera

1) Signore Gesù, Tu che non sei venuto per essere servito ma per servire, rendici capaci di uscire dalle nostre abitudini per andare nelle periferie del mondo, certi che il più grande nella comunità è colui che si spende per far conoscere a tutti la lieta notizia del Vangelo.

2) Signore, ricordando la deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, noi ti preghiamo perché mai più il disprezzo e l’odio razziale possano aver ragione sulla vita di tanti uomini e di tante donne.

3)Signore, Padre buono, riempi della tua grazia e dei tuoi doni la Santa Chiesa. Proteggi e sostieni col tuo amore Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

4) Mentre ti ringraziamo per la liberazione di Padre  Mourad, ad una sola voce ti chiediamo Signore di disarmare i disegni dei violenti. Fa risorgere il mondo intero perché l’odio, la violenza, la guerra non incombano più sul suo destino. Libera tutti quelli che ancora sono nelle mani dei sequestratori.

5) Signore, ti preghiamo per chi è povero, malato, debole, sofferente: perché sia asciugata ogni lacrima e ogni tristezza sia mutata in gioia dal tuo amore.