parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione dell'11/10/15

28ª domenica Tempo Ordinario /B
 
 

Letture: Sapienza 7,7-11; Salmo 89 (90); Ebrei 4,12-13; Marco 10,17-30.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 10, versetti 17-30

17Mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre».

20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.


Mettiamo Dio al primo posto e conosceremo
l’abbondanza dei beni che vengono da lui

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«Va', vendi quello che hai e dallo ai poveri,
e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!»

Vuoi camminare con me in un cammino di amore?

C’è una domanda che emerge dalla pagina evangelica di oggi, rivolta a ciascuno di noi: quanto ci lasciamo coinvolgere dall’invito che il Signore ci fa, di camminare con lui e crescere come donne e uomini impregnati dal suo spirito di amore.

Il Vangelo ci mette davanti tre quadri: il primo, l’incontro di un uomo con Gesù che non va a buon fine, per via dell’attaccamento alle proprie cose, alle sue ricchezze; il secondo, la riflessione che Gesù invita a fare perché la nostra vita non venga sciupata ma spesa per il bene; il terzo, chi mette Dio al primo posto non vive una vita di privazione ma conosce una meravigliosa sovrabbondanza.

Il Vangelo ci chiede una risposta

Ogni domenica la liturgia è incontro col Signore, in maniera personale e comunitaria allo stesso tempo. C’è un dialogo che si apre ogni volta, il Signore ci parla, ci guarda con uno sguardo di amore e ci invita a rendere leggera la nostra vita dinanzi ad abitudini consolidate che ci bloccano dinanzi al cambiamento che il Vangelo ci chiede.

Il Vangelo chiede sempre un impegno, una decisione, una risposta. Questo nostro legame con le cose ci rende avari verso chi non ha nulla. La Parola di Dio vuole arrivare al cuore, incidere nei pensieri della nostra mente, come recita la lettera agli Ebrei (4,12): La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Che cosa avviene dopo ogni incontro col Signore nella santa liturgia? Ce ne torniamo come quell’uomo del Vangelo o ci lasciamo coinvolgere da quanto il Signore ci fa conoscere?

Il cammello e la cruna di un ago

È facile rifiutare il Vangelo per restare come si è, continuare per la strada di sempre. L’attaccamento ai propri beni, materiali, spirituali, affettivi sono come un blocco che non ci permette di diventare liberi di amare, di incontrare, di vivere come Gesù.

Gesù guarda tutti noi e usa immagini esagerate che a lui piacciono. Non solo quella del cammello che passa per la cruna di un ago. Altre volte ha parlato della trave sul proprio occhio e della pagliuzza nell’occhio dell’altro, oppure di spostare un mondo, sradicare un albero e piantarlo in fondo al mare.

Figli – dice Gesù – quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Che cosa ci vuol dire con questa immagine esagerata? Che ognuno di noi, pieno di tante cose, dei suoi beni, del suo tempo, deve farne un filo e un mantello per coprire la nudità di chi non ha nulla. E il filo passa per il piccolo buco di un ago.

La scelta sapiente di Salomone

I poveri sono nostri fratelli verso i quali siamo debitori di amore e di aiuto. Essi hanno diritto al nostro amore e al nostro sostegno. Fare quanto ci chiede il Signore è soprattutto una grande sapienza di vita. Il re Salomone lo aveva compreso bene (Sap. 7,8-9): stimai un nulla la ricchezza a confronto con la sapienza di vita con Dio … perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.

Alla domanda di Pietro che conclude il brano evangelico Gesù risponde che chi mette Dio al primo posto conosce l’abbondanza di beni, di rapporti, di affetti, in una crescita che supera ogni previsione. Sono beni di fraternità, di pace, di amore, di unione di cui il nostro mondo ha molto bisogno.

Le tante tragedie che continuano ad insanguinare tante terre, tanti popoli, persone inermi, il mettere al primo posto i propri beni, il guadagno di quelli che producono e vendono armi, ci faccia riflettere sulle nostre scelte, sulla risposta che il Signore attende da ciascuno per rendere il nostro mondo più giusto, più umano.

Intenzioni di preghiera

1. Signore Gesù, che hai detto “Va’ e vendi tutto quello che hai”, aiutaci ad essere distaccati dai beni della terra, per essere pronti a seguirti e disponibili verso i nostri fratelli.

2. Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la santa Chiesa perché sempre riponga la sua fiducia nella ricchezza della tua grazia. Elargiscila con abbondanza in questi giorni ai vescovi, riuniti per il Sinodo sulla famiglia.

3. Ti preghiamo, Signore, per quanti faticano a credere che c’è più gioia nel dare che nel ricevere e per i giovani: perché possano incontrare sul loro cammino persone che li accompagnino con affetto all'incontro con il Vangelo e con i poveri.

4. Ti preghiamo, o Signore: dona a chi è malato la tua guarigione che dà vigore al corpo e serenità allo spirito.

5. Signore, che davanti al male ci inviti nella fede a non smettere mai di sperare e di attendere la pace, ascolta la nostra preghiera per la Siria e per tutto il Medio Oriente. Fa’ che torni presto la pace. Proteggi la vita di tutti i sequestrati e dona loro la libertà.