parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 12/07/15

15ª domenica Tempo Ordinario /B
 

Letture: Geremia 23,1-6; Salmo 22; Efesini 2,13-18; Marco 6,30-34.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 6, versetti da 30 a 34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

UN NUOVO POPOLO DI UMILI E MISERICORDIOSI

GesùDiscepoli500
«Venite in disparte, voi soli,
in un luogo deserto, e riposatevi un po'».

La liturgia, riunione di famiglia col Signore

Ogni domenica, la liturgia che ci riunisce attorno al Signore alla fine della settimana e all’inizio di quella nuova, ci fa vivere quello che l’evangelista Marco ci racconta nella pagina di oggi. Anche noi abbiamo da raccontargli, come gli apostoli, quello che abbiamo vissuto lungo la settimana, comunicando il Vangelo e ripetendo i suoi gesti di misericordia verso quelli che il Signore ci ha inviato ad incontrare.

È questo il nostro momento di intimità col Signore, egli ascolta il racconto dei nostri incontri e ci illumina, ci corregge, ci spiega. Abbiamo bisogno di imparare sempre di più ad incontrare come fa il Signore, ad ascoltare con attenzione e rispondendo con la forza di amore che il Signore ci comunica.

Il Signore apre il nostro cuore all’attenzione verso gli altri

È un dono per la nostra vita l’essere guidati dalle parole e dai gesti del Signore; così egli ci guarisce da quella malattia che è la concentrazione su noi stessi che rende sordi, indifferenti, distratti dinanzi alle folle che anche oggi vanno in cerca di qualcuno che li ascolti, li comprenda e li aiuti.

Sono le folle dei tanti migranti che fuggono dalla guerra, dalla povertà, dalla schiavitù di una vita disumana; sono i tanti anziani che in questo tempo soffrono per la solitudine, per il caldo che mette a rischio la loro fragile vita. La parola del Signore ci rende attenti ai gemiti che salgono a lui da tante parti, quelli della nostra città, del quartiere in cui viviamo, ma ci fa sentire anche le voci che vengono da lontano, da paesi al di là del mare, dai diversi continenti, dalle terre dove i cristiani sono perseguitati, cacciati via, come in Siria e Iraq, come in Pakistan e in altri paesi.

Vedere e ascoltare le folle di questo tempo

Quante sofferenze, quanto dolore, quanta violenza che si abbatte sui deboli. Vediamo che nella nostra città la violenza si è fatta più forte, vediamo che nel mondo ci sono troppe guerre e tanta gente è confusa, smarrita, proprio – come Gesù dice – sono “come pecore che non hanno pastore”.

Quando Gesù scende dalla barca sull’altra riva vede anche qui una grande folla che cerca. E si ferma, si commuove su di loro vedendo che sono senza una guida, senza un riferimento, senza una direzione per la propria vita. E si mette ad ascoltarli e a parlare con loro. Le sue parole sono come una luce che fa vedere, comprendere, dentro situazioni confuse.

Demolire i muri di inimicizia

Sentiamo in questi giorni notizie di nuovi muri che si innalzano in alcuni paesi, essi sono la manifestazione di muri che prima che fuori si ergono all’interno del proprio cuore. Gesù è colui che è venuto ad abbattere i muri che dividono. E il primo muro da abbattere è quello della inimicizia.

Quando non incontri, non ascolti, non ti fermi a guardare con interesse, prendono piede le paure, la diffidenza che diventa indifferenza alla sofferenza e al dolore altrui. E il cuore si indurisce sempre di più. E si diventa come ciechi e sordi.
L’incontro, il dialogo, l’ascolto è la via per la pace, per l’unione e soprattutto ci apre alla compassione, alla commozione di Gesù davanti alle folle. Pregare per queste persone vicine e lontane è aprire il cuore a queste invocazioni che salgono da tanti luoghi della terra. E la preghiera fatta con umiltà e fiducia attraversa le nubi e giunge al Signore.

Preghiera e compassione generano un nuovo popolo di “umani”

La preghiera per quelli che gemono sotto il peso della violenza, della solitudine, dell’abbandono è un grande atto di misericordia. Come leggiamo nel Siracide, “splendida è la misericordia nel momento della tribolazione, come le nubi apportatrici di pioggia nel tempo della siccità” (35,26).

Questa famiglia suscitata dal Signore è come quel germoglio giusto di cui parla il profeta, “che eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra” (Ger 23, 6). Il germoglio è qualcosa di molto piccolo, ma ha in sé una forza di vita per diventare un nuovo albero che protegge dal caldo, e che frutti che sfamano gli affamati di giustizia, di amicizia, di amore e di pace.

Questa forza di vita il Signore ce l’ha comunicata perché in questa realtà difficile e confusa del mondo possa crescere sempre più quest’albero con tanti rami e tanti frutti. Con la preghiera, con l’ascolto e l’incontro crescerà la compassione, l’interesse per gli altri, per chi soffre, per chi è rimasto senza nulla.

Intenzioni di preghiera

1) Ti ringraziamo, o Signore, per la santità di questo giorno in cui ci chiami in disparte per poter ascoltare la tua parola, nutrirci alla tua mensa e ricevere da te la forza vera della nostra vita.

2) Signore, tu che hai compassione delle folle, manda alla tua Chiesa pastori secondo il tuo cuore, autentici servitori dei poveri. Fa’ che siano ambasciatori della tua tenerezza. Sostieni e proteggi Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

3) O Signore, noi ti preghiamo per i poveri che serviamo ed amiamo e per quelli che non conosciamo, che sono come pecore senza pastore: perché possano incontrare la tua commozione e il tuo amore li guidi e li consoli.

4) Signore che, per mezzo della croce, hai eliminato l’inimicizia, aiuta i popoli sconvolti dalla guerra e dalla violenza a ritrovare le vie della riconciliazione. Davanti a te ricordiamo la Siria, l’Iraq, la Libia. Libera tutti coloro che sono ancora sequestrati e in pericolo.

5) Ti preghiamo, o Signore, per chi è straniero, per gli immigrati, per i profughi, per chi affronta viaggi lunghi e pericolosi, perché tutti trovino accoglienza e futuro.