parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 03/05/15

Quinta Domenica di Pasqua /B
 

Letture: Atti 9,26-31; Salmo 21; 1Giovanni 3,18-24; Giovanni 15, 1-8.

Memoria degli apostoli Filippo e Giacomo

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 15, versetti da 1 a 8

1 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci.

Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.


“CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO”

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«Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto»

Camminare guidati dal Vangelo

In queste domeniche che dal giorno di Pasqua ci portano alla festa di Pentecoste, dello Spirito che scende con forza sui discepoli, la Chiesa ci propone le pagine del Vangelo di Giovanni e il libro degli Atti degli Apostoli, dove si racconta l’inizio e la crescita delle prime comunità cristiane nate dalla predicazione del vangelo.

E oggi il libro degli Atti ci racconta che “la Chiesa si consolidava e camminava nel timore del Signore e con il conforto dello Spirito santo, cresceva di numero” (At 9, 31). Queste parole ci fanno riflettere sulla nostra realtà in questo quartiere, sulla crescita della comunità cristiana qui e altrove, su come noi viviamo ed annunciamo il vangelo.

Tempo difficile, ma anche tempo di tante opportunità

Questo tempo che viviamo è carico di tanti problemi, ci sono paesi dove c’è la guerra, paesi dove i cristiani presenti da duemila anni stanno subendo persecuzioni e molti sono costretti ad andare via, ci sono paesi dai quali si fugge perché manca il necessario per vivere.

Ma penso che questo è anche un tempo di grazia per noi cristiani, un tempo nel quale sentire forte la responsabilità di dare un impulso di rinascita, di resurrezione ai paesi dell’Occidente a cominciare dai luoghi in cui viviamo.

Sono tanti i segni di rinascita nei quali coinvolgerci con coraggio. Le immagini di quanto nei giorni scorsi abbiamo vissuto in vari luoghi della nostra città, assieme ai nostri amici poveri - stranieri, anziani, persone che vivono per strada - ci aiutano a comprendere la bellezza di vivere quanto il Vangelo ci comunica. Sono immagini di fraternità, di comunione fra giovani e anziani, fra adulti e stranieri, fra bambini e giovani, in un clima gioioso, attenti gli uni agli altri. Sono immagini del Regno di Dio che viene, immagini di un mondo che può cambiare.

Un concerto dove i poveri sono al primo posto

Papa Francesco in un concerto che si terrà in Vaticano fra pochi giorni intitolato “Con i poveri e per i poveri” ha deciso di riservare i posti di onore ai poveri, ai migranti, ai senzatetto. E per la prima volta, in quelle prime file occupate per consuetudine da capi di stato e rappresentanti di istituzioni, siederanno coloro che sono considerati gli ultimi, lo scarto della società. I senzatetto saranno gli ospiti illustri, fra di loro anche alcuni amici di strada seguiti dalla Comunità di Sant’Egidio.

Tutto questo nasce e cresce da un rapporto intimo e profondo col Signore Gesù. Nel Vangelo di oggi c’è una immagine che Gesù stesso usa per farci comprendere che noi siamo chiamati a vivere in intima unione con lui, la stessa intimità che egli ha col Padre suo, l’immagine della vite e dei suoi rami, i tralci: “Io sono la vite, voi i tralci … Come il tralcio non può portare frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me”.

Si rimane con Gesù se le sue parole rimangono in noi

“Rimanete in me” – ci dice Gesù. E come rimanere in lui? Egli stesso ci indica una via semplice per restare con lui: si rimane in lui se “le sue parole rimangono in noi”. Le sue parole diventano il nostro modo di pensare, di operare, di vivere. Per questo c’è bisogno di mettersi in ascolto del Vangelo, di farlo personalmente e insieme, c’è bisogno di pregare come Lui faceva ogni giorno in colloquio col Padre suo.

Questa è la condizione per portare frutto, per essere un segno di vita nuova in mezzo agli altri. La sua parola ci purifica dall’individualismo, ci guarisce dall’indifferenza, ci fa eliminare tanti rami di egoismo che non accolgono la linfa dell’amore che Gesù vuole far circolare in ogni aspetto della nostra vita, in ogni nostro pensiero, in ogni nostro sguardo.

Una comunione che da Gesù si apre a tutti

È questa comunione con Gesù che ci avvicina gli uni agli altri, ci fa scoprire la bellezza di vivere insieme, di riconoscersi fratelli e sorelle, che crea spazi di libertà nei quali ognuno si sente accolto, amato, partecipe.

Questo è tempo di radicarsi nel Vangelo, di parlare agli altri con la libertà di chi impara ad agire per amore, gratuitamente, liberato dagli impacci del protagonismo, del mettersi in mostra. Uniti a Gesù come i rami alla vite, certamente verranno tanti frutti di pace, di solidarietà, di vicinanza ai più deboli, di gioia. È il regno di Dio che viene a cambiare questo mondo.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore Gesù, che sei la "vite vera", aiutaci ad essere tralci fecondi, nella gioiosa fedeltà ai tuoi insegnamenti.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa perché sia sempre capace di rinnovarsi nel tuo amore.

3) Ti preghiamo, o Signore, per tutti i cristiani perché, radicati nell'ascolto della tua Parola, siano autentici testimoni della Resurrezione. Proteggi quelle comunità più esposte ai pericoli e alla persecuzioni, soprattutto in Medio Oriente. Concedi la liberazione a chi è ancora sequestrato in Iraq e in Siria.

4) Ti preghiamo, Signore, per tutte le vittime del terremoto in Nepal e ti chiediamo di concedere consolazione, forza, coraggio ai superstiti. Che il sostegno della solidarietà fraterna, possa aiutare la popolazione a ritrovare la speranza e a guardare il futuro.

5) Accogli, Signore, la preghiera di chi, malato, si affida alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.