parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 02/11/14

31ª Domenica Tempo Ordinario/A - Memoria Defunti
   

Letture: Isaia 25,6.7-9; Salmo 24; Romani 8,14-23; Matteo 25,31-46.

Memoria di tutti coloro che si sono addormentati nel Signore. Ricordiamo in particolare quei defunti che non sono ricordati da nessuno e tutti quelli che sono cari al nostro cuore.

buonSamaritano«Tutte le volte che avete fatto ciò a uni dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me»

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 25, versetti da 31 a 46

Gesù disse ai suoi discepoli: 31«Quando il Figlio dell’uomo verrà nel suo splendore, insieme con gli angeli, si siederà sul suo trono glorioso. 32Tutti i popoli della terra saranno riuniti di fronte a lui ed egli li separerà in due gruppi, come fa il pastore quando separa le pecore dalle capre: 33metterà i giusti da una parte e i malvagi dall’altra.

34Allora il re dirà ai giusti: “Venite, voi che siete i benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. 35Perché, io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; 36ero nudo e mi avete dato i vestiti; ero malato e siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete venuti a trovarmi”.

37E i giusti diranno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo incontrato forestiero e ti abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e ti abbiamo dato i vestiti? 39Quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” 40Il re risponderà: “In verità, vi dico: tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me!”

41Poi dirà ai malvagi: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che Dio ha preparato per il diavolo e per i suoi servi! 42Perché, io ho avuto fame e voi non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43ero forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e non mi avete dato i vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete venuti a trovarmi”.

44E anche quelli diranno: “Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, forestiero, nudo, malato o in prigione e non ti abbiamo aiutato?” 45Allora il re risponderà: “In verità, vi dico: tutto quel che non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E questi andranno nella punizione eterna mentre i giusti andranno nella vita eterna».

L’AMORE DI DIO PER NOI CONTINUA OLTRE LA MORTE

Imparare ad amare come ama Dio

Facciamo memoria, oggi, di tutti i nostri fratelli defunti. Una memoria che ci mette dinanzi alla realtà della morte, ma soprattutto dinanzi all’amore di Dio che continua oltre la morte. Il Signore non abbandona quelli che ha amato, non li lascia mai, specie nel difficile passaggio della morte.

Gesù ci ha fatto conoscere con le sue parole e le sue azioni che Dio è amore, che Dio è un Padre che ama i suoi figli. E l’amore non finisce mai, nemmeno con la morte. Dal Signore noi impariamo che vivere è amare, impariamo a vivere amando.

La pagina evangelica ce lo mostra in maniera concreta con tanti esempi: avevo fame, avevo sete, ero nudo, malato, carcerato. E voi vi siete fatti vicini a me, mi avete aiutato – dice Gesù – identificandosi con questi fratelli più deboli. Chi ama i poveri ama Dio e i poveri sono sempre nel cuore di Dio. Noi imparando amare con lo stesso amore che Gesù ci ha manifestato entriamo nel cuore di Dio e viviamo con Dio.

Cristo è risorto, primo risuscitato dai morti

Questa famiglia che vive di amore continua nel tempo, anche oltre la morte. Noi crediamo questo perché crediamo nella resurrezione di Gesù, come professiamo nel Credo: “fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture”.

Ma Cristo – come ci ricorda l’apostolo Paolo (Col 1, 17-18) - «è anche capo di quel corpo che è la chiesa, è il primo risuscitato dai morti». E se Cristo è risorto, anche noi risorgeremo dai morti. Questa è la nostra fede che professiamo nel cuore della liturgia: Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della sua venuta.

Un ponte di amore che lega il cielo e la terra

In questa memoria dei defunti, ci sentiamo avvolti da questo mistero di amore che ci coinvolge, ci fa sentire la comunione con quelli che abbiamo conosciuto, che abbiamo amato, che abbiamo aiutato; con i fratelli e le sorelle di questa famiglia che ci hanno preceduto accanto al Signore, con i poveri, gli anziani, gli stranieri che abbiamo accompagnato stando accanto a loro nel momento della morte, il momento difficile del passaggio da questa vita sulla terra all’altra in cielo.

L’antica usanza di seppellire i morti nelle chiese o accanto ad esse ci aiuta a pensare che i nostri defunti continuano ad essere presenti nelle nostre chiese dove hanno partecipato alla preghiera, alla liturgia assieme ha noi e da dove sono stati accompagnati verso il cielo. E ancora oggi, nei piccoli paesi, si continua questa tradizione di avere i morti sepolti accanto alle chiese dove hanno ricevuto i sacramenti, dove hanno professato la loro fede.

Dopo la resurrezione di Gesù, la morte non allontana più i credenti gli uni dagli altri, non rompe più i vincoli di amore legati sulla terra, non fa più uscire dalla famiglia di Dio. Gesù ha dato la vita perché non andasse perduto nessuno di coloro che il Padre gli aveva affidato. Ed egli ci coinvolge perché ogni vita sia difesa, sia accompagnata nella debolezza, nella difficoltà fino al momento del difficile passaggio della morte.

Lavoriamo perché cresca la famiglia di Dio su questa terra

E quando non possiamo far più nulla per la vita su questa terra, il Signore è pronto ad accogliere questi nostri fratelli e presentarli al Padre suo. E noi continuiamo a diffondere il Vangelo dell’amore e della pace, consolando, aiutando come impariamo dal Signore Gesù.

Mentre ricordiamo nella preghiera i nostri fratelli defunti, i poveri che abbiamo conosciuto ed amato, i familiari che non sono più con noi, ricordiamo in particolare coloro che non sono ricordati da nessuno, coloro che hanno dato la vita per la fede in Cristo Gesù. Da loro ci sentiamo spronati a spendere la nostra vita con il coraggio dell’amore, ad essere testimoni della nostra fede nella resurrezione.

Intenzioni di preghiera

  • 1) O Signore, Amante della vita, aiutaci ad avere una fede più forte, una speranza più viva, per spendere il dono della nostra vita con il coraggio dell’amore.
  • 2) Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa Santa di Dio, perché testimoni sempre davanti a tutti gli uomini la sua fede nella Resurrezione.
  • 3) O Signore, noi ti preghiamo, accogli le invocazioni che a te presentiamo e che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: prendi nelle tue mani la vita di chi è misero, dà sostegno a chi è nel bisogno, continua a liberare dal peso della morte chi è condannato senza appello: concedi a tutti di godere della tua misericordia.
  • 4) O Signore, che liberi dalla morte, ascoltaci mentre ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo. Ricordati della Terra Santa, dell’Iraq, della Siria. Ti preghiamo per tutte le persone ancora sequestrate, come Mar Gregorios Hibraim, Paul Yazigi, Padre Paolo Dell’Oglio.
  • 5) O Signore, in questo giorno ricordiamo in modo particolare i nostri fratelli defunti, i nostri familiari, i poveri nostri amici, e, con loro quanti sono morti lontani dalla loro casa nella speranza di un futuro migliore, quelli sono morti senza cure, quanti sono morti nella solitudine, per la violenza degli uomini, per le tante guerre che sono nel mondo, per i tanti bambini a cui la vita è stata strappata. Tu che conosci ciascuno per nome, accoglili tutti nel tuo regno di pace e dona a noi la grazia di poterli sempre ricordare e di proteggere la vita di tutti quelli che sono in pericolo.
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