parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 14/09/14

24a Domenica Tempo Ordinario/A
   

Letture: Numeri 21,4-9; Salmo 77; Filippesi 2,6-11; Giovanni 3,13-17.

Festa della Esaltazione della santa Croce

Crocifisso«Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito.»

Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 3, versetti da 13 a 17

Gesù disse a Nicodemo:

13Nessuno è mai salito al cielo,
se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo.

14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,
così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,
ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

LA CROCE, SEGNO DELLA NOSTRA SALVEZZA

La croce manifesta l’amore di Dio per tutti

Oggi tutta la Chiesa, in Oriente e in Occidente, celebra la festa della Santa Croce, da quando – il 14 settembre del 335 – fu ritrovato il legno della croce sul quale era stato crocifisso Gesù. Con Gesù la croce – da simbolo di vergogna e di condanna – è diventato segno di un amore senza limiti, come è l’amore di Dio, perché anche noi ne siamo attratti, coinvolti.

La croce è segno dell’amore immenso di Dio per tutti gli uomini. A Gerusalemme, celebrando questa festa, il celebrante alza la croce e la mostra verso i quattro punti cardinali, ad indicare appunto che Gesù è venuto per dare la sua vita e comunicare amore a tutti gli uomini.

Sono tante le croci in questo mondo

Oggi la croce è diventato il segno di un amore senza limiti, l’amore di Dio che noi cristiani siamo chiamati a vivere. Guardando la croce di Gesù noi vediamo le tanti croci nel mondo che pesano sugli uomini: per via della guerra, della povertà, della miseria, della solitudine, della malattia.

Gesù, da Figlio di Dio, si è abbassato, «ha preso la condizione di servo, umiliò se stesso – ci dice Paolo – facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce». Di fronte al male, alla violenza, alle ingiustizie, Dio risponde con l’amore. È la vita tutta di Gesù sulla terra che ce lo manifesta e ce lo spiega.

Gesù si fa vicino ai malati, agli esclusi, ai condannati e a tutti dona amore, guarigione. E chiama a convertire il proprio cuore e imparare da Lui, perché non con la forza e la violenza si rende migliore questo mondo, ma con la mitezza, la vicinanza, l’incontro fraterno.

La risposta di Dio al male è l’amore

Non è una risposta debole quella di Dio. Vediamo tutti le conseguenze di chi pensa di affrontare gli altri con le armi, con la violenza, con la guerra. «La guerra è una follia - ha detto papa Francesco visitando il cimitero di guerra a Redipuglia - La guerra distrugge anche l’essere umano, stravolge il legame tra i fratelli. Gesù nel vangelo ci chiede l’opposto. Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore; chi invece non lo fa, chi con le sue omissioni dice: “A me che importa?”, rimane fuori».

E noi avvicinandoci alle croci che pesano sulle spalle di tanti, impariamo ad amare come il Signore. Siamo piccoli, deboli, tante volte paurosi di avvicinarci a coloro che soffrono. Ma farci accanto ai tanti crocifissi in questo mondo – come Maria e Giovanni che stavano ai piedi della croce - sciogliamo la durezza del nostro cuore, guariamo dall’indifferenza di chi vive pensando solo a se stesso.

Vivere per gli altri rende migliori noi e questo mondo

Vivere solo per se stessi è la cultura di questo mondo, molti vivono in questo modo. Ma così facendo, noi e questo mondo diventiamo peggiori. Stare vicino a un malato, vicino ad una mamma piegata dal dolore, accanto ad una persona sola rimasta senza forze, ci cambia il cuore, ci rende più umani.

Facciamo caso alle persone del nostro palazzo, specialmente a quelle che vivono da sole. Preoccupiamoci se per un po’ di tempo non le vediamo, non le incontriamo. Forse hanno bisogno di aiuto. E papa Francesco ci esorta: «esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore … Guarda al dolore del tuo fratello, ricostruisci l’armonia che si è spezzata! ... Fratelli e sorelle, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace».

Guardiamo alla croce di Gesù, avviciniamoci ai tanti crocifissi di questo mondo e il Signore ci trasforma nel profondo, fa nuovo il nostro cuore, pieno di tenerezza, misericordia, compassione, pieno di gioia.

Intenzioni di preghiera

  • 1. Signore, mentre contempliamo la tua croce, attiraci a te con la bellezza del tuo amore. Libera la nostra umanità dalla debolezza che limita la perfezione, dal peccato che ostacola la santità, dalla solitudine e dalla tristezza che ci allontanano dagli altri e donaci una vita piena.
  • 2. Signore, dinanzi a tante divisioni e violenze che opprimono la vita di tanti, noi invochiamo il grande dono della riconciliazione e della pace. Aiutaci a perseverare con pazienza e fiducia nel cammino della nostra vita con la forza del tuo amore paziente e fedele.
  • 3. Ti preghiamo o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa, perché semini tra gli uomini amore e sappia vivere sempre, sul tuo esempio, in modo disarmato, mite e ospitale.
  • 4. Signore accogli stasera le invocazioni che ti presentiamo. Ti preghiamo davanti a tanti scenari di guerra: ascolta il lamento di chi è oppresso dalla violenza, dona a tutti la pace. Veglia sulla vita quanti sono sequestrati in Siria e in Iraq per via della guerra. Proteggi tutti i cristiani e quanti sono in pericolo in quelle terre.
  • 5. Signore accogli l’invocazione di chi malato si affida alla nostra preghiera e alla speranza della tua guarigione.
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