parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 16/02/14

6a Domenica Tempo Ordinario/A
   

Letture:Siracide 15, 16-21; Salmo 118; 1Corinzi 2, 6-10; Mt 5,17-24.

 


«Va prima a riconciliarti con il tuo fratello"

Dal Vangelo di Matteo capitolo 5, versetti da 17 a 24

17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

UNA MEMORIA DI AMORE CHE UNISCE CIELO E TERRA

Una memoria alla quale si unisce anche il Cardinale

È molto bella questa liturgia che ci fa ritrovare tutti insieme per ricordare una persona che viveva per strada, Elisa Cariota, e assieme a lei quelli che - nelle stesse condizioni di bisogno - abbiamo conosciuto in questi anni e che ci hanno lasciato.

Il nostro Cardinale ha saputo di questa celebrazione e ha detto: «porta a tutti il mio saluto; volentieri sarei stato con voi, ma impedito per un’altra celebrazione, mi unisco a tutti voi con la preghiera, sentitemi vicino e unito a voi in questa memoria degli amici di strada che avete conosciuto».

Ricordare per nome gli “amici di strada” che ci hanno lasciato

E noi li ricorderemo per nome, uno per uno, a partire da Elisa, conosciuta per strada. È stata la prima che la Comunità di sant’Egidio ha conosciuto e che ha accompagnato fino agli ultimi momenti in ospedale.

Elisa muore il 17 febbraio del 1997. Da quell’anno, la Comunità di Sant’Egidio, in questo periodo, celebra la sua memoria e con lei quella di tutti gli amici che anno dopo anno la Comunità ha conosciuto e che incontra tutte le settimane, con le cene per strada, nei centri di aiuto o nelle mense.

È come una famiglia che ogni anno celebra l’anniversario ricordando i suoi cari. Chi è scomparso viene ricordato per nome. Nessuno deve essere dimenticato. Chi vive le sue giornate per strada – e alcuni anche la notte restano all’aperto – ha almeno questa certezza, la certezza di non essere dimenticato, di essere ricordato.

La giustizia di Dio è l’amore verso tutti

Il Signore Gesù ci insegna che la giustizia di cui ci parla va collegata all’agire di Dio. Egli agisce con un cuore grande e misericordioso. La giustizia che Gesù chiede ai suoi amici è l’amore. La giustizia di Dio è l’amore. L’amore tra noi e con Dio, è il compimento della Legge di Dio.

Noi qui, insieme, siamo immagine viva dell’icona che vediamo accanto all’altare: Maria, madre del Dio della misericordia, circondata dalle immagini di cui ci parla Gesù nel Vangelo: avevo fame, avevo sete, ero malato, ero nudo, ero carcerato, ero straniero … e voi mi avete aiutato. Per questo in ognuna di queste immagini c’è sempre un angelo che si prende cura di loro.

È la comunione, la riconciliazione che Gesù ci chiama a vivere. E per questo Gesù ha dato la sua vita. Egli ci ha insegnato il valore dell’amicizia quando ha scelto di dare la vita per i suoi amici, anche se erano persone che non valevano molto. Ma Gesù non ci ama perché siamo migliori degli altri. Gesù ci ama perché ci considera suoi amici. E anche se uno vive una vita modesta - per il Signore, per noi - nessuna vita è modesta. Ogni vita è preziosa e importante.

Chi è amico di Dio è amico degli uomini

Gesù giunge a dire: «Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono». Cioè Gesù chiede di interrompere persino l’atto supremo del culto per ristabilire l’armonia del perdono e dell’amicizia. La «misericordia» vale più del «sacrificio». La nostra relazione con Dio non può prescindere dall’amicizia bella e profonda tra gli uomini.

È questo il mistero di amore che stiamo vivendo in questa liturgia. L’apostolo Paolo dice che si tratta di una «sapienza che non è di questo mondo» e aggiunge: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito» (1 Cor 2,9). Il Signore ha preparato per noi questa immagine viva del suo Regno che viene, per mezzo dello Spirito.

Un’amicizia che congiunge la terra al cielo

E lo Spirito ci fa essere tutti – i vivi e i morti – una grande comunità, tra terra e cielo, dove nessuno è dimenticato. Questo è il senso del nostro ricordo dei nomi. Noi stessi non vogliamo dimenticare nessuno. Questo ci fa vivere la liturgia che celebriamo. Non è un momento di tristezza, è un momento di festa e di gioia, perché sappiamo che questi nostri amici che ricordiamo, sono felici con Gesù. L’amicizia come vicinanza con Gesù rende tutti felici.

L’amicizia rende felici sempre tutti. La nostra amicizia ci rende felici, illumina le strade buie della notte, riscalda i cuori nelle notti fredde, ci aiuta a guardare al domani con più fiducia. E quando la vita è dura, allora dobbiamo essere ancora di più amici tra di noi. L’amicizia difende i cuori dal male e li aiuta ad essere cuori che vogliono bene agli altri, sempre. E nemmeno la morte mette fine a questo.

Per questo siamo qui. La vita è dura ma noi siamo felici di ricordare chi è stato importante per noi, tante volte più di uno di famiglia. Ognuno di noi presente qui ha risposto all’invito a non stare solo, a stare insieme, come una famiglia, la famiglia della Comunità di Sant’Egidio, dove ognuno di noi si sente accolto, capito, amato, cercato. E siamo tutti contenti di questa amicizia che continua oltre la morte.

Intenzioni di preghiera

  • Signore, che ci riveli come occorra un cuore nuovo per praticare una lotta impegnativa contro il male, fa’ che ci lasciamo condurre dal tuo Spirito, nostro maestro interiore, sulla via della conversione e dell’obbedienza ai tuoi insegnamenti.
  • O Signore, noi ti preghiamo: aiutaci a vincere ogni tentazione prima che soffochi in noi la tua voce. Fa’ che amiamo la tua Parola perché essa guidi la nostra vita e maturi in opere di giustizia e di pace.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché semini con abbondanza la Parola, fondamento della fede, nutrimento della speranza e lievito di fraternità.
  • Ti preghiamo, o Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Dona al mondo intero la tua pace. Libera dal male della guerra il Centrafrica, il Sud Sudan e la Siria. Veglia sulla vita dei vescovi Mar Gregorios Hibraim, Paul Yazigi, di padre Dall’Oglio e di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.
  • Signore, aiutaci sul tuo esempio ad incontrare e ad aiutare chi è malato, a comprenderne il grande bisogno di guarigione. Donaci la tua compassione per consolare e non rassegnarci mai di fronte al male.
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