parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 02/02/14

Festa della presentazione di Gesù al tempio
   

Letture: Malachia 3,1-4; Salmo 23; Ebrei 2,14-18; Luca 2,22-40.

 


«I miei occhi hanno visto la tua salvezza».

Dal Vangelo di Luca capitolo 2, versetti da 22 a 40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35- e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

L’INCONTRO COL SIGNORE COMUNICA GIOIA

La festa dell’incontro di Simeone ed Anna con Gesù

Sono passati quaranta giorni dal Natale e oggi celebriamo la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo la sua nascita. È una delle poche feste che si celebra alla stessa data nelle Chiese di Oriente e di Occidente, che gli orientali chiamano la “festa dell’incontro”, quando Maria e Giuseppe seguendo la legge di Mosè: portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore.

Gesù entra nel Tempio e ci sono degli uomini di fede che lo riconoscono e sono pronti ad accoglierlo: il vecchio Simeone che lo prende fra le sue braccia e benedice Dio; e l’anziana Anna che si mette a lodare Dio e a parlare del bambino agli altri.

Icona dell’incontro tra le generazioni

Questa immagine del bambino con Maria e Giuseppe, assieme a Simeone ed Anna è una icona che ci fa contemplare una famiglia che comprende tre generazioni diverse, bambini, adulti e anziani, che ci riporta all’icona del Natale, immagine del Regno di Dio che si fa presente, che viene e si manifesta in mezzo agli uomini.

Un giovane immigrato, seduto al pranzo di Natale, visibilmente contento e commosso ha chiesto a chi gli stava vicino: “Ma è così il paradiso?”. E aveva ragione a fare questa domanda, perché il Regno di Dio è il luogo dove ognuno ha un posto, viene accolto e vive nella gioia.

Rendiamo grazie a Dio per quanto il Signore ci fa vivere

Dal vecchio Simeone ci viene l’invito a riconoscere quello che abbiamo visto, che abbiamo vissuto, a rendere grazie al Signore e a lodarlo, a comunicare agli altri quanto il Signore ci ha fatto e ci fa vivere, come faceva Anna che «si mise a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione».

Simeone ed Anna sono due anziani che ci svelano il segreto di una scoperta, di una gioia e di una voglia di comunicare quanto il Signore ci ha fatto conoscere e ci fa vivere: «Lo Spirito Santo era su di lui – dice il Vangelo – mosso dallo Spirito si recò al Tempio». Lo Spirito Santo è l’amore di Dio che ci raggiunge e trasforma mente e cuore, rende sapienti, luminosi, ci dona parole e gesti che vengono da Dio e ci rende “teofori”, cioè portatori di Dio, comunicatori del Vangelo, della luce che viene a illuminare tutti gli uomini.

Lo «stupore» per quanto avviene per mezzo di Gesù

Di Maria e Giuseppe ci viene detto che «si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù». Lo stupore è la meraviglia e la sorpresa per quanto avviene sotto i nostri occhi, per quanto il Signore opera nella nostra vita, per la resurrezione di tante vite. Con l’amore la vita di tanti anziani si allunga, la vicinanza a tanti amici di strada, a tante persone sole fa rinascere.

L’icona della presentazione al Tempio di Gesù è l’immagine di una umanità riconciliata, riunita attorno al Figlio di Dio fatto uomo, che viene a sciogliere i muri di durezza che separano, a purificare i cuori e le menti dalla indifferenza, dall’egoismo, dall’ignoranza di quanto accade attorno a noi, viene a liberare dalle chiusure, dai confini angusti in cui tante vite sono soffocate.

Il canto di Simeone è un canto di liberazione, di un’attesa che diventa realtà, di una gioia per la luce che è venuta e che vuole diffondersi in ogni angolo buio di questo mondo. Ma il vecchio Simeone ci dice che c’è anche una lotta da fare perché questa luce raggiunga tanti e riscaldi i cuori. Egli parla di caduta e resurrezione, di Gesù come segno di contraddizione.

C’è il nemico di questa luce, che vuole soffocarla. Ma – come leggiamo nel vangelo di Giovanni - «la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv. 1,5). Per questo non possiamo essere rassegnati, rimanere nelle nostre abitudini comode. “Abbiate coraggio – dice Gesù ai discepoli di ogni generazione – nel mondo avete tribolazioni, difficoltà, ostacoli, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo» (Gv. 16, 33).

La gioia di Simeone ed Anna, lo stupore di Maria e Giuseppe, la presenza del Signore in mezzo a noi, ci coinvolgono. Che il bambino di Betlemme possa crescere e fortificarsi in noi e in tanti altri ai quali parliamo di Lui. E la sua luce sia sempre di più la nostra luce.

Intenzioni di preghiera

  • Signore Gesù, donaci di riconoscerti come nostro Salvatore, «luce» per ciascuno di noi e per il mondo intero. Signore, aiutaci a scoprire il valore di ogni vita, anche la più debole e fragile, a difenderla e ad amarla con la tua stessa passione. Donaci di vivere l’amicizia verso i nostri fratelli più poveri, come una benedizione per la nostra vita.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché sappia parlare di te e del tuo Vangelo all’umanità contemporanea.
  • O Signore accogli le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. Riempi della tua luce le terre degli uomini. Scaccia il buio del male, dell’inimicizia, della guerra, dal Centrafrica, dalla Siria e ovunque si imbracciano le armi. Dona al mondo intero la tua pace e veglia sulla vita dei vescovi Mar Gregorios Hibraim, Paul Yazigi, di padre Dall’Oglio e di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.
  • Signore, tu che illumini di speranza ogni sofferenza, ascolta la nostra invocazione per i poveri, per quelli la cui vita è considerata niente, per gli anziani, perché tutti siano consolati e possano vedere come Simeone e Anna la luce di giorni nuovi nella loro vita.
  • Gesù, io ti prego per tutti i nonni di questo mondo. Aiutaci a non lasciarli soli, ad andare a trovarli spesso. Fa’ che possano vivere in pace i loro giorni.
  • Signore, io ti ringrazio per le cose belle che ci ha detto padre Igor sulla chiesa ortodossa. Fa’ che impariamo a voler bene a tutti aprendo il nostro cuore anche a loro.
  • Signore io ti prego per tutti i giovani di questo di questo quartiere: insegnaci ad avvicinarci a te, alle persone deboli e a stare loro vicino. Facci conoscere il senso bello della vita che tu ci insegni col tuo Vangelo.
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