parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 15/12/13

Domenica 3ª del Tempo di Avvento /A
   

Letture: Isaia 35,1-6.8.10; Salmo 145; Giacomo 5,7-10; Matteo 11,2-11.

 


«Sei tu che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

Dal Vangelo di Matteo capitolo 11, versetti da 2 a 11

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli:

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.

6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?

8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso?

Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta.

10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

L’INCONTRO CON I POVERI CI RIVELA LA GIOIA DEL NATALE

Purificare il cuore per incontrare il bambino di Betlemme

Come stiamo vivendo questi giorni di preparazione al Natale? Questa parte antica della città si anima in modo particolare in questo periodo. C’è tutto un movimento di persone che viene a cercare cose che possano mettere sul presepio.

Dinanzi a tutto questo movimento, il Signore ci chiede se si è messo in moto anche un movimento interiore, nel nostro cuore, per cogliere e vivere il senso profondo della nascita di Gesù.

C’è nella parola del Signore un invito alla gioia: si rallegrino il deserto e la terra arida! Gioia perché l’autore della vita si manifesta e porta con sé il rinnovamento dei cuori, la gioia per coloro che vivono nella tristezza e nel dolore.

La gioia che viene dal Signore

Giovanni Battista che è stato arrestato e portato in carcere, non si rassegna. Egli ha predicato invitando tutti quelli che venivano da lui a prepararsi ad accogliere il Figlio di Dio. Eliminare ogni violenza verso i deboli, dare a chi non ha nulla quando io ho più del necessario.

La gioia del Natale non è una gioia sentimentale, la gioia di una festa vissuta in maniera egoistica. Quando Giovanni manda alcuni discepoli da Gesù, con la domanda «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?», riceve la risposta che indica quale gioia porta la venuta del Signore: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo».

È la gioia per la fine di ogni esclusione: riprendere a vedere, a camminare insieme, a vivere una vita degna, ricevere la buona notizia che è il Vangelo, il dono di una vita che si apre all’amore di Dio.

Il ricordo di Gigi, bambino di Napoli

Voglio ricordare con voi Gigi, un bambino di Poggioreale, morto 30 anni fa, proprio il 15 dicembre 1983, colpito per errore ne corso di una sparatoria. Voglio ricordarlo, perché la morte di un bambino interpella tutti, chiede a tutti un’assunzione di responsabilità, perché i bambini sono il futuro della città. Gigi era venuto a bussare alla porta della sede della Comunità, dove si svolgeva la scuola popolare. Non sapeva leggere né scrivere e voleva imparare, faceva tante domande, chiedeva di andare a casa sua. Un percorso bello, interrotto da una violenza che può colpire anche chi non c’entra nulla.

Il giorno di Natale, qui, proprio in questa chiesa, dopo la celebrazione della santa liturgia, ci sarà un pranzo assieme a tanti poveri. È quella l’immagine di ricomposizione, di riconciliazione, di gioia per chi riceve e per chi dona. Dagli uni e dagli altri c’è un movimento di amore, che porta gioia. E ci sarà anche nella Chiesa di fronte alla nostra, la Chiesa di San Nicola, con i bambini che ogni settimana si ritrovano per la “Scuola della Pace”.

La via santa da percorrere insieme

Il Signore apre gli occhi anche a noi, metteremo i nostri occhi negli occhi di chi è povero e vedremo i loro volti illuminati e ci sarà gioia negli uni e negli altri. «Ci sarà un sentiero e una strada – dice il profeta Isaia ¬– e la chiameranno via santa». Il sentiero e la strada santa è questo incontro tra il ricco e il povero, tra il sano e il malato. È una strada di comunione: percorrendola nascono nuovi legami, cresce l’amore, l’amicizia, si sperimenta la bellezza della solidarietà.

Il Vangelo di Luca ci riporta le parole di Gesù, mentre si trova a tavola, invitato a casa di un capo dei farisei: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (Lc. 14, 12-14).

Il Natale, a tavola con i poveri

Invitare a un pranzo o a una cena non i ricchi vicini o chi ha qualcosa da dare in contraccambio, ma i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi, proprio perché non hanno da ricambiare.

Questa parola del Vangelo ci appare come la lettura più vera e più bella del pranzo di Natale che da più di trent’anni la Comunità di Sant’Egidio – e quest’anno per la prima volta anche in questa chiesa - prepara per i poveri, i soli e i fragili delle nostre città. È una parola che ci ricorda la necessità che le nostre chiese e tanti luoghi siano aperti e ben preparati per un’accoglienza grande e gioiosa a tante persone, per fare festa al Signore che viene, tutti insieme, in un’unica grande tavola ideale.

Intenzioni di preghiera

  • Ti ringraziamo, o Signore, per l’annuncio di gioia che oggi riceviamo, vera consolazione per la nostra vita. Aiuta questi tuoi figli a comprendere qual è la tua volontà e donaci di venirti incontro nell’attesa umile e fiduciosa e nella preghiera incessante.
  • Ti preghiamo, o Signore, per la Santa Chiesa: perché testimoni ad ogni uomo e donna il Vangelo della gioia, annunciando il Signore che viene a ridonare speranza all’umanità smarrita e stanca. Sostieni con il tuo Spirito il Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.
  • O Signore, che porti il lieto annuncio ai poveri, fa che la tua venuta in mezzo agli uomini inauguri un tempo nuovo di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità e particolarmente per chi soffre, per chi ha il cuore spezzato, per i prigionieri.
  • Ti presentiamo, o Signore, le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera. Ti preghiamo per tutti i malati, per chi è solo, per chi è tentato di lasciarsi andare. Dona a tutti sostegno e consolazione.
  • Signore, libera il mondo dal male della guerra e della violenza. Veglia sul Centrafrica, sul Mozambico e sulla Siria. Proteggi i vescovi Mar Gregorios Hibrahim e Paul Yazigi e tutti coloro che sono ancora sequestrati e in pericolo.