parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 01/12/13

Domenica 1ª del Tempo di Avvento /A
   
Introduzione ai vangeli

Letture: Isaia 2, 1-5; Salmo 121; Romani 13, 11-14; Matteo 24, 37-44.

 


«Vegliate, perchè non sapete
in quale giorno il Signore vostro verrà».

Dal Vangelo di Matteo capitolo 24, versetti da 37 a 44

37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo.

40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.

iniziamo il nuovo anno liturgico attrezzati con le armi dell'amore

Inizia un nuovo anno della Chiesa

Con il nuovo anno liturgico che inizia oggi, prima domenica del tempo di Avvento, la Chiesa ci invita a continuare il cammino accompagnati dal Vangelo di Matteo per conoscere altri tratti della vita del Signore Gesù e assimilarli nella nostra vita. L’apostolo Paolo usa l’espressione «rivestitevi del Signore Gesù» per dirci che i comportamenti di Gesù diventino i nostri comportamenti.

Ogni giorno le notizie che apprendiamo ci parlano continuamente di litigi, lotte per il potere, violenze e guerre; le notizie di pace, di aiuto ai più deboli, fanno fatica a trovare spazio. Così facilmente si finisce per accettare il mondo così com’è e dire: «il mondo è stato sempre così».

Essere audaci e creativi nel comunicare il Vangelo

Ma i cristiani, gli amici di Gesù non possono essere rassegnati. È vero che tanti vivono senza preoccuparsi del domani, del futuro, proprio come avveniva anche ai tempi di Noè: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito e non si accorsero di nulla finche venne il diluvio» (Mt. 24, 37-39). Ma noi cristiani siamo chiamati a vegliare, a tenerci pronti.

Il Vangelo ci dona intelligenza, ci rende sapienti nel leggere i segni dei tempi, consapevoli del momento. Papa Francesco nella recente esortazione «La gioia del Vangelo» invita tutti noi «ad essere audaci e creativi» nel comunicare il Vangelo agli uomini del nostro tempo.

Ma non possiamo comunicare quello che non conosciamo e che quindi non viviamo in prima persona. Tutti siamo chiamati a conoscere e a vivere secondo il Vangelo, per poterlo concretamente annunciare. Il Vangelo ci dona una visione del mondo che già ha iniziato ad essere realtà con la venuta del Signore Gesù e poi attraverso coloro che lo hanno accolto lungo la storia.

C’è una moltitudine affamata che attende

La visione che ricevette il profeta Isaia giunge fino a noi, ci fa alzare gli occhi da noi stessi. E vediamo che tanti nel nostro tempo cercano, si avvicinano al «monte del tempio del Signore», alla Chiesa, per conoscere «le vie del Signore e camminare per i suoi sentieri» (Is. 2, 2-3).

Questo è un tempo opportuno, consapevoli di questo tempo di grazia; è tempo di uscire, vedere quello che c’è attorno a noi. «Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza – scrive papa Francesco - è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mc 6,37)».

Avere gli stessi sentimenti del Signore Gesù

È tempo di smettere il chiacchiericcio, gli scontri anche solo verbali, i giudizi malevoli, le invidie e metterci a lavorare in modo umile e fedele per unire, avvicinare coloro che sono lontani, coloro che sono soli. È tempo di smettere gesti e parole che provocano divisioni e operare – invece – per costruire ponti di pace. È quello che ci dice Paolo nel brano di oggi (Romani 13, 11-14) con una espressione molto efficace: «gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce».

Indossare le armi della luce: queste armi sono la bontà, i piccoli gesti di amore gratuito, la comprensione, la misericordia, la consolazione. Indossare significa far diventare questi atteggiamenti, questi comportamenti, come un abito che ci riveste, col quale ci avviciniamo agli altri.

In una parola – dice Paolo - «rivestitevi del Signore Gesù», i suoi pensieri diventino i nostri pensieri, i suoi sentimenti diventino i nostri, le sue scelte diventino le nostre. Tutto questo avviene gradualmente, giorno dopo giorno, attraverso la meditazione quotidiana delle parole del Vangelo, attraverso la preghiera e l’incontro con i poveri, con i quali Gesù si identifica: ogni cosa che fate verso i mie fratelli più piccoli, la fate a me» (cfr. Mt. 25, 40).

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, a te ci rivolgiamo con fiducia per chiederti di guidarci con la tua Parola in questo tempo di Avvento: liberaci dall’amore per noi stessi, per amare e difendere la vita degli altri, per attendere insieme a tanti poveri la buona notizia del tuo Regno che viene in mezzo agli uomini.
  • Signore, tu che attendi con pazienza che ogni uomo si apra al tuo amore, perdona il nostro peccato e risveglia in noi uno spirito vigilante. Ti preghiamo per tutte le Comunità che vivono il Vangelo, perché comunichino nella gioia il tuo amore a tutti gli uomini.
  • Fa’, o Signore, che la tua Chiesa sia segno di unità e di pace in questo mondo e sostieni con la forza del tuo Spirito, il Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.
  • Ti presentiamo, o Signore, le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera. Ti preghiamo di essere vicino a chi è condannato a morte e non ha il conforto di nessuno. Sostieni e accompagna il lavoro di chi è impegnato per l’abolizione della pena di morte.
  • Signore, allontana lo spettro della guerra e dona al mondo la pace. Veglia sulla Siria e proteggi tutti coloro che sono ancora sequestrati: i vescovi Mar Gregorios Hibrahim, Paul Yazigi, Padre Dall’Oglio e i preti Maher Mafouz e Michel Kayyal.