«Le mie pecore ascoltano la mia voce»
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Dal Vangelo di Giovanni 10,27-30
In quel tempo Gesù disse: 27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre.
30Io e il Padre siamo una cosa sola».
ASCOLTARE, CONOSCERE E SEGUIRE IL SIGNORE
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Allarghiamo lo sguardo alla visione del Signore
Il libro dell’Apocalisse, l’ultimo dei 73 libri della Bibbia, ci mette davanti a una visione: una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Penso alle tante comunità sparse nel mondo, da quelli più piccole in diversi paesi e villaggi dell’Africa a quelli dell’America Latina, ai piccoli nuclei nel vasto continente asiatico, alle comunità della nostra vecchia Europa, che ogni domenica si riuniscono attorno al Signore e alla sua Parola.
Siamo un unico popolo raggiunto dal Vangelo, chiamato a vivere una comunione universale. È facile dimenticare questa visione, questa comunione, presi dalla nostra vita individuale, dai nostri problemi nei quali è facile rinchiudersi. Oppure scoraggiarsi dinanzi alle difficoltà nel comunicare il Vangelo ad altri, nell’avvicinare altre persone, nel coinvolgerli in questo sogno del Signore, un sogno di comunione, mentre tanti sono tesi più alla rivendicazione dei propri diritti che alla comunione.
Chiamati ogni giorno ad ascoltare il Signore per cambiare
Il libro degli Atti degli apostoli ci parla di due discepoli del Signore – Paolo e Barnaba – che si mettono in cammino per far conoscere il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Quei giudei di Antiochia, una città dell’Asia Minore (l’attuale Turchia), erano persone religiose, credenti, ma adagiate nella loro posizione, senza sentire che la parola del Signore ci chiama ogni giorno ad ascoltare e a cambiare.
Quando essi vedono che tanta gente si mette ad ascoltare Paolo e Barnaba, invece di gioire provano gelosia. Mentre tanti erano quelli che non conoscevano il Signore e aspettavano qualcuno che andasse da loro.
Dalla Pasqua un nuovo inizio, aprendoci agli altri
Abbiamo celebrato la Pasqua. E questa Pasqua ci fa partire con un nuovo slancio, come i primi amici di Gesù che, con la forza di amore comunicata loro dal Signore, uscirono dal loro piccolo mondo per aprirsi al mondo intero.
Come avviene questo cambiamento e come continuare a vivere questa vita col Signore che è sempre nuova? Il brano del Vangelo di oggi, in poche righe, in maniera semplice e stringata ce lo spiega. «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono». Sono tre verbi che Gesù pronuncia: ascoltare, conoscere, seguire.
Ascoltare, conoscere, seguire
Ascoltare le parole di Gesù, riprenderle durante la settimana, meditarle, riflettere su di esse: è così che siamo portati ad alzare lo sguardo da noi stessi, a guardare con attenzione, con interesse le persone che incontriamo, ad avere parole nuove che comunicano speranza, liberazione e aprono all’amicizia che rompe l’isolamento e la rassegnazione.
Conoscere: il conoscere di Gesù non è qualcosa di intellettuale, teorico; la sua conoscenza è legame, comunione con noi, è mettere dentro ciascuno di noi la sua vita, i suoi sentimenti di bontà, di compassione, di tenerezza, di pazienza; i suoi pensieri che allargano la mente al grande mondo che ci circonda, non per giudicarlo ma per amarlo e tirarlo fuori dalle divisioni, dalle contrapposizioni, dalla solitudine in cui tanti vivono.
Seguire: questa conoscenza, questa comunione con lui, ci fa mettere in cammino dietro di lui, come Paolo e Barnaba, come i discepoli di ogni tempo, per comunicare quanto abbiamo ricevuto, per permettere a tanti altri l’incontro che cambia la vita, l’incontro col Signore.
La domenica: ricevere nuova forza per ripartire
E ogni settimana ci ritroviamo nella santa liturgia col desiderio di ascoltarlo col cuore, di conoscerlo vivendo la sua stessa vita e seguirlo dove egli ci conduce, con la gioia di vedere che questa famiglia del Signore può crescere per mezzo delle parole che il Signore stesso ci dona
Intenzioni di preghiera
- Ti ringraziamo, o Signore, per le parole esigenti e insieme consolanti del Vangelo: aiutaci ad essere le pecore che sanno riconoscere la voce del loro Pastore, di colui che è il solo capace di appagare la nostra sete di speranza.
- O Signore, che vuoi raggiungere le pecore che non sono del tuo ovile, serviti di noi per far giungere il tuo amore a tutti gli uomini del nostro tempo e aiutaci a vivere con pienezza la missione del Vangelo.
- Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio, per tutti i vescovi, i sacerdoti e tutti coloro ai quali è affidato il servizio pastorale del popolo di Dio. Perché siano
testimoni umili ed efficaci dell’amore paziente e misericordioso di Gesù Buon Pastore.
- O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo; in particolare ascolta la preghiera di chi, malato, si affida alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.
- O Gesù, Pastore buono che raduni gli uomini dispersi nell’unità di una sola famiglia, ascolta la nostra preghiera perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto in ogni angolo del mondo. Accogli tu, nel tuo amore, le vittime dell’attentato di Boston.
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