parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 01/04/12

Domenica delle Palme/B
   

Letture: Marco 11,1-10; Isaia 50, 4-7;  Salmo 21; Filippesi 2, 6-11; Marco 14,1 – 15,47

 


"Osanna! Benedetto colui che viene
nel nome del Signore!"

Dal Vangelo di Marco capitolo 11 versetti da 1 a 10.

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».

Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.

Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:

«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!».

la forza di gesu': quella dell'amore e non della spada

Giorni in cui concentrarci su Gesù

Iniziamo oggi la Settimana Santa, giorni nei quali siamo chiamati a mettere da parte i nostri abituali impegni e preoccupazioni e fermarci a contemplare Gesù durante i giorni della sua passione, morte e resurrezione. Ci aiutano a comprendere in maniera profonda il suo amore per gli uomini.

La liturgia di oggi inizia in maniera gioiosa, mentre celebriamo il suo ingresso nella città santa di Gerusalemme. È un ingresso da re. Da subito, però, comprendiamo che non è un re come i capi di questa terra. Non ha armi, non ha un esercito, non ha poteri economici. Per questo lo vediamo entrare in maniera mite ed umile, cavalcando un asinello che gli è stato prestato.

Ma nella stessa liturgia passiamo dall’accoglienza festosa al tradimento, all’arresto e al processo che lo condannerà a morte. Riflettiamo su quanto sono fragili i nostri sentimenti e quanto facilmente si diradano i nostri rapporti, quando le persone manifestano tutta la loro debolezza, perché anziani, perché poveri, perché disprezzati dagli altri.

L’amore di Gesù, più forte di ogni male

Quella donna che prima dei giorni della passione di Gesù - mentre intorno a lui i capi si agitano e cercano i modi e i tempi per arrestarlo - compie il gesto di versare sul suo capo un profumo prezioso, proprio lei ha compreso l’amore che c’è in lui e risponde con un gesto di amore che i circostanti non comprendono.

I gesti di amore non sono mai uno spreco, non sono mai esagerati, non sono mai inutili. Ce lo possono dire i poveri, i deboli, i malati. In tanti modi essi esprimono la gratitudine anche per il più piccolo gesto fatto loro: fosse solo il fermarsi ad ascoltarli, a stare loro vicini, a dare loro un sorriso.

Tutto quello che accade nel breve spazio delle ore della passione di Gesù, non riesce a fargli smettere di amare. Proprio nelle ore che precedono il suo arresto, mentre sa che Giuda lo tradisce e i suoi amici più cari lo lasceranno solo – e glielo dice chiaramente – compie il gesto di amore che lo avrebbe fatto restare con noi anche dopo la sua morte e resurrezione: prende il pane e il vino, lo benedice, dicendo: «prendete, questo è il mio corpo; questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per voi».

La vera forza non è quella della spada

Di fronte al sonno dei discepoli, mentre egli nell’orto degli ulivi prega in preda alla paura e all’angoscia, prova dispiacere. Ma quasi a scusarli dice: «lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Per tre volte torna da Pietro, Giacomo e Giovanni, in cerca di compagnia e sostegno; per tre volte li sollecita a pregare con lui e a fargli compagnia e per tre volte li trova addormentati.

Quanto è importante essere vicini a chi è angosciato, spaventato, abbattuto: per la solitudine, l’abbandono, la malattia, l’estrema debolezza. Quanto è importante non restare sordi dinanzi al volto dei sofferenti che implorano, che chiedono aiuto.

Colpisce che Giuda arriva nella notte con una folla armata di spade e bastoni. E colpisce pure che i discepoli di Gesù avessero sotto i mantelli, anch’essi una spada. L’evangelista Luca riporta: «quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?”. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro». E colui che con la spada comincia a colpire è proprio Pietro, prima ancora che Gesù dicesse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno» (Mt. 26,52).

Stare ai piedi della croce, come Maria e Giovanni

Sono questi, giorni in cui stare accanto a Gesù e comprendere che l’unica sua forza, l’unica sua arma è l’amore. E dall’amore discende il perdono che egli dona a Pietro, a coloro che lo crocifiggono. Durante il processo i capi cercano di trovare accuse contro Gesù. Ma che si poteva dire contro di lui? Bisognava solo inventarsi accuse false per condannarlo.

Dinanzi alla tiepidezza di Pilato nel difendere Gesù, dinanzi ai soldati che si sfogano su quell’uomo mite, noi vogliamo accompagnare Gesù in questi giorni santi, come quelle donne che arrivano fino al Calvario e soprattutto come Maria, sua madre, e Giovanni che troviamo ai piedi della croce. Leggendo e rileggendo i Vangeli della Passione, meditando ogni parola e accogliendo la lezione di amore e di pace che viene da Gesù. L’ulivo che abbiamo tra le mani è segno di pace, ci ricorda che il Signore vuole la pace e dona la pace.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, mentre entri a Gerusalemme e vai verso la tua Passione, aiutaci a stringerci a te nell’ora dolorosa della croce per rinnovare profondamente la nostra vita.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Santa Chiesa, perché viva con fede il mistero della Passione, raccolga dalla croce il frutto della speranza e lo annunci a tutte le genti.
  • Ti preghiamo, o Signore, re mite, per la pace di tutti i popoli, perché gli uomini e le donne ricerchino sempre ciò che unisce e allontanino da sé ciò che divide.
  • O Signore, al termine di questa settimana ti presentiamo le invocazioni che sono state a noi affidate. Ti preghiamo perché tutti i tuoi figli vivano questo tempo come un’occasione per colmare le distanze e per rinnovare il dialogo e l’amicizia tra tutte le Chiese cristiane.
  • O Signore, la tua Passione ci ricorda che siamo stati amati senza misura. Con questa certezza ci rivolgiamo a te e ti invochiamo per tutti coloro che sono colpiti dal dolore, dalla malattia, dal male. Aiutaci nel tuo nome ad essere sempre solidali con loro.