parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 06/05/12

5a Domenica di Pasqua/B
   

Letture: Atti 9,26-31; Salmo 21; 1Giovanni 3,18-24; Giovanni 15,1-8

 


"Io sono la vite vera."

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 15 versetti da 1 a 8.

1 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.

5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

i cristiani, anima del mondo

Israele, vigna del Signore

Gesù ci parla oggi, quinta domenica di Pasqua, attraverso l’immagine della vite con i suoi rami che producono uva. Nella Bibbia l’immagine della vigna ritorna più volte per parlare della cura che il Signore ha per gli uomini perché producano frutto. La vigna del Signore era il popolo di Israele chiamato a produrre frutti di amore in mezzo agli uomini.

E spesso il Signore si lamenta perché gli uomini non hanno accolto il suo amore: «Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?» (Isaia 5,4).

I cristiani, nuova vigna del Signore

Oggi il nuovo popolo di Dio è la Chiesa, sono i cristiani. E dinanzi alla condizione di tanti uomini e donne nel mondo, nella nostra città, il Signore guarda coloro che sono oppressi, i più emarginati, abbandonati a se stessi.

E vede che i cristiani non producono i frutti di amore che possono guarire gli uomini dalle loro malattie: sentimenti cattivi, abitudini egoistiche, atteggiamenti freddi e violenti, pensieri malevoli, spinte di invidia e di orgoglio.

Questo perché la parola di Gesù, del suo Vangelo, non è la linfa che ci nutre, ci fa vivere e ci fa agire. E Gesù, riprendendo l’immagine biblica della vigna, si presenta egli stesso come la vite a cui noi dobbiamo essere uniti perché la nostra vita produca frutti di amore: «io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo». Vera vite – dice Gesù – per distinguersi dalle viti selvatiche che uva amara.

I cristiani, anima del mondo

Dice un antico documento del secondo secolo dopo Cristo, la Lettera a Diogneto: «come l’anima è nel corpo, così nel mondo sono i cristiani … i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo, eppure sostengono il mondo» (VI,1-6).

Questo è possibile e si realizza se rimaniamo uniti a Cristo, se le parole del Vangelo rimangono in noi e diventano il cuore dei nostri pensieri, il motore delle nostre azioni, l’anima dei nostri sentimenti: «come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me e le mie parole rimangono in voi».

La domenica, nella santa liturgia, noi viviamo l’immagine della vite e i tralci; la parola del vangelo è la linfa che da Gesù giunge a noi e ci anima nelle nostre giornate. Questa linfa del Vangelo deve rimanere in noi durante la settimana, riprendendo in mano questo tesoro di vita che è il Vangelo, rileggendo, riflettendo e confrontandolo con quello che stiamo vivendo.

La forza del Vangelo rende feconda la nostra vita

Se la nostra vita rimane ripetitiva, stanca e rassegnata, è perché non rimaniamo uniti a Lui: «chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». Non sono esagerate queste parole. Veramente il Vangelo ha una forza che rende la nostra vita ricca di amore.

La lettera a Diogneto dice che dobbiamo essere l’anima del mondo, richiamando quello che Gesù dice con altre parole: «voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo, voi siete come il lievito che mescolata con la farina la fa lievitare tutta».

Se noi siamo uniti alla vite che è Gesù, il Padre suo provvederà a purificare la nostra vita, a tagliare tutto ciò che può infettare la linfa pura che immette in noi energie di amore e ci spinge verso coloro che aspettano amore per la loro vita, vita che per tanti è diventata come un deserto, perché nessuno si ferma accanto a loro, parla con loro e si fa carico delle loro domande, delle loro sofferenze, delle richieste di aiuto.

Lasciamoci correggere e purificare dal Signore con le sue parole

Il pensare solo a se stessi, chiudersi un una vita individualistica, guardare gli altri con distacco e indifferenza sono come dei rami che vanno tagliati, proprio come fa il contadino con la vite, perché possa produrre frutti buoni e saporiti.

Non accontentiamoci di una vita cristiana asfittica, non releghiamo la liturgia della domenica ad un momento isolato della nostra settimana.

Lasciamo che il Vangelo e la forza della Eucaristia siano la linfa che ci dona sentimenti di tenerezza, di compassione verso i più deboli, linfa che ci apre agli altri e ci fa essere anima di una città, del nostro quartiere, del nostro mondo, che diventano più umani, più solidali, più giusti.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore Gesù, che sei la "vite vera", aiutaci ad essere tralci fecondi nella gioiosa fedeltà ai tuoi insegnamenti.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la  Chiesa, perché viva la comunione con te, per essere sempre e dovunque testimonianza del tuo amore per gli uomini.
  • Ti preghiamo, o Signore, per tutti i cristiani, perché nell'ascolto della Parola divengano ogni giorno di più autentici discepoli tuoi. Proteggi quelle comunità più esposte ai pericoli e alla persecuzioni.
  • Accogli, o Signore, al termine di questa settimana le invocazioni che ti presentiamo e che sono state a noi affidate: per quanti soffrono nel corpo e nello spirito perché trovino luce, salvezza e consolazione.
  • Ti preghiamo, o Signore, per tutti coloro che in questo tempo di crisi vivono con difficoltà, poveri, senza prospettive. Perché nessuno ceda alla disperazione e perché si diffondano nella società uomini e donne capaci di portare frutti di giustizia, di solidarietà e di evangelica carità.