"Non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi"
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Dal Vangelo di Marco capitolo 9 versetti da 38 a 48
38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.
41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. [44]
45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. [46] 47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
lA LIBERTÀ nel fare il bene
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Lo spazio gratuito e bello della domenica
Il nostro incontro col Signore, che qualifica questo giorno, la domenica, il giorno del Signore, è lo spazio più bello e più importante della settimana. Forse non sempre ne percepiamo la bellezza e l’importanza, ma qui, nell’incontro le nostre azioni, i nostri comportamenti, i nostri pensieri ricevono una luce e ci danno una comprensione di noi stessi, dei nostri legami, dei nostri interessi.
E ci conducono per una strada umana, fraterna, che rende più umano e più bello questo nostro mondo. Il mondo ha bisogno della bellezza che viene da Dio. Camminare e vivere assieme al Signore ci porta a renderci conto di schemi mentali che ci portiamo dentro che finiscono col dividere dagli altri, creare esclusioni anche verso coloro che compiono il bene.
Uno zelo mal riposto
La pagina del Vangelo di questa domenica. Giovanni, il più giovane dei dodici che hanno iniziato a stare con Gesù, chiamati da Lui a seguirlo, pensa di aver compiuto un gesto pieno di zelo per il Signore: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ecco: non era dei nostri, non apparteneva al nostro gruppo, associazione o comunità. Stava compiendo del bene addirittura nel nome di Gesù. Ma io penso – dice Giovanni – che bisogna impedirlo.
Non aveva ancora compreso che Dio rompe ogni schematismo ed è presente ovunque c’è amore, bontà, pace, misericordia. Purtroppo bisogna dire che questo è un atteggiamento molto diffuso, non solo oggi, ma anche molto prima, prima ancora del tempo di Gesù, possiamo dire da sempre.
La libertà nel fare il bene
Infatti anche ai tempi di Mosè – e qui siamo all’inizio della storia della salvezza – un giovane zelante, Giosuè, ritiene doveroso avvertire Mosè che due persone si erano messi a parlare di Dio agli altri. Ma non erano andati alla riunione che Mosè aveva indetto per i settanta uomini che erano nell’accampamento. Sin dall’adolescenza Giosuè aveva cominciato a stare con Mosè e a seguirlo. Corre da lui e gli dice: «Mosè, mio signore, impediscili!».
Ma perché impedire il bene? Perché legarlo a norme e regole? La risposta di Mosè è liberante e consolante per tutti noi: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».
La chiamata ad essere ciascuno responsabile nel popolo di Dio
La Chiesa ha conosciuto un periodo nella sua storia recente, durante il quale tutto ciò che riguardava la comunicazione del messaggio di Dio era affidato ai sacerdoti. Il Concilio Vaticano II, di cui celebriamo l’11 ottobre prossimo, i cinquant’anni dall’apertura nel 1962, ha chiamato tutti i cristiani a prendere coscienza che la Parola di Dio è affidata a ciascuno, ognuno è chiamato non solo a vivere il Vangelo, ma a comunicarlo e diffonderlo in mezzo a coloro che ancora non lo conoscono.
E sono molti i cristiani che si dicono tali senza conoscere la forza e la bellezza della Parola del Signore. Ed è proprio questa ignoranza che provoca confusioni e ostacoli alla crescita della Chiesa, del popolo di Dio. Noi che veniamo a celebrare il giorno del Signore, che riceviamo questa Parola di vita, il vangelo, siamo sempre esposti al pericolo di scandalizzare i piccoli, i deboli, coloro che hanno bisogno di essere aiutati, ascoltati, accolti.
Lo scandalo di vivere solo per se stessi
Lo scandalo è quello avere occhi, mani e piedi che usiamo solo per noi: vedere solo quello che riguarda noi e i nostri interessi, usare le mani solo per le nostre cose, i piedi che si muovono per andare ai nostri affari. Accumulare per sé è disperdere. «Fate attenzione – dice Gesù - e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede» (Lc. 12,15). Sono parole che ribaltano la concezione comune, la cultura dominante del materialismo.
In questa realtà noi cristiani non possiamo lasciarci assimilare alla mentalità corrente: questo è lo scandalo che ci può coinvolgere. L’apostolo Paolo ci spinge a lasciarci educare, correggere, istruire dal Vangelo del Signore: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Romani 12,2).
La Parola di Dio, luce per la mente e il cuore, luce ai nostri passi
I due discepoli di Mose – Eldad e Medad – come pure l’apostolo Giovanni, credevano di operare bene escludendo alcuni sebbene stessero compiendo cose buone. Per questo il nostro incontro col Signore, assieme, quando ci ritroviamo la domenica per la santa liturgia, diventa una luce che fa chiarezza sui nostri atteggiamenti, su quello che viviamo nella nostra quotidianità.
Una luce che fa cadere tanti schemi e idee preconcette e ci rende a nostra volta luminosi per tanti uomini e donne che il Signore pone sul nostro cammino.
Intenzioni di preghiera
- O Signore Gesù, che vuoi fare di noi il tuo popolo santo e ci affidi la costruzione di un mondo più unito e fraterno, liberaci dalla tentazione di porre limiti alla tua misericordia che è senza confini.
- Aiutaci, o Signore, a riconoscere l’opera del tuo Spirito ovunque si manifesta, senza pregiudizi e a vigilare sempre su noi stessi per riconoscerti e accoglierti ovunque ti manifesti.
- Ti preghiamo, Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa tutta perché accolga e valorizzi i doni e i carismi effusi in lei dallo Spirito.
- O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo: nella tua misericordia ascolta la preghiera di chi, malato, si affida a te, alla speranza della tua guarigione e della tua consolazione.
- Ti preghiamo, Signore, perché gli uomini sappiano custodire e cercare la pace, perché le ferite profonde della guerra, della violenza, dell’abbandono di cui soffrono tanti, possano essere guarite.
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