parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/06/11

Ascensione del Signore/A

   

Letture:Atti 1, 1-11; Salmo 46; Efesini 1,17-23; Matteo  28,16-20.

 


"Andate dunque e fate discepoli tuti i popoli"

Dal Vangelo di Matteo capitolo 28 versetti da 16a 20

16Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

18Gesù si avvicinò e disse loro:

«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra

19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»

gesu' promette ai suoi l'invio del suo spirito

L’esperienza dei primi discepoli, stando accanto a Gesù

I primi discepoli di Gesù erano stati incontrati in Galilea, la parte più periferica della Palestina. Essi stessi erano persone periferiche. Da lì erano stati condotti a camminare con lui, a conoscere gente, imparando ad amare, ad avvicinarsi agli emarginati, uscire dal loro piccolo mondo sempre uguale.

In quei tre anni con Gesù hanno vissuto tanti incontri, erano contenti, ma a volte anche ancora litigiosi fra loro. Tante volte erano rimasti stupiti per le parole e i gesti di Gesù. Altre volte non volevano accettare le scelte di Gesù, come quando aveva parlato loro di quello che gli sarebbe accaduto a Gerusalemme. C’era bisogno di andare a fondo di quello che avevano vissuto e comprenderne la portata.

Tutto si giocava tra stupore, affetto, ma anche incomprensione verso quest’uomo straordinario. E tutto entra in crisi con la conclusione della vita di Gesù. Quando lo vedono di nuovo in mezzo a loro, risorto dalla tomba, non sono pochi i dubbi: è un fantasma? È proprio lui? È così fino all’ultima volta che lo vedono sulla terra. Il Vangelo dice: “quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono”.

Abbiamo bisogno di comprendere la vicinanza del Signore accanto a noi

Anche noi ci portiamo dentro delle domande su quello che accade e non ci piace, sul perché avvengono ingiustizie, morti di innocenti. E abbiamo ancora dei dubbi, come li avevano quei primi discepoli della Galilea.

Abbiamo bisogno di comprendere. Entrare in un rapporto vero con Gesù, meno superficiale e scontato, richiede di abbandonare le proprie visioni e comprensioni limitate, smettere di continuare ad usare i nostri criteri parziali e limitati metterci ad ascoltare.

Abbiamo celebrato un’altra Pasqua, sotto la croce abbiamo visto l’amore di un uomo che sembrava sconfitto, accanto a lui abbiamo pensato ai tanti che vivono sotto il peso di una croce pesante, abbiamo visto quelli che ingiustamente muoiono mentre sono alla ricerca di una vita più dignitosa.

Ma abbiamo anche da testimoniare quanto è cambiata la nostra vita, le nostre umanità che sono risorte con Cristo, che con Lui si sono aperte a sentimenti nuovi, a visioni nuove. Eppure abbiamo ancora tanto bisogno di liberarci dalle categorie spontanee e materiali con cui viviamo questa vita nuova.

Il rapporto spirituale col Signore

Mentre Gesù sta per lasciare questa terra, i discepoli ancora pensano a un regno terreno che Gesù dovrebbe instaurare sulla terra: “Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?” A loro Gesù non risponde direttamente, ma dice: “riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”.

Lo Spirito Santo: abbiamo bisogno di questa forza che viene dall’alto per comprendere la speranza a cui siamo stati chiamati e quanto è preziosa la vita che si è innestata sul vecchio uomo che abita in noi. Abbiamo bisogno di sperimentare e renderci conto della forza dello Spirito Santo che vuole agire in noi e operare per mezzo nostro.

Sembrano paradossali le parole che Gesù rivolge agli undici radunati su un monte della Galilea: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Come è possibile tutto questo, per uomini provinciali, ancora dubbiosi?

La forza dello Spirito rende capaci di grandi imprese

Viene in mente la domanda che pone Maria, quando riceve l’annuncio che da lei nascerà Gesù, il Figlio di Dio: “Come è possibile tutto questo, poiché non conosco uomo?”. E l’angelo le risponde: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Luca 1,34).

Gesù ascende al cielo, ma per mezzo del suo Spirito, continuerà a stare con i suoi discepoli di ogni tempo, in tutti i luoghi dove essi andranno, fino alla fine del mondo: Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Queste parole si sono avverate in tutti coloro che lungo i secoli si sono aperti all’azione dello Spirito, hanno creduto in lui. Quel piccolo gruppo sul monte della Galilea è stato il seme di un albero che è cresciuto lungo la storia, ha allungato le sue radici nei secoli, è stato come un’acqua che ha irrigato tanti cuori aridi, ha aiutato gli uomini a cercare in Dio la vera immagine di se stessi.

Anche noi siamo chiamati ad essere comunicatori generosi del Vangelo

E anche noi, accogliendo le sue parole, attestiamo che questa forza dello Spirito continua ad essere riversata nei cuori di coloro che credono in Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio, fatto uomo. Lo Spirito ci fa continuare quel cammino in mezzo agli uomini, iniziato da Gesù con quegli umili pescatori, con Matteo il pubblicano e Simone lo zelota, un guerrigliero ante litteram convertito al Vangelo.

Anche noi, con la forza dello Spirito, illuminati dalle parole del Vangelo, ci avviciniamo ai poveri e ai malati, agli emarginati e a quelli che vengono rifiutati, aiutando e dialogando, ritessendo quel tessuto di umanità lacerato, vivendo la fraternità che nasce dal Vangelo vissuto.

Viviamo più intensamente e largamente lo spazio della preghiera in questa settimana che ci prepara alla Pentecoste, perché lo Spirito Santo discenda largamente sulla nostra comunità e su ciascuno di noi, ci liberi dai sentimenti tristi e rassegnati su noi stessi, ci liberi da un modo di vivere in mezzo agli uomini, ripiegato su noi stessi.

Lo Spirito ci guiderà alla verità per essere veri nell’amore, ci aprirà alle cose future, ci condurrà pieni di misericordia nei luoghi dove c’è dolore, solitudine, freddezza, ci renderà comunicatori generosi del Vangelo.

Intenzioni di preghiera

  • Nel giorno in cui celebriamo la tua Ascensione, o Signore, noi ti chiediamo che con te si elevi pure il nostro cuore, cresca la nostra fede, si rafforzi la nostra speranza per superare le nostre piccole vedute e divenire tuoi testimoni nel mondo.
  • Che il tuo Spirito, o Signore dia a ciascuno di noi, ad ogni discepolo, sapienza e discernimento, per poterti conoscere sempre più in profondità e gustare la gioia di un incontro rinnovato con la tua Parola, che è speranza e forza per la vita di tutti gli uomini.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio, per tutta la Santa Chiesa e per la missione che le hai affidata, perché tanti uomini e tante donne accolgano in questo tempo l’invito a farsi comunicatori generosi del tuo Vangelo.
  • O Signore, accogli le invocazioni che ti presentiamo: proteggi i nostri fratelli malati e accogli la preghiera di chi nella debolezza del suo corpo a te si affida.
  • Veglia, o Signore, su coloro che debbono abbandonare la loro terra in cerca di lavoro e  sicurezza, su  chi giunge nelle nostre città desideroso di costruire il futuro, portando con sé il dono della sua umanità. O Padre, aiutaci ad ascoltare sempre le voci di chi soffre più di noi e a farle nostre nella preghiera e nell’operosità dell’amore.