"Non metterai alla prova il Signore Dio tuo "
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Dal Vangelo di Matteo capitolo 7 versetti da 4 a 11
1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto».
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
seguire colui che unisce e ci trasfigura
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Separati da Dio siamo soli e nudi
La pagina della Genesi, la prima dei tre brani biblici di questa prima domenica di quaresima, ci richiama al segno delle ceneri poste sul nostro capo, all’inizio di questo cammino di quaranta giorni che ci conduce alla Pasqua:
“Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”.
Noi siamo polvere e solo la separazione da Dio ci fa ritrovare nudi, soli, senza quel soffio dello Spirito che fa di noi degli esseri viventi della vita stessa di Dio.
La tentazione di separare l’uomo da Dio, di distoglierlo da colui che è la vita, Gesù l’ha sperimentata non solo nei quaranta giorni nel deserto, ma - possiamo dire – in tutti i giorni della sua vita terrena, fin sulla croce, a volte anche attraverso i suoi discepoli.
Nutrirci di ciò che esce dalla bocca di Dio
I quaranta giorni nel deserto, i quarant’anni del popolo di Israele nel cammino dall’Egitto alla terra promessa, sono un po’ l’immagine di tutta la vita del discepolo. E la pagina delle tentazioni riportata da Matteo sono come una visione aperta dinanzi a noi per camminare vincendo le tentazioni di essere distolti dal camminare dietro il Signore e vivere con Lui.
Senza Parola di Dio, senza ciò che esce dalla bocca di Dio, preoccupati piuttosto di ciò che entra nella bocca dell’uomo, sperimentiamo quanto è facile rimanere prigionieri di se stessi, soli, ingannati da parole non vere, come quelle che ascoltano e accolgono quell’uomo e quella donna plasmati dal Signore e posti in un giardino con tanti alberi e frutti buoni da mangiare:
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi.
La Quaresima è un tempo prezioso perché ci chiama a rientrare in noi stessi, a farci interrogare dalla Parola del Signore e chiederci di che cosa e per che cosa viviamo, quale è il nostro vero nutrimento per non morire nel deserto di questo mondo: se è il cibo e tutto quello che esso rappresenta, o l’ascolto.
Quaresima tempo di ascolto
La Quaresima è prima di tutto un tempo di ascolto, per lasciarci distogliere da noi stessi su cui siamo sempre troppo concentrati e aprirci in maniera sempre più chiara e consapevole alla dimensione dell’uomo che si lascia guidare dal Signore, dentro un popolo che Dio fa camminare nella storia.
La Quaresima è un tempo che il Signore vuole inondare della luce che viene dall’alto e mette a nudo l’adagiamento nel proprio benessere, nelle proprie abitudini, per risvegliarci, per alzare il capo da noi stessi e immersi in questa luce che è la Parola di Dio vedere i segni di questo tempo, i venti nuovi che soffiano, coloro che – vicini e lontani da noi – con le mani tese attendono chi con simpatia e affetto si avvicini a loro, portatore di speranza e di un futuro che essi ancora non vedono.
La testimonianza di un martire dei nostri giorni
Il ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso il 2 marzo scorso, amico della Comunità di Sant’Egidio, ci lascia un messaggio di speranza e di una fede che non si lascia bloccare dall’impossibile. Come Gesù che ha dato la sua vita per noi, anch’egli era pronto a morire, condividendo l’amore di Dio con i poveri, gli oppressi, rivelando in una situazione molto difficile – come quella dei cristiani in Pakistan – una grande forza, quella della speranza.
Dinanzi alla testimonianza forte e coraggiosa di Bhatti, un martire del nuovo secolo, scegliamo di vivere questa Quaresima interrogandoci sul nostro rapporto col Signore, su come la sua Parola diventa vita, amore, passione, simpatia, sogno di un mondo che può cambiare.
Il nostro nutrimento quotidiano: la Parola di Dio
Il tentatore, colui che è astuto nel dividere, nell’insinuare dubbi – nelle prime due tentazioni il tentatore dice “se tu sei Figlio di Dio”- , abile nel provocare, nel distogliere, nel voler separare da Dio, mostra di conoscere la Scrittura, ma non per compierla. E Gesù, nelle risposte che gli dà, non si fa dividere, egli che è venuto per riunire gli uomini dispersi, separati; mostra a noi qual è il nostro vero nutrimento, la Parola di Dio; la fiducia nella sua protezione che ci accompagna, non quella miracolistica suggerita da Satana; il rifiuto di un potere terreno che distoglie da Dio, di una ricchezza che facilmente diventa un idolo da adorare.
La Quaresima è un tempo in cui ad ognuno è offerta la possibilità di ritornare giovani di cuore, quale che sia la nostra età anagrafica, di liberazione dall’amore per sé stessi per aprirci all’amore radicale a cui ci chiama il Signore, un amore che ci purifica e ci trasfigura. Ogni giorno siamo esposti alla tentazione della divisione, tra di noi e dai poveri. L’apostolo Pietro esorta anche noi (1Pt.5,8-9):
"Vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede”.
La Parola di Dio ci tiene svegli, si apre gli occhi e il cuore, ci insegna ad amare e sperare, ci purifica e ci trasfigura. Sia la nostra compagna cercata ogni giorno sempre, ma ancora di più in questo tempo di grazia.
Intenzioni di preghiera
- Signore, tu che conosci la nostra fragilità, il nostro peccato, aiutaci in questo tempo di Quaresima a riscoprire la forza rigeneratrice dalla tua Parola. Fa’, o Signore, che sappiamo cercarti con semplicità di cuore perché abbiamo bisogno di te per resistere al male e alle sue seduzioni.
- Signore, noi ti preghiamo perché questo tempo, con l’aiuto della tua grazia, sia un tempo di conversione e di rinnovamento per ciascuno di noi, per ogni cristiano, per tutta la Santa Chiesa. Ti preghiamo per il Papa Benedetto e per il nostro vescovo Crescenzio, sostienili con il tuo Spirito.
- Ti preghiamo, o Signore, per tutta la nostra Comunità perché viva unita a te il tempo della Quaresima. Rendila più forte nella fede, più salda nell’amore e proteggila da ogni male.
- Al termine della settimana, ti presentiamo, o Signore, le invocazioni che sono state a noi affidate; in particolare noi ti chiediamo: disarma le mani e le menti dei violenti, piega i cuori al comandamento della pace. Fai sorgere uomini pacificatori nel mondo, tra di noi e in ogni regione di dolore.
- Ti preghiamo, Signore, per chi è povero, debole, sofferente, prigioniero: perché sia asciugata ogni lacrima, e ogni tristezza sia mutata in gioia dal tuo amore.
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