parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/12/10

Festa della Santa Famiglia del Signore

   

Letture: Siracide 3, 2-6.12-14; Salmo 127; Colossesi 3, 12-21; Matteo 2, 13-15.19-23.

 


Un angelo apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto"

Dal Vangelo di Matteo capitolo 2 versetti da 13 a 15 e da 19 a 23

13 I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».

21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi.

Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Una famiglia guidata dallo Spirito

Una famiglia guidata dallo Spirito

A ridosso del Natale, celebriamo oggi la festa della Santa Famiglia, quella di Giuseppe e Maria col figlio Gesù. A partire da questa famiglia santa prende corpo la grande famiglia di Dio – la Chiesa - che vuole abbracciare tutti gli uomini che Dio ama; e porta nuove luce e calore in ogni nostra famiglia.

Maria e Giuseppe godono della presenza di Gesù, frutto dello Spirito che essi hanno accolto nella loro vita. Gesù, il figlio di Dio, ha preso forma umana per mezzo dello Spirito che ha reso fecondo il grembo di Maria; anche Giuseppe si è preso cura del bambino, perché anche lui si è lasciato guidare dallo Spirito.

La Chiesa, famiglia che nasce dall’azione dello Spirito

E per opera dello Spirito nasce la grande famiglia dei credenti, la Chiesa, col miracolo della Pentecoste. È lo Spirito che guida i primi membri di questa nuova famiglia senza confini. Dalla Palestina, da Gerusalemme inizia il grande viaggio che raggiunge il cuore dell’impero romano, Roma, per mezzo dell’apostolo Paolo; un viaggio che lo Spirito continua attraverso l’azione di tutti coloro che come Giuseppe e Maria, sono docili ad Esso, una forza di amore che vuole trasformare il mondo.

Ma coloro che si lasciano guidare dallo Spirito non sono immuni dalle difficoltà che vengono dalle forze del male. Maria e Giuseppe fuggono da Betlemme perché Erode vuole uccidere il bambino. Il Signore non lascia soli e in preda alle forze del male e parla, illumina e guida i suoi discepoli, manda il suo angelo, come fede con Giuseppe.

Ascoltare della voce del Signore che ci indica la strada da seguire, anche nelle difficoltà

Bisogna essere sempre pronti all’ascolto. Chi prega, chi medita le Scritture, riconosce la voce dell’angelo che il Signore manda.

Certamente in Egitto, in un paese straniero, la vita non fu facile, come non lo è anche oggi per tanti stranieri che fuggono dai loro paesi e vengono da noi, trovando spesso inaccoglienza, umiliazioni e sfruttamento. Ma in ogni tempo e in ogni luogo ci sono donne e uomini che cercano Dio e fanno spazio a chi non conta nulla, povero e debole.

I pranzi di Natale che in questi giorni vedono tanti poveri accolti, seduti a tavola, commensali dell’unica famiglia, dove ci si riconosce fratelli e sorelle, sono resi possibili perché tanti si rendono disponibili in diversi modi rendendo possibile quello che sembrerebbe impossibile: portando aiuti materiali, preparando il necessario per la festa, servendo alla grande tavola di questa famiglia che possiamo chiamare globale.

I pranzi di Natale con i poveri: nuovo presepio vivente

È una nuova tradizione, un nuovo presepio vivente che diventa realtà in tante parti del mondo, dalla vecchia Europa agli altri continenti, nelle grandi città fino a piccoli villaggi dove in maniera semplice ma con lo stesso Spirito si compie il grande miracolo della moltiplicazione dei pani.

Attorno a questa grande tavola vediamo tanti che si adoperano perché la festa sia bella: sono giovani, sono intere famiglie che partecipano a questa grande mensa.

Dare nuova vitalità alle nostre famiglie

In Europa, in Italia, da un po’ di tempo tante famiglie, gli affetti familiari entrano in crisi. C’è una dittatura del materialismo che impoverisce e svuota gli affetti, i legami, li inquina con un protagonismo che non aiuta il dialogo vicendevole, non crea un clima sereno e caldo per i figli che hanno bisogno di amore per crescere bene.

Tanti che partecipano ai pranzi di Natale si sentono come rigenerati, rinnovati nei sentimenti, nell’attenzione all’altro. È qualcosa di bello, di profondamente umano che si riversa nella propria famiglia, nei rapporti vicendevoli, nella vita quotidiana.

Le nostre famiglie hanno bisogno di Dio per vivere bene, hanno bisogno dello spazio della preghiera, della energia spirituale che viene dalla Parola di Dio; hanno bisogno dello Spirito che rende feconda la vita della famiglia. E l’esperienza del pranzo di Natale è una esperienza spirituale che rinnova, dà forza, genera in noi nuove energie di amore.

Facciamo sì che anche le nostre famiglie siano guidate dallo Spirito

Dalla famiglia di Nazareth viene una indicazione chiara per la crescita del popolo di Dio, della grande famiglia che è la Chiesa: essere docili all’azione dello Spirito, attenti alla voce di Dio che parla, guida, accompagna.

E anche ogni nostra famiglia riceve una indicazione chiara: sia la parola di Dio a nutrire i nostri rapporti, a orientare il nostro sguardo, a rinnovare i sentimenti del proprio cuore. Stare in ascolto del Signore che non ci lascia soli, ci parla e ci indica la strada da seguire, come fece con Giuseppe e Maria, perché le forze del male non sopprimessero la vita di quel bambino – Gesù – che vuole continuare a crescere in ciascuno di noi, nelle nostre famiglie, nella nostra società bisognosa di essere rigenerata.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, uniti alla famiglia di Nazareth, a Te innalziamo la nostra preghiera perché tutte le famiglie possano essere luogo di crescita in sapienza e grazia e veri santuari della vita e dell’amore, per tutte le generazioni.
  • O Padre, dal quale proviene ogni paternità in cielo e sulla terra, noi ti preghiamo per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e ti chiediamo di sostenere la Santa Chiesa, perché sia nel mondo la grande famiglia di Dio.
  • O Signore, di fronte al male che continua ad operare e a minacciare la vita dei popoli noi ti preghiamo perché la pace torni ad abitare tra gli uomini; perché tutte le nazioni ritrovino la concordia e si riconoscano parte dell’unica famiglia umana e ovunque al fragore delle armi succedano canti di pace.
  • O Signore, noi ti preghiamo per la Comunità di Sant’Egidio. Guarda a questa grande famiglia che hai radunato in ogni parte del mondo: fa’ che sia sempre unita nella comunione e rafforza in essa i vincoli di misericordia, bontà, umiltà, pazienza e perdono.
  • O Signore, accogli le invocazioni che sono state a noi affidate lungo questa settimana. Ti preghiamo per tutti coloro che nel nostro mondo, come te, non trovano un posto: per i poveri, i senza fissa dimora, gli stranieri, i nomadi, per tutti coloro che sono soli, per i prigionieri e i condannati a morte. Fa’ che possano essere consolati e trovare nella famiglia dei tuoi discepoli affetto ed accoglienza per la loro vita.
  • O Signore, noi ti preghiamo mentre facciamo memoria di Santo Stefano Protomartire, perché per la testimonianza luminosa di tanti martiri che hanno offerto la loro vita, anche oggi i cristiani possano non rispondere al male con il male ma con la forza della mitezza, della verità, del perdono e dell’amore.