"Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo"
|
|
Dal Vangelo di Giovanni capitolo 1 versetti da 1 a 18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
la luce che viene da betlemme per illuminare il mondo
|
|
Il mondo ha bisogno di pace
Abbiamo iniziato un anno nuovo col passo della pace, mentre i nomi di tanti paesi ci accompagnavano, paesi dove non c’è pace ma guerra. In alcuni paesi del Medio ed Estremo Oriente i cristiani conoscono la persecuzione, come in Iraq, in Indonesia, in Egitto.
Le forze oscure del male si muovono da un capo all’altro seminando paura e morte, senza guardare in faccia coloro che colpiscono, se sono bambini o anziani o giovani. Esse pensano solo a seminare morte, a far sparire quelli che sono rimasti in paesi dove i cristiani sono diventati una piccola minoranza.
Dinanzi a tutto questo, i popoli cristiani del nostro mondo occidentale sono come invecchiati, sono come chiusi, ripiegati in se stessi, paurosi di perdere quello che hanno. Mentre il demone del male non cessa la sua opera per dividere gli uomini, contrapporgli gli uni agli altri, come sta avvenendo in Nigeria e in Costa d’Avorio.
Una luce che viene dal bambino di Betlemme
In questa realtà abbiamo celebrato questo Natale: una luce che viene da un bambino, debole, che sembra inadeguato ad affrontare queste forze del male, a vincere e sconfiggere i demoni del male.
Ma noi abbiamo visto questa luce, siamo stati illuminati dalla luce di Betlemme, di quel bambino, lo abbiamo incontrato come i pastori, in compagnia di Maria e di Giuseppe. Betlemme non è solo quella cittadina della Palestina dove è nato Gesù, ma Betlemme è nei tanti luoghi dove egli continua a crescere. Betlemme è anche qui, dove tanti sono venuti a cercarlo.
Ma il Natale non è qualcosa che passa per poi ritornare alla nostra vita di prima; è un nuovo inizio che ci chiama ad una responsabilità nuova, ad una consapevolezza della grazia immeritata ricevuta, inviati a diffondere nelle nostre città il suo messaggio, facendo “correre veloce la sua parola”, come canta il salmista, senza rallentarla con la nostra pigrizia, con le misure troppo strette dei nostri calcoli.
Una tavola attorno a cui sedersi insieme
Questa luce l’abbiamo vista sul volto dei nostri amici poveri che si sono seduti a tavola, insieme a noi, immagine viva del sogno di Dio su questo mondo: un popolo riconciliato, dove tutti hanno riconosciuta la loro dignità di persone, dove tutti hanno diritto ad avere un posto.
Quei volti sorridenti, contenti, sono come una chiamata ad uscire da un modo abitudinario di vivere in questa famiglia santa, dove vediamo che il Verbo, il Figlio di Dio diventato uomo, debole della nostra debolezza, ha un potere che trasforma le persone, che ci rigenera ad una vita che nasce dallo Spirito.
In questi giorni abbiamo visto la luce vera, abbiamo visto che “il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Avviamo contemplato la sua gloria. Attraverso i tanti pranzi di Natale alle diverse latitudini, nei diversi continenti, questa luce si è propagata. La piccola luce di Betlemme si è moltiplicata, si è diffusa, ha riscaldato tanti cuori infreddoliti dalla solitudine, dalla rassegnazione, dal dolore, e ha portato gioia.
Le domande dei tanti che sono venuti ad aiutarci in questo Natale
Una gioia che abbiamo visto anche sui volti dei tanti che sono venuti ad aiutarci e che in qualche modo ci hanno manifestato la loro sete di Dio; essi sono come tante domande che sentiamo rivolte a ciascuno di noi, domande di senso, di futuro, di pace, che questo mondo non ha e non sa dare.
Oggi sentiamo vere e rivolte a noi le parole del libro del Siracide poste sulla bocca del Signore, che è quel bambino di Betlemme:
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora.
Vogliamo cantare con Maria la nostra gioia e gratitudine perché Dio si è chinato su di noi, benedicendo la vita di questa famiglia, grati perché – come ci ricorda l’apostolo Paolo – “ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo”; ma nello stesso tempo sentiamo che la nostra preghiera deve essere più insistente, fiduciosa, quotidiana; perché abbiamo bisogno di comprendere, di crescere nella conoscenza del mistero che viene dal bambino di Betlemme; abbiamo bisogno di lasciarci illuminare interiormente per comprendere il tesoro di vita che ci è stato donato.
Facciamo crescere la vita del bambino in ciascuno di noi, in questa sua famiglia
È quello che Paolo scrive alla comunità di Efeso, parole che vogliamo accogliere ciascuno di noi in questo nuovo anno che inizia:
il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Possiamo dire con l’evangelista Giovanni: “noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”. Vogliamo non solo conservare nel nostro cuore quello che abbiamo visto e vissuto, ma come Maria, “meditare nel nostro cuore tutte queste cose”, per aprirci ad una comprensione spirituale dei doni che riceviamo, al futuro di pace a cui ci chiama il Signore, docili all’azione dello Spirito come Maria e Giuseppe, che continua a parlare nel cuore di questa famiglia, a indicarci i luoghi e i segni verso cui indirizzarci e indirizzare.
Intenzioni di preghiera
- O Signore Gesù, che sei venuto ad abitare in mezzo a noi, donaci di aprire a te la nostra vita, per accoglierti con cuore grato e generoso. Ti preghiamo perché quest’anno che si apre sia un tempo di conversione profonda: rendici assidui nell’ascolto della tua Parola, aperti all’azione del tuo spirito, fedeli e umili nel servizio.
- O Signore, concedi al mondo di conoscere la riconciliazione: perché tutte le nazioni ritrovino la concordia e ovunque al fragore delle armi succedano canti di pace. In particolare ti preghiamo per la Costa d’Avorio.
- Ti preghiamo, o Signore, per la Chiesa perché annunci il Vangelo da un estremo all’altro della Terra, perché a nessuno sia più nascosta la salvezza che hai preparato per i popoli. Sostieni, Signore, il Papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio e tutta la Chiesa di questa città.
- O Signore, noi ti presentiamo l’invocazione di tutti coloro che in questa settimana si sono affidati alla nostra preghiera per ottenere, nella grazia sovrabbondante del Natale, il tuo perdono e per conoscere la gioia della conversione.
- Ti preghiamo, Signore, per tutti i poveri che abbiamo incontrato, per chi cerca parole di salvezza e consolazione per la propria sofferenza e per tutti i malati. Tu che sei la salute delle anime nostre salva anche le nostre fragili membra.
|
|