parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 10/10/10

28ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: 2Re 5,14-17; Salmo 97; 2ªTimoteo 2, 8-13; Luca 17, 11-19.

 

lebbrosi
"Andate a presentarvi ai sacerdoti". Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro per ringraziarlo. Era un Samaritano.

Dal Vangelo di Luca capitolo 17 versetti da 11 a 19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.

12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».

14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.

15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».

19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

beati coloro che ascoltano la parola di dio e la mettono in pratica

Accogliamo la Parola di Dio

Il nostro è un tempo in cui abbondano le parole: quelle scritte, quelle ascoltate attraverso i mezzi di comunicazione di massa, quelle che noi stessi ogni giorno pronunciamo. In questa abbondanza di parole non c’è molto spazio per la Parola di Dio. Noi stessi non sempre diamo spazio a questa Parola, non prendiamo in mano la Bibbia ogni giorno.

Ma questa Parola non è come le nostre parole, non è parola di uomini. E il Signore ci dice (Isaia 55, 2-3):

Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete.

La Parola di Dio – in chi la ascolta, la accoglie e la mette in pratica – compie miracoli, come scrive il profeta (ibidem, v.11):

la parola uscita dalla mia bocca non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.

La Parola di Dio è altro dai nostri pensieri

È quello che sperimentano i dieci lebbrosi del vangelo, come pure il comandante dell’esercito del re di Siria, Naaman, malato di lebbra. Quest’ultimo si aspettava grandi gesti da parte del profeta Eliseo, grandi discorsi; e si irrita quando il profeta non esce personalmente davanti a lui, ma gli manda un suo servo a dirgli: “Va’, bagnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ritornerà sano e sarai purificato”.

Naaman si sdegna, se ne va via dicendo:

«Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. 12Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?».

Ma poi ascolta il consiglio dei suoi servi e fa secondo la parola dell’uomo di Dio e conosce la forza di quella parola: “il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato”.

E i dieci lebbrosi ascoltano e fanno quanto il Signore Gesù ha detto loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Chi ascolta la Parola di Dio, crede in essa, la accoglie e la mette in pratica, sperimenta la forza che da essa promana e che compie guarigioni.

Ascoltiamo senza riserve e vedremo compiersi dei miracoli

È facile – e capita anche a noi – ascoltare il vangelo, la Parola di Dio, con riserva, alla luce delle nostre idee e convinzioni, a volte scrollare il capo perché abbiamo idee diverse. E alla fine la Parola resta senza effetto perché non l’abbiamo veramente accolta.

Chi la apre ogni giorno, la legge, la medita nel suo cuore e prova a farla diventare vita nelle sue giornate, sperimenta la sua forza. La lettera agli Ebrei afferma (4,12):

la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla.

Questo lo abbiamo toccato con mano anche nei giorni vissuti a Barcellona, assieme al nostro Cardinale, nell’Incontro di preghiera per la pace: una forza che viene da Dio e che viene comunicata a coloro che lo ascoltano e credono in Lui, ha legato tanti uomini e donne, provenienti dai diversi continenti, tanti leader delle differenti religioni mondiali, in un vincolo di amicizia e di dialogo.

Camminando dietro al Signore, conosciamo i percorsi di Dio

La Parola di Dio ci conduce, camminando come discepoli dietro al Signore, ad incontrare uomini e donne di ogni condizione, con le loro domande, le loro miserie, le loro malattie; ad ascoltarli e rispondere non per le nostre capacità o i grandi mezzi che non abbiamo, ma con la forza che viene dalla sua Parola che – come dice Gesù nel vangelo – ha il potere di spostare le montagne. Sono montagne di diffidenza, di rassegnazione, di indifferenza, che rendono gli uomini estranei gli uni agli altri se non addirittura violenti, conflittuali.

La Parola di Dio è vangelo, cioè buona notizia. Mettiamoci in cammino, col Signore che ci precede e ci guida. È lui che ci insegna a fermarci, ad incontrare, ad aiutare, a prendere a cuore le domande e le richieste di aiuto che vengono soprattutto dai più deboli.

La gratitudine verso il Signore spinge ad annunciare il Vangelo a tutti

Non incateniamo la parola di Dio – come Paolo scrive al discepolo Timoteo – non teniamola prigioniera per noi stessi. Il primo modo, molto concreto, di essere grati e riconoscenti al Signore che ci guarisce dalla solitudine, dall’indifferenza, dall’avarizia, dal pensare solo a noi stessi, è annunciare agli altri questa Parola, comunicare il Vangelo a tutti.

Questa parola è degna di fede – continua l’apostolo Paolo - : se moriamo con lui, con lui anche vivremo. Far morire il nostro orgoglio, la nostra creduta sapienza, la difesa delle nostre idee; e far conoscere a tutti la vita che sgorga da questa Parola accolta.

Partiamo con gioia per comunicare pace, per rendere più unito questo mondo, a cominciare dal quartiere, dalla città in cui viviamo. E come scrive il profeta Isaia (55, 12-13):

I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spini cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non sarà distrutto.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore, a te ci rivolgiamo con la gratitudine e la fiducia del lebbroso risanato: aiutaci a riconoscere la potenza della tua parola e la ricchezza dei doni da te ricevuti per farli fruttificare e per condividerli con tanti nostri fratelli.
  • O Signore, ti ringraziamo per i giorni vissuti a Barcellona nell’Incontro di preghiera per la pace: perché abbiamo visto e gustato come lo Spirito d’Assisi ha legato tanti uomini e tante donne in un vincolo di amicizia e di dialogo. Aiuta tutti a custodire questi frutti di pace e ad essere Famiglia di Dio e Famiglia dei popoli.
  • Signore, Padre buono, riempi della tua grazia e dei tuoi doni la Santa Chiesa. Proteggi e sostieni col tuo amore il papa Benedetto e il nostro vescovo Crescenzio.
  • Accogli, o Signore, al termine di questa settimana le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. Guarisci i malati, consola quelli che per la loro malattia vengono discriminati e fa’ dono della tua salvezza ad ogni sofferente.
  • O Signore, che prepari la tua salvezza per tutti i popoli: aiuta chi, straniero, è tenuto ai margini e allontanato; e aiuta noi ad aprire le porte dei nostri cuori all’ospitalità.