parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 04/07/10

14ª domenica del tempo Ordinario/C

   

Letture: Isaia 66, 10-14; Salmo 65; Galati 6, 14-18; Luca 10, 1-12.17-20.

 


"Ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi"

Dal Vangelo di Luca capitolo 10 versetti da 1 a 12 e da 17 a 20

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!

3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.

7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

C'È bisogno di molti operai nella vigna del signore

Gesù vuole riempire il mondo del fuoco del suo amore

Nel cammino verso Gerusalemme il Signore continua a incontrare tanti malati, tanti poveri, tante persone che vengono ad ascoltarlo. La scelta di inviare altri settantadue discepoli ad annunciare il Vangelo ci manifesta ancora una volta il suo grande desiderio: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc. 12, 49).

Il fuoco di cui parla il Signore è un fuoco di amore, il fuoco dello Spirito Santo che egli desidera riversare in ogni cuore perché gli uomini diventino nuove creature, come dice l’apostolo. Di fronte a tanta rassegnazione, al fuoco distruttore della violenza che raggiunge tanti, il Signore ci invita a non rallentare il passo, a non accontentarci di quello che già c’è: “la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai”.

Nella preghiera ci vengono comunicati gli stessi sentimenti di Gesù

Gesù ogni giorno si rivolgeva al Padre suo, nella preghiera. Nella preghiera noi affiniamo i sentimenti del cuore, affiniamo il nostro udito che ci fa sentire le domande di tanti: sono coloro che cercano, quelli che soffrono per la malattia, la solitudine, per il peso di una vita dura e pesante, come quella di chi è straniero, di chi vive per strada.

Pregare perché il Signore mandi altri operai significa sentire l’assillo di comunicare il vangelo, di operare per città a dimensioni più umane, di disarmare i cuori violenti.

In una società di lupi, il Signore invia i suoi discepoli come agnelli, simili a lui, che Giovanni Battista ha indicato agli altri come “Agnello di Dio che viene a togliere i peccati del mondo”. Lo Spirito che abbiamo ricevuto nella Pentecoste, che invochiamo nella preghiera, nella santa Liturgia, ci rende miti e nello stesso tempo forti nell’amore.

I discepoli del Signore non hanno né oro né argento, ma solo la sua Parola

Nel nostro mondo dove contano più di altre cose il danaro, i beni materiali, Gesù dice anche a noi di “non portare né borsa, né sacca, né sandali”, di non contare – cioè – sui mezzi materiali, ma sulla forza del suo Vangelo, dello Spirito che ci rende capaci di parlare una lingua nuova che avvicina, riconcilia, disarma i cuori.

La pace è frutto dello Spirito. È lo Spirito che fa di noi nuove creature, capaci di parlare a tutti, capaci di fermarsi davanti al proprio simile e comunicare la buona notizia del Vangelo, capaci di fermarci dinanzi ai poveri, come Pietro e Giovanni dinanzi allo storpio alla porta Bella del Tempio.

Ai discepoli il Signore comunica la forza di guarire, la capacità di parlare lingue nuove

Lo Spirito ci rende consapevoli della forza che il Signore ci ha comunicato. Pietro e Giovanni non hanno né oro né argento, ma hanno il potere di guarire, di far alzare quel mendicante anch’egli rassegnato sulla sua condizione di disabile condannato a chiedere l’elemosina.

E questo è fonte di gioia per chi riceve e per chi dona. E vedere crescere, allargarsi questi spazi di liberazione, di resurrezione, vedere prendere corpo, forma un nuovo volto della città è motivo di gioia per tutti noi e anche consapevolezza di una responsabilità grande e bella nello stesso tempo che il Signore ci ha affidato. [Gioia dei bambini assieme, gioia degli amici disabili …]

Con la gioia per i doni ricevuti, diamo agli altri quanto ci è stato donato

“Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate” dice a voce alta il profeta. Questo non è un tempo da vivere in maniera scontata, anche dinanzi al tempo di vacanza. Noi che siamo curati dal Signore con tenerezza, che siamo accompagnati da una madre attenta, la Comunità, che ci nutre con un latte spirituale, la Parola di Dio, rinvigoriti e rigenerati, comunichiamo largamente quanto abbiamo conosciuto, ricevuto, usiamo il potere buono di guarire, consolare, riconciliare, portando pace.

“Io farò scorrere verso di essa, verso Gerusalemme, la nuova città, come un fiume, la pace”. Essere noi i canali che in maniera larga fanno scorrere il fiume di pace che nasce dal Signore.

Intenzioni di preghiera

  • Signore, in un mondo che ha bisogno di salvezza, guidaci a comunicare con coraggio e costanza il Vangelo a coloro che ci sono vicini come ai lontani. Aiutaci a trovare la via dei cuori per aprirli alla tua misericordia.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché ad essa non manchino mai operai per la tua messe. Sostieni e proteggi tutti i messaggeri del Vangelo, particolarmente coloro che rendono testimonianza in situazioni difficili e pericolose.
  • Ti preghiamo o Signore per tutti i tuoi figli qui raccolti: dona loro il tuo Spirito e un cuore capace di ascolto, di saggezza, di discernimento per custodire e compiere con amore quello che insegna il tuo Vangelo e per gioire dell’unione con Te.
  • Al termine di questa settimana, Signore, accogli le invocazioni affidate alla nostra preghiera. Tu che ti prendi cura degli uomini, li risani, li liberi dalla malattia e dal peccato, rendici uniti a te nell’amore, capaci nel tuo nome di consolare, di liberare dal male, di portare pace, di comunicare speranza.
  • Ti preghiamo, o Signore, per tutti quelli che sono malati, che sono nel dolore e nell’afflizione: ricordati di loro, visitali, fortificali, dona loro la tua salvezza.