parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 15/11/09

33ªDomenica del Tempo Ordinario/B
   

Letture: Daniele 12, 1-3 ; Salmo 15, 5.8.9-10.11; Ebrei 10, 11-14.18 ; Marco 13, 24-32.

 


"Quanto a quel giorno o a quell'ora,
nessuno lo sa"

Dal Vangelo di Marco capitolo 13 versetti da 24 a 32

4In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, 25le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 

32Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

il signore viene con forza e sconvolge
le vie degli empi

Vedere con gli occhi del Signore

Con la liturgia di questa 33ª domenica del tempo ordinario ci avviamo alla conclusione dell’anno liturgico; e la Chiesa ci propone un brano del discorso escatologico di Gesù, il discorso sulle “realtà ultime”, che egli rivolge ai discepoli di ogni tempo.
La realtà che noi percepiamo si ferma facilmente su aspetti materiali, spesso circoscritti alle cose a noi vicine, una visione soggettiva e perciò limitata. Il Signore ci parla della sua venuta nel mondo come un fatto sconvolgente dentro una realtà per tanti aspetti drammatica. E questo riguarda non solo la fine del mondo di cui nessuno conosce la data - come Gesù stesso dice ai suoi discepoli – ma è vero e si attua ogni giorno, nella nostra vita, nella vita di quelli che accolgono il Vangelo, nella vita dei poveri che vengono raggiunti.

La presenza e l’azione del Signore nella storia

Dentro una vita che facilmente si rassegna al presente, dove sono tanti quelli che pensano che le cose non possano cambiare, la venuta di Gesù è qualcosa che irrompe con forza e vince le forze del male. Questo vuole comunicarci il Vangelo con le metafore molto in uso al tempo di Gesù.

Conosciamo la rassegnazione che vediamo nella vita di tanti. Ma se ci fermiamo a riflettere vediamo che anche noi non ne siamo immuni. Anche un modo ripetitivo e scontato di vivere le nostre giornate è indice di una rassegnazione che non crede o crede poco alla forza della venuta del Signore che irrompe nella vita degli uomini.

C’è un legame profondo fra la natura e gli uomini

La concezione ebraica riteneva che l’universo è misteriosamente solidale con l’uomo nei suoi destini, per cui le sofferenze degli uomini hanno una eco nella perturbazione della natura. Una connessione profonda tra le sofferenze che si abbattono sugli uomini e quelli che sconvolgono l’equilibrio della creazione.

In questa realtà il Signore chiama i suoi discepoli ad operare sapendo che le sue parole sono certe e si realizzano. Quando il Signore entra profondamente nella vita degli uomini, avviene uno scontro drammatico con le forze del male, uno sconvolgimento degli equilibri rassegnati e la vittoria sul male. L’uomo rinasce a nuova vita, si ristabilisce una armonia, una pacificazione, una comunione ordinata.

Il Signore ascolta il gemito dei poveri

Il Signore ascolta il gemito dei poveri, di coloro che sono piegati dalle sofferenze, dalla malattia, dalla solitudine, il gemito di uomini e donne smarriti e confusi che cercano chi si fermi accanto a loro. Lo Spirito viene comunicato ai discepoli del Signore perché anch’essi diventino capaci di ascoltare questi gemiti e da liberati per grazia, per amore gratuito, diventino a loro volta liberatori.

Ci saranno questi segni – dice Gesù – “ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le nazioni” (Mc. 13,10). Il dono che noi abbiamo ricevuto del Vangelo, della vita con i fratelli, dell’amicizia con i poveri, è una moneta d’oro che spendere generosamente.

La moneta preziosa posta nelle nostre mani

Il Vangelo comunicato ai primi discepoli, attraverso i secoli, ha percorso la storia ed è giunto sino a noi. E ora è la moneta d’oro posta nelle nostre mani da impiegare pienamente. A noi il Signore ha comunicato il suo potere, un potere di amore che abbrevia i giorni della sofferenza e della tribolazione di coloro che giacciono nel buio di una vita senza affetto, senza cure, senza sostegno.

Questo potere che ci è stato dato è una corrente di amore che non si blocca per le distanze o gli ostacoli e scuote dalla rassegnazione, dallo sconforto e riporta alla vita. “Per questo – canta il salmista – gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima, nella gioia piena per la tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.

La forza dello Spirito che opera in noi e per mezzo nostro

“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? – afferma con forza l’apostolo Paolo (Rm. 8,31-32) – Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?”.

Preghiamo intensamente e con assiduità il Signore perché “abiti nei nostri cuori, e radicati e fondati nella carità, possiamo comprendere con tutti i santi - con tutti i nostri fratelli e sorelle - quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” del dono che abbiamo ricevuto, e ci renda vigilanti rispetto al mondo presente, discepoli generosi e fedeli sapendo che è lo Spirito del Signore che parla ed agisce per mezzo nostro.

  • Intenzioni di preghiera

  • O Signore che hai detto “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”, aiutaci ad ascoltare ogni giorno la tua Parola e a compiere quotidianamente la fatica di metterla in pratica per tenere fissa su di te la nostra speranza, certi che nella perseveranza conosceremo la salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa tutta, perché non si stanchi mai di annunciare la speranza di un futuro nuovo, di una terra rinnovata, in cui ogni lacrima sarà asciugata.
  • O Signore tu solo conosci la nostra fragilità e quanto facilmente cediamo alla tentazione della paura e della rassegnazione: aiutaci a vivere con speranza il tempo presente, vigilanti ma non inquieti, fiduciosi nella tua promessa che non delude.
  • O Signore ti preghiamo accogli le invocazioni che ti presentiamo e che lungo questa settimana sono state a noi affidate. Dona a noi, ai nostri fratelli nel mondo, ai paesi in guerra, la tua pace.
  • Ti preghiamo Signore per coloro che sono malati nel corpo e nella mente: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza.