parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25/10/09

30ªDomenica del Tempo Ordinario/B
   

Letture: Geremia 31,7-9; Salmo 125; Ebrei 5,1-6; Marco 10,46-52.

 

cieco
"Che cosa vuoi che io faccia per te?"

Dal Vangelo di Marco capitolo 10, versetti da 46 a 52

46Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.

47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".

48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".

49Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". Chiamarono il cieco, dicendogli: "Coraggio! Àlzati, ti chiama!".

50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

51Allora Gesù gli disse: "Che cosa vuoi che io faccia per te?". E il cieco gli rispose: "Rabbunì, che io veda di nuovo!". 52E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato".

E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

IL SIGNORE CI RENDA RICCHI
DI MISERICORDIA E COMPASSIONE

La Parola del Signore viene a scandire le nostre giornate

Ogni giorno, mentre la nostra vita scorre scandita dai ritmi del lavoro, degli impegni familiari, tante notizie ci raggiungono, alcune ci sfiorano appena, altre ci colpiscono di più. Ma facilmente vengono poi sostituite dalle nuove che ci raggiungono, in un continuo avvicendarsi.

È facile vivere in maniera scontata tutto questo, a volte indifferenti o rassegnati di fronte a questa realtà. Che cosa possiamo fare noi? Che cosa posso fare io?

Ma il Signore non ci lascia soli nei nostri pensieri ed abitudini. La sua Parola viene a svegliarci, a inserirsi nei nostri pensieri, perché sia essa a scandire le nostre giornate. Egli ci parla di un futuro diverso, ci mette davanti una visione del mondo che egli vuole realizzare per noi e assieme a noi. Egli ci parla attraverso la parola del profeta Geremia: “Innalzate canti gioia, esultate per la prima fra le nazioni … ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla”.

Il Signore viene a liberarci dalla rassegnazione

Il popolo di Israele viveva schiavo in terra straniera, deportato in Babilonia, in una condizione di vita dura e rassegnata. Il Signore parla loro di liberazione, di ritorno nella loro terra. E nessuno rimarrà indietro, nemmeno quelli che fanno fatica a camminare e facilmente vengono abbandonati a loro stessi: il cieco, lo zoppo, la donna incinta e la partoriente, anch’essi ritorneranno.

Viviamo in un tempo di trasformazioni della nostra società, di crisi economica. Da paese di emigrazione in terre lontane siamo diventati paese di immigrazione, dove giungono tanti diseredati in cerca di pane per vivere. Se noi sentiamo le difficoltà della crisi, pensiamo a quanto più duramente essa si è abbattuta su quelli che già da prima erano in condizioni disperate. E così nella nostra società abbiamo vecchi e nuovi poveri. Da tanti sono visti come un peso, si vorrebbe che non ci fossero; e vengono lasciati indietro o persino scacciati.

Il grido dei poveri

Il Signore ci mette davanti ad una visione, e vuole realizzarla assieme a noi: una società che diventa una famiglia, dove le persone deboli non sono lasciate indietro, da sole a morire, ma vengono aiutate a camminare e a vivere insieme a noi.

Il Vangelo ci parla di un mendicante cieco - di cui ci viene detto il nome, Bartimeo (tante volte per noi i poveri sono come persone senza nome) – che alla porta della città di Gerico, dove passava molta gente, chiede l’elemosina. Questo cieco quando sente il trambusto della folla che passa e capisce che con loro c’è Gesù, si mette a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Grida per farsi sentire, ma anche per superare il rumore e il chiasso di quella folla che accompagna Gesù. E vicino a Gesù ci sono anche i suoi discepoli. Ma questo gridare forte dà fastidio, la gente lo rimprovera perché stia zitto, ma inutilmente, Bartimeo grida ancora più forte.

Con Gesù impariamo a fermarci accanto a chi chiede aiuto

È il fastidio per i poveri, che anche noi conosciamo bene. I poveri danno fastidio, ci turbano, la loro presenza è ingombrante, sarebbe meglio non vederli. Ma per Gesù quel grido va accolto, è il grido di uno che soffre, che chiede aiuto. “Gesù si ferma, e dice: chiamatelo!”.

E quelle stesse persone che prima avevano tentato di ridurre al silenzio il cieco, ora appena Gesù mostra di volersi occupare dell’importuno, cambiano atteggiamento e gli rivolgono parole di sollecita simpatia: “Coraggio! Àlzati, ti chiama!”. E il grido del cieco viene esaudito, egli recupera la vista e si mette a camminare insieme con Gesù, a seguirlo.
Noi ascoltiamo il vangelo per imparare da Gesù: imparare a fermarci dinanzi al grido dei poveri, di quelli che invocano aiuto. E come avvenne per quelle persone che prima provavano fastidio, anche oggi accade lo stesso. Se noi impariamo da Gesù a fermarci, a sentire compassione per quelli che sono nel dolore e nel bisogno, vediamo che anche attorno a noi i nostri gesti e le nostre parole influiscono sui comportamenti degli altri, quanto meno aiutano a riflettere.

Una società dove ci sia posto per tutti

Gesù che si ferma, che fa chiamare il cieco e lo guarisce, apre a noi la strada di una società diversa, una società dove gli esclusi vengono accolti e reintegrati nella famiglia umana. E così comincia a realizzarsi il sogno, la visione del Signore che è risuonata per mezzo del profeta Geremia. A realizzare questo sogno Gesù ci chiama, a lavorare ogni giorno perché la famiglia umana possa ricomporsi.

Il grido di Bartimeo è il grido di tanti poveri, è l’invocazione della mamma di Elvis, bambino di 6 anni, morto alla Sanità, in un basso dove era stata staccata l’energia elettrica. Una mamma che ha chiesto aiuto e non ha trovato ascolto; è il grido di tante persone sole, anziane, malate.

Sono tanti coloro che cercano la luce del Vangelo

Ma è il grido anche di tanti che sono ciechi nell’intimo, che non vedono una strada per la loro vita. Anch’essi chiedono aiuto, chiedono che ci fermiamo ad ascoltarli e accogliere la loro richiesta. Nelle invocazioni della preghiera comune di oggi, pregheremo anche per alcune migliaia di persone che si sono messe in cammino alla scuola del Vangelo, in cerca di luce e di senso per la loro vita.

Mentre ci uniamo a loro nella preghiera, facciamoci attenti alle voci, alle richieste che non sempre sappiamo ascoltare di persone in cerca di luce, di aiuto a vedere per la loro vita. Se noi diventiamo più attenti e pieni di compassione, sentiremo le loro voci, leggeremo nei loro volti e aiuteremo tante persone a trovare la luce del Vangelo, la luce che il Signore è pronto a comunicare con larghezza e con gioia.

Dal Signore che si ferma, che ascolta il grido di Bartimeo, impariamo a fermarci anche noi. Chiediamo al Signore i suoi sentimenti di amore, perché renda anche noi ricchi di misericordia e di compassione.

Intenzioni di preghiera

  • O Signore che accogli la speranza di chi si rivolge a te con fiducia e non lasci senza riposta l’invocazione dei poveri, aiuta questi tuoi servi a trovare la guarigione del cuore come il cieco Bartimeo: abbi pietà di noi e sostienici con la luce della fede.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa perché renda sempre viva testimonianza della tua Parola di salvezza. Al termine del Sinodo per l’Africa ti preghiamo di accompagnare con il tuo Spirito tutti i pastori che in esso si sono riuniti e di guidarli nel loro ministero.
  • O Signore noi ti preghiamo per i tanti che anche nella nostra città vivono incerti e confusi. Fa' che anch'essi trovino persone che sanno ascoltarli e condurli a mettersi in cammino alla scuola del tuo Vangelo, perché trovino la luce e la gioia di una fede rinnovata.
  • Al termine della settimana ti presentiamo o Signore le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. O Signore fa risorgere il mondo intero perché la morte, la violenza, la vendetta non dominino più sul cuore degli uomini e ovunque possa regnare la pace. Ti preghiamo proteggi tutti quei paesi dove ci sono focolai di guerra.
  • Ti preghiamo, o Signore Gesù, per tutti coloro che vivono nell’oppressione e nel pianto e ti chiediamo che tutti gli uomini facciano esperienza della tua compassione e della tenerezza del tuo amore e sappiano mettersi in cammino verso di te.