parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 19/07/09

16ªDomenica del Tempo Ordinario/B
   
Letture: 2 Re 4,42-44; Salmo 144; Efesini 4,1-6; Giovanni 6,1-15.
Memoria di Maria, malata psichica, morta a Roma. Assieme a lei ricordiamo tutti i malati psichici.

Moltiplicazione
Gesù prese i pani e i pesci e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 6, versetti da 1 a 15

1Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.

12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Lasciamoci COINVOLGere
NEL POTERE DI MISERICORDIA DEL SIGNORE

Vedere oltre sé fa comprendere, fa porre domande

“Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea e lo seguiva una grande folla” – recita il brano di Giovanni proclamato in questa liturgia. E non ci dice qualcosa che riguarda il passato, fatti lontani o che non ci riguardano: le folle che cercano ci sono anche oggi, e anche oggi lo cercano perché “vedono i segni che egli compie sugli infermi”. Sono persone che si portano dietro carichi di sofferenze, di dolori e trovano guarigione nelle parole di quell’uomo e nella forza che da esse si sprigiona.

Se non le vediamo è perché teniamo gli occhi abbassati su noi stessi e sulle nostre cose e facciamo fatica ad alzarli e vedere. Il vedere oltre sé fa comprendere, fa porre domande, scuote la propria coscienza tranquilla e auto rassicurata. La domanda che Gesù pone a Filippo vuole aiutare noi a interrogarci, provocarci a manifestare i nostri dubbi, l’arrenderci di fronte ad ostacoli e limiti che riteniamo non superabili.

Essere disponibili con quello che si ha e si è

Si mette insieme quello che abbiamo disponibile, anche se emergono la limitatezza dei propri mezzi, ci si rende disponibili, anche se con un senso di impotenza. Ma la parola del Signore è autorevole, e i discepoli la ascoltano e cominciano ad agire secondo le indicazioni di Gesù. Frattanto quei cinque pani d’orzo e i due pesci nelle mani di Gesù diventano come un lievito che fermenta e cresce fino a poter sfamare quella grande folla.

Oggi si cercano le soluzioni nei bilanci, nelle quantità di denaro che pure serve, dei beni materiali, di quanto si possiede per sentirsi sicuri. E non ci accorgiamo che così si va disseccando quella radice di vita che fa l’uomo, la compassione, la commozione; e si impoverisce la nostra umanità. Gesù che “alza gli occhi al cielo e recita la benedizione” – come dice la versione di Matteo – ci richiama alla relazione con Dio viva, vissuta, personale.

Il potere di Gesù: la misericordia

“Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente – ha detto papa Benedetto – “manca la bussola per trovare la strada, l’orientamento”. Il potere di Gesù, la potenza di Dio è la misericordia. “Nel nostro odierno concetto mondiale di potere” – continua il papa – “pensiamo a uno che ha grandi proprietà, che in economia ha qualcosa da dire, dispone di capitali, per influire nel mondo del mercato. Ma il vero potere è il potere di grazia e di misericordia. Nella misericordia, Dio dimostra il vero potere” (omelia nella Cattedrale di Aosta 24/7/09).

Come quell’uomo che porta al profeta Eliseo le cose migliori che aveva e queste permettono col potere che viene dal Signore di sfamare la gente affamata, anche noi rendiamo disponibile il meglio di quello che abbiamo, come tempo, come disponibilità, come capacità; e il Signore saprà moltiplicarlo per nutrire e far vivere i tanti che sono affaticati e stanchi, oppressi dalle ingiustizie e dalla violenza. All’oceano di ingiustizia Dio oppone un oceano più grande, quello del bene e dell’amore.

Lasciamoci coinvolgere dal Signore e viviamo la chiamata ricevuta

Il gesto di Gesù che benedice il pane e lo offre fino al dare tutto se stesso sulla Croce ci coinvolge nel fiume infinito di bontà, di verità, di amore che sgorga da lui. Siamo invitati a metterci dalla sua parte, identificarci come suoi discepoli e – come ci esorta l’apostolo – “a comportarci in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità”.

Così il fiume di amore del Signore giunge a tante persone, a quelle più sole, agli anziani, ai carcerati; e ravviva, dà forza di guarigione, di conforto, di comunione; e giunge dove c’è odio, violenza, egoismo e scioglie questi veleni, disintossica e permette anche a coloro che ne sono prigionieri la liberazione.

Con la preghiera si vince ogni tentazione

Non permettiamo che la tentazione del potere di questo mondo ci solletichi, ci attiri e ci coinvolga, anche se solo nei nostri piccoli spazi quotidiani. Ci faccia riflettere il gesto di Gesù, che non si è mai tirato indietro, non è fuggito dinanzi alle difficoltà, alle critiche che gli sono venute numerose dai potenti del suo tempo; eppure dinanzi alla gente contenta ed euforica che gli si sta stringendo intorno per farlo re, Gesù si ritira di nuovo sul monte, restando solo, certamente in preghiera, in dialogo col Padre suo.

Dalla tentazione del potere nessuno è esente, ma si può vincere con la forza della preghiera che ci apre al servizio e alla compassione e non al ritagliarsi i piccoli spazi – a volte anche a fin di bene – nei quali sentirsi e comportarsi da padroni.

Intenzioni di preghiera:

  • Signore Gesù, come le folle del Vangelo veniamo desiderosi di incontrarti in questa celebrazione: donaci il Pane della tua Parola e del tuo Corpo e di vivere la comunione con te nella preghiera, nell’ascolto, nella carità.
  • Ti preghiamo, o Signore, per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e ti chiediamo: fortifica, con il pane della vita, la santa Chiesa perché sappia incontrare gli uomini e le donne del nostro tempo e sappia saziare la loro fame del corpo e dello spirito.
  • Ti preghiamo, o Signore, per chi in questo periodo estivo è più solo, per gli anziani, per i malati e i carcerati. Veglia sulla loro vita e fa’ che tutti trovino conforto e consolazione.
  • Accogli, o Signore, le invocazioni che ti presentiamo e che sono state a noi affidate lungo questa settimana. Ti preghiamo per quanti chiedono pane da mangiare, giustizia e libertà per vivere. Dona o Signore la tua pace a tutti i popoli della terra.
  • O Signore, insegnaci a confidare sempre nel tuo amore e a non sottrarci alla comunicazione generosa del Vangelo. Guida la Comunità per le vie del mondo, preservala da ogni male, custodiscila nell’amore.