parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 25/05/08
Festa del Corpus Domini/A
   

Letture: Deuteronomio 8, 2-3.14-16; Salmo 147; 1 Corinzi 10, 16-17; Giovanni 6, 51-58.

 


"Io sono il pane vivo disceso dal cielo"

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 6, versetti da 51 a 58

51Gesù disse alle folle dei Giudei: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. 53Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell`uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.

58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

Il signore cammina con noi

Una presenza del Signore che ci accompagna

Ogni volta che ci raduniamo per celebrare l’Eucaristia, facciamo memoria dell’amore del Signore, che per noi ha dato la sua vita. La festa del Corpus Domini celebra la presenza del Signore in mezzo a noi, nella sua Chiesa, nella vita dei suoi discepoli. Una presenza che è la manifestazione del suo amore col quale continua ad accompagnare i suoi discepoli, le tante comunità sparse nel mondo, la Chiesa tutta.

Tante volte Gesù ha mangiato assieme ai discepoli in casa di amici e in case di pubblicani e peccatori. Ma proprio alla vigilia della sua passione, stando a tavola con i suoi discepoli, ha voluto perpetuare la sua presenza in mezzo a noi in una maniera speciale.

L’apostolo Paolo scrive ai Corinzi: “Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo che è per voi. Allo stesso modo prese anche un calice e disse: Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo in memoria di me”.

Il Signore aveva iniziato un cammino con i primi discepoli e ha voluto continuarlo con tutti quelli che sarebbero venuti dopo di loro. Camminare per le strade del mondo uniti a lui, in sua compagnia significa poter affrontare le tante difficoltà, i nemici della vita, con un cibo e una bevanda che nutre e disseta.

Un amore che viene dai tempi antichi

L’amore per gli uomini il Signore lo ha manifestato sin dai tempi antichi, quando ha tratto fuori dall’Egitto, da una vita di schiavitù, il suo popolo e lo ha accompagnato attraverso il deserto.

Il deserto è l’immagine di un mondo dove è difficile vivere perché manca un vero cibo che nutre le nostre umanità e una vera bevanda che disseta. La manna – un cibo che veniva dal cielo – e l’acqua scaturita da una roccia durissima, anticipano la vita comunicataci dal Signore Gesù. Egli stesso si fa nostro cibo e nostra bevanda: “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna … perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda”.

Il pane della mensa eucaristica diventa il corpo offerto a noi come nutrimento e il vino diventa vera bevanda che disseta. E così diventa possibile vivere con lui, vivere della sua stessa vita, ricevere da lui lo Spirito di vita.

L’autonomia orgogliosa che divide

Ma c’è l’orgoglio di vivere da se stessi, fondati sulle proprie forze, dimenticandosi di lui che ha dato la vita perché noi potessimo vivere. Il deserto di umanità, la violenza che tanti manifestano per emergere, per sentirsi sicuri è il frutto di chi crede di potersi salvare da solo, dentro una vita che pensa troppo solo alla vita del corpo.

La celebrazione di oggi – festa del Corpus Domini – ci invita a ricordare questa compagnia amica e fedele che abbiamo sperimentato negli anni, a cercarla ogni giorno e vivere la comunione bella col Signore. Una compagnia che tante volte è stata umiliata dal nostro orgoglio, dalla nostra presunzione di camminare da soli.

Di fronte alla tentazione di fare spazio solo a una dimensione terrena, materiale, ci vengono ricordate le parole del Deuteronomio (8,3), riprese da Gesù alla fine del suo digiuno nel deserto, dinanzi alla tentazione: “l’uomo non vive soltanto di pane, ma l’uomo vive di quanto esce della bocca del Signore”. Il pane e il vino, che più volte durante la santa liturgia ci vengono mostrati, contrastano con l’amore per noi stessi, con l’attenzione scrupolosa che abbiamo per il nostro corpo, con la meticolosa cura che poniamo per risparmiarci e per evitare impegni e fatica.

Una memoria che ci fa camminare insieme, in pace

“Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quaranta anni nel deserto”: è riconoscere che la nostra vita assieme al Signore viene trasformata; dalla comunione con lui siamo condotti a vivere la comunione con i nostri simili, a riconoscerci fratelli e sorelle, ad amarei più deboli, i poveri, quelli che sono disprezzati.

Un vento di violenza sembra percorrere le nostre città, che si abbatte sempre sui più deboli, che semina paura, dolore, sofferenze. “Partecipare dell’unico pane”significa essere alimentati dalla stessa linfa di vita, dallo stesso Spirito di amore che fa di noi un corpo solo. Una linfa e uno Spirito che ci vengono donati nella santa liturgia: col pane della Parola che purifica il cuore e lo riscalda, col pane dell’Eucaristia che ci nutre e ci alimenta. È un’unica mensa in cui il nutrimento è sempre lo stesso: il Signore Gesù, fattosi cibo per tutti.

Dinanzi allo Spirito di divisione che soffia in questo tempo, un vento freddo che raggiunge tanti cuori, la famiglia dei discepoli è un segno, una testimonianza che dice a tutti: è possibile vivere insieme, senza esclusioni e pregiudizi, riconoscendosi membri dell’unica famiglia umana. È possibile vivere la comunione nella pace.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo, o Signore, per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché sempre impariamo a condividere con generosità il pane terreno e a soccorrere i poveri, gli affamati, gli assetati, coloro che sono nel dolore e nell’indigenza.
  • O Signore tu che nutri continuamente il tuo popolo con il pane di vita eterna, custodisci nell’unità la tua Chiesa sparsa su tutta la terra, perché sia in Te un solo corpo e proteggi il Papa Benedetto e il nostro vescovo Crescenzio.
  • O Signore tu che ti sei fatto cibo per tutti e ci hai mostrato dove giunge l’amore di Dio, rinnova la nostra vita e apri il nostro cuore al tuo amore senza confini,
  • Ti presentiamo, o Signore, tutte le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera lungo questa settimana. Ti preghiamo di allontanare la guerra e ogni violenza dal nostro mondo e perché gli uomini illuminati dallo Spirito si sentano figli dell’unico Padre, fratelli in Gesù e trovino presto le strade di una pacifica convivenza.
  • Ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza.
  • Signore Gesù, tu sei un padre buono e noi siamo tuoi figli. Io sono molto contento di far parte della tua famiglia, assieme ai miei amici. Spero che la nostra amicizia continui anche dopo la comunione.
  • Gesù, al catechismo ho imparato che tu vuoi bene ai poveri, alla gente che è in pericolo. Riscalda i barboni che dormono nei cartoni e quelli che si trovano negli ospedali. Aiutaci a dare uno spazio sempre più grande nel nostro cuore, a te e ai poveri che sono i tuoi primi amici.
  • Gesù, io ti voglio pregare per tutti i bambini che vivono nei paesi dove c’è la guerra. Fa’ che conoscano che tu vuoi molto bene anche a loro. Fa’ che anch’essi possano vivere la gioia della festa della Prima Comunione.