Il Signore continua ad essere con noi
La pagina evangelica di oggi continua la lettura del Vangelo di Giovanni dal punto di domenica scorsa: i discepoli sono a tavola con Gesù, nelle ore precedenti l’arresto e il processo a Gesù; essi sono turbati e Gesù stesso si preoccupa perché, dinanzi alle difficoltà, non finiscano col disperdersi.
Sono parole di affetto che egli rivolge loro, ma anche danno certezza che egli continuerà ad essere con loro per sempre. E con lui potranno continuare la sua opera di amore e di pacificazione in mezzo agli uomini.
Questo rapporto di Gesù con i discepoli è anche il nostro rapporto con lui, un rapporto che si manifesta e si consolida nella santa liturgia. Accogliendo le sue parole, vivendole e mettendole in pratica nella nostra vita, si stabilisce e si consolida il nostro rapporto col Signore.
L’esperienza di chi accoglie e vive la Parola del Signore
Questa è l’esperienza bella che vivono tutti coloro che si nutrono di questa Parola, ne sperimentano l’efficacia, conoscono i sentimenti e i legami che questa parola suscita in noi. Egli ci spinge ad andare incontro agli altri come ha fatto Lui, con i suoi sentimenti; ci fa incontrare quelli che egli predilige, che non sono amati, che vengono trascurati e dimenticati.
“Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
Chi non solo ascolta queste parole, ma le vive, le mette in pratica, ne sperimenta la verità, sperimenta che davvero entriamo in una comunione profonda col Signore, entriamo in una dimensione di vita che ci allarga il cuore, ci dona gioia, ci avvicina gli uni agli altri. Chi non vive queste parole del Signore, ne sente il suono ma non ne comprende la portata e la concretezza.
Essere luce e lievito in mezzo agli uomini
Il Signore, per mezzo del suo Spirito di amore, vive nei nostri cuori, ci comunica la sua dolcezza, il rispetto verso tutti, ci spinge a fare il bene anche in mezzo alle difficoltà e dinanzi alle forze del male che operano attivamente per la divisione e lo scontro.
Coloro che si lasciano coinvolgere dal Signore in questa vita con lui, diventano agli occhi degli altri un segno di vita diversa, sono luce che rischiara le tenebre, lievito che mette in moto anche negli altri sentimenti di amore.
Ma suscitano anche invidie, opposizione, critiche. E la risposta dei discepoli del Signore, della sua comunità, anche oggi, è sempre quella di rispondere al male col bene, testimoniare con la nostra vita la falsità delle accuse, delle critiche, degli attacchi.
Il Signore suscita coloro che possano annunciarlo nelle nostre città
Anche oggi ci sono donne e uomini che vogliono ascoltare la buona notizia del Vangelo, che chiedono di essere guariti dalla malattia della solitudine, della rassegnazione, di essere risanati nel corpo e nello spirito.
Filippo, di cui ci parla la pagina degli Atti (8,5-8.14-17), era uno dei sette diaconi, istituiti per aiutare i primi apostoli. Per mezzo di lui la parola del Vangelo raggiunge i samaritani, fratelli di razza e di religione, ma separati dalla comunità degli ebrei di Gerusalemme e ritenuti eretici.
E quelli che da tanti erano stati esclusi, evitati, si aprono con gioia alla predicazione di Filippo e sperimentano la forza di guarigione che viene dal Vangelo. Tanto da spingere gli apostoli Pietro e Giovanni ad andare anch’essi nella Samaria.
Qui essi constatano i frutti belli della predicazione del Vangelo, confermare quei nuovi fratelli e attraverso l’imposizione delle mani far scendere su di loro la forza dello Spirito Santo, forza di amore.
Adoriamo il Signore nei nostri cuori
Rendiamo grazie al Signore che continua a suscitare nuove energie, a chiamare altri collaboratori all’opera sua perché si rinnovi la vita dei nostri quartieri, delle nostre città. Noi stessi siamo invitati a non restare freddi spettatori, ma a lasciarci attrarre, a lasciarci coinvolgere in questo lavoro che ci rende tutti più umani, più vicini gli uni agli altri, fa di noi sorelle e fratelli nella sua famiglia.
Il Signore non ci lascia soli, vuole vivere con noi e farci vivere la vita con lui. Chi accoglie la sua Parola esce da una vita individualistica, conosce la famiglia larga del Signore, lo vede, ne sente la presenza e la forza che promana da lui. E vive con Lui.
“Adorate il Signore nei vostri cuori – scrive l’apostolo Pietro – siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. Il Signore ci aiuti a vivere in maniera sempre più larga e profonda l’esperienza della vita con Lui, faccia di noi i suoi umili testimoni del Vangelo vissuto, costruttori di pace ovunque viviamo.
Intenzioni di preghiera:
- O Signore fa’ che la nostra vita si apra ai doni del tuo Spirito e con forza e speranza siamo pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi.
- Signore Gesù che non ci lasci orfani ma soccorri la nostra debolezza con la consolazione del tuo Spirito, dona a questi tuoi servi di amare la tua Parola, di custodirla nel loro cuore, di farla crescere e di metterla in pratica.
- Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto e per il nostro vescovo Crescenzio: sostienili con i doni del tuo Spirito perché guidino il tuo popolo nell’unità e nella pace; ti preghiamo per tutta la Santa Chiesa perché sia sempre illuminata dalla grazia dello Spirito.
- Al termine di questa settimana ti presentiamo o Signore le invocazioni che sono state affidate alla nostra preghiera. Ti preghiamo o Signore per le Chiese Ortodosse che in questa domenica celebrano la Pasqua di Resurrezione e perché i cristiani ovunque nel segno della tua Resurrezione, sappiano superare nella carità vicendevole le barriere etniche, nazionali, confessionali, indicando nella fede e nella vita l’unità di tutta la famiglia umana.
- Ti preghiamo di custodire sempre nel tuo amore la nostra Comunità e tutti i nostri fratelli in ogni parte del mondo. Proteggi coloro che sono più esposti al pericolo, alle insidie della violenza e del male.
|