parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 29/06/08
Festa dei santi Pietro e Paolo
   

Letture: Atti 12,1-11; Salmo 33; 2Timoteo 4,6-8.17-18; Matteo 16,13-19 .

Festa dei santi Pietro e Paolo, martiri a Roma intorno agli anni 60-70

Seguiamo sempre
l'insegnamento degli apostoli .

Dal Vangelo di Matteo capitolo 16, versetto da 13 a 19

13Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».

14Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».

15Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».

16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

17E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»

manifestare con la nostra vita il dio vivente

Festa dei santi Pietro e Paolo

La liturgia di oggi celebra la memoria di due colonne della Chiesa: l’apostolo Pietro e l’apostolo Paolo. Ambedue hanno risposto alla chiamata del Signore che ha trasformato in maniera profonda la loro vita e ne ha fatto strumenti per comunicare agli uomini la vita piena di amore che viene da lui, che tutti possiamo ricevere e viverla.

Pietro era un povero pescatore del piccolo lago di Galilea ed è diventato colui che ha riconosciuto Gesù come il Figlio di Dio, ha confermato nella fede gli altri discepoli, ha dato inizio alle comunità fra la gente del suo popolo ed ha testimoniato la sua fede fino a Roma, la capitale del grande impero di allora, dove è morto martire, dando la vita come Gesù.

Paolo da persecutore dei primi cristiani è diventato l’apostolo che ha diffuso il Vangelo in mezzo ai popoli pagani, ha dato inizio a tante comunità cristiane con la forza della sua predicazione evangelica, anch’egli fino a Roma, dove è morto martire per il nome di Gesù.

Il mondo contemporaneo ci interpella sulla nostra fede

Oggi, in una società come la nostra e come tutto il mondo occidentale, la fede cristiana è diventata qualcosa di debole, che poco incide sulla mentalità e sui comportamenti delle persone; per molti si è ridotta ad una buona tradizione religiosa che si manifesta in alcuni momenti della vita. L’immagine che risalta in tutte le pagine dei Vangeli, di Gesù che chiama a convertire il proprio cuore, che avvicina con amore tutti i poveri e i disprezzati, rimane per troppe persone una immagine lontana che non coinvolge.

In questo contesto noi ascoltiamo la pagina del Vangelo di Matteo. E le domande che Gesù pone ai discepoli le sentiamo rivolte in maniera personale a ciascuno di noi: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo? …E voi chi dite che io sia?”.

Le risposte della gente, riportate dai discepoli – “alcuni dicono che sei Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti” – fanno comprendere la difficoltà che tanti hanno nel comprendere veramente chi è Gesù per loro. Pensano che sia qualcuno che è vissuto prima di Gesù e che è tornato, qualche profeta, o qualche uomo di fede che era venuto prima.

Queste risposte ci fanno riflettere su quello che pensano le persone di oggi circa Gesù, chi veramente egli sia per loro: una figura del passato, che non c’entra direttamente con la loro vita? Noi siamo direttamente interpellati su chi è veramente il Signore per noi e su come questo lo manifestiamo, lo comunichiamo agli altri.

C’è bisogno di risposte non teoriche, ma che vengono da quello che noi viviamo

Simon Pietro risponde alla domanda di Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. È una risposta che viene dalla illuminazione interiore che Pietro riceve. Infatti Gesù gli dice: “È lo stesso Padre mio che ti ha rivelato questo”. È una conoscenza che viene da Dio, che riceviamo da Lui che ci illumina e si fa conoscere da chi lo cerca.

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”: tu sei la presenza viva di Dio in mezzo a noi, sei il Figlio stesso del Dio vivo. Il Signore Gesùnon è un ricordo del passato, una devozione, una bella tradizione. È la vita stessa di Dio che si comunica a noi, che viene in noi. Pensiamo all’apostolo Paolo che scrive (Galati 2,20): “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”.

È questa la vita cristiana, la vita dei discepoli di Gesù, la vita della comunità, la vita della Chiesa: la manifestazione di Dio che vive in noi. La nostra vita, i nostri pensieri, le nostre parole, i nostri gesti e comportamenti, manifestano l’azione di Dio, proprio come è avvenuto quando Gesù parlava e operava per le strade della Palestina, nelle sinagoghe e nelle case dove si recava. È Gesù stesso che lo dice ai primi discepoli e oggi lo ripete a noi (Giovanni 14,12): “anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi”.

La forza della comunità che vive il Vangelo

Oggi i nostri contemporanei comprendono più facilmente le parole di Gesù quando sono diventate vita concreta in ciascuno di noi, e manifestano l’azione del Dio vivente che opera e agisce per mezzo nostro. Tante volte gli uomini sono scoraggiati dinanzi alla possibilità di una vita più umana, solidale, giusta. Ed hanno bisogno di vedere che è possibile essere diversi, trasformare la propria vita con l’amore, diventare donne e uomini di pace, accoglienti verso tutti.

Il potere che riceve l’apostolo Pietro e con lui la Chiesa che continua a vivere nella storia è un potere di riconciliazione, di pacificazione degli uomini; più che un potere è un servizio che siamo chiamati a compiere. Un servizio che aiuta gli uomini ad incontrarsi, a comprendersi, ad aiutarsi, ad accogliersi; un servizio all’incontro fra uomini e donne di culture diverse, di diverse etnie e religioni, facendo delle differenze non un motivo di divisione e di scontro, ma di incontro e di arricchimento vicendevole.

È questa la responsabilità grande e bella che hanno oggi quelli che credono nel nome del Signore e vogliono vivere come suoi discepoli. C’è bisogno di comunicare in maniera larga il Vangelo, di manifestare con la nostra vita il volto di Dio attraverso i nostri volti illuminati e trasformati dalla sua forza di amore, dalla forza del suo Spirito Santo, edificando tante piccole realtà di comunione e di aiuto vicendevole, che possono essere lievito, fermento nelle nostre società.

Intenzioni di preghiera:

  • Mentre celebriamo la solennità dei Santi Pietro e Paolo, ti preghiamo o Signore, aiutaci a seguire sempre l’insegnamento degli apostoli dai quali abbiamo ricevuto il primo annunzio della fede.
  • Ti preghiamo o Signore per i nuovi martiri della Chiesa di Dio: perché la loro testimonianza raccolta e fatta fruttificare, generi nuova vita e nuova speranza.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, che oggi celebra la memoria dei Santi Pietro e Paolo: perché risplenda della luce accesa dalla predicazione, dalla testimonianza e infine dal martirio di questi due apostoli e sappia vivere e comunicare sempre con fede il Vangelo.
  • Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate lungo questa settimana alla nostra preghiera: consola chi soffre, proteggi chi è in pericolo, guarisci chi è malato, dona a tutti la pace del cuore.
  • O Signore che ci chiami all’immortalità, fa crescere la nostra fede e la nostra volontà di bene per resistere al male e ad ogni logica di morte. Proteggi e guida con il tuo Spirito ogni nostra comunità nel mondo.