parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 07/09/08

23ª Domenica Tempo Ordinario /A
   

Letture: Ezechiele 33,7-9; Salmo 94; Romani 13,8-10; Matteo 18,15-20.

 

"Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli
ve la concederà."

Dal Vangelo di Matteo capitolo 18, versetto da 15 a 20

15Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

17Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.

18In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

19In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.

20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. .

CHIAMATI A VIVERE ATTENTI AGLI ALTRI
PIENI DI COMPASSIONE

La santa liturgia: esperienza di comunione profonda col Signore e tra noi

Siamo molto contenti di ritrovarci insieme a celebrare la santa liturgia nel giorno del Signore. Ritrovarci insieme è un bene prezioso, in un tempo in cui prevale troppo spesso l’individualismo, il pensare ciascuno a se stesso, ai propri interessi o al massimo a quelli della propria famiglia.

Non ci ritroviamo insieme per abitudine, per un rito che si ripete, ma per stringerci attorno al Signore: abbiamo bisogno di ascoltare le sue parole, egli è l’origine e il fondamento del nostro stare insieme, della nostra fraternità, dei legami profondi che ci sono fra di noi; egli ci fa alzare gli occhi da noi stessi e guardare questo mondo con fiducia, con simpatia, con interesse, con amore, avendo qualcosa di importante da comunicare agli altri.

L’insistenza di Gesù per costruire un mondo unito

Nel Vangelo di oggi troviamo una insistenza di Gesù - che può apparire addirittura eccessiva – quando parla ai discepoli della preoccupazione da avere verso i propri fratelli nella fede. Dice loro di provarle tutte perché si viva assieme la comunione fraterna, non lasciando da parte e da solo colui che ha sbagliato: dal colloquio a tu per tu, all’aiuto con qualcun altro perché quel fratello possa ritornare alla comunione, fino a coinvolgere tutta la comunità.

Tanta insistenza e preoccupazione perché per il Signore la comunione fraterna, la vita assieme della comunità è un bene da costruire, da sostenere e difendere con ogni mezzo. Ed è un segno di speranza per il futuro del mondo. Ci si ferma solo dinanzi alla libera scelta riaffermata dalla persona di restare lontano dai fratelli.

È la scelta della via del dialogo, della ricerca di colui che si è allontanato, frutto dell’amore che il Signore ha seminato nel cuore dei discepoli.

Alzare gli occhi, guardare, fermarsi, aiutare

Sono parole - queste di Gesù ai discepoli - molto controcorrente, in un tempo in cui sembra essere cresciuta tanto l’indifferenza verso gli altri, dietro la giustificazione del rispetto della privacy, del non invadere la vita degli altri (e nello stesso tempo del non volere essere noi stessi disturbati dagli altri).

Se solo alziamo un poco gli occhi da noi stessi, se abbiamo la pazienza di fermarci ed ascoltare chi aspetta di trovare qualcuno disposto ad ascoltarlo, scopriamo che c’è tanta solitudine nelle nostre città, una solitudine pesante di tanti che si portano dentro problemi, angosce e sofferenze che non riescono a sostenere.

Noi discepoli del Signore abbiamo una forza - che non viene da noi ma dal Signore – una forza che ha il potere di riunire, avvicinare chi era lontano, era solo, e comunicare pace, aprirgli la via della riconciliazione rompendo il muro di solitudine in cui è rinchiuso: “tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”. Quale grande forza il Signore ci ha comunicato e quale grande responsabilità è stata affidata a ciascuno di noi.

La radice del nostro interesse per gli altri

È la forza dell’amore, della compassione che ci spinge. Paolo ha compreso e vissuto il senso profondo di queste parole del Signore e lo scrive più volte nelle sue lettere. Abbiamo ascoltato oggi nel brano della lettera ai Romani: “non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole”; “al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione” – scrive ai Colossesi (3,14); e ai Corinzi scrive: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1Cor.13,13).

La nostra amicizia, la nostra fraternità, la nostra comunione, la simpatia e l’amore con cui guardiamo al mondo, i nostri legami con gli altri hanno una radice spirituale, che è il Signore. Scrive san Giovanni Crisostomo, commentando questa pagina del Vangelo: “Vediamo al giorno d’oggi che la maggior parte degli uomini hanno altre, diverse motivazioni alle loro amicizie: un uomo ama perché è amato; un altro perché è onorato; un altro ancora perché qualcuno gli è stato utile in qualche affare o per altro analogo motivo. Ma è difficile trovare qualcuno che per Cristo ami il suo prossimo autenticamente, come si deve amare. Generalmente gli uomini si uniscono fra di loro per interessi terreni”.

C’è tanto lavoro da fare, con gioia e con fiducia

Quanto sono attuali queste parole e quanto è importante per noi lavorare oggi nel campo di questo mondo, nei nostri quartieri, dentro le nostre città. Siamo chiamati ad essere delle sentinelle che non restano dormienti e silenziose di fronte al degrado dei sentimenti umani, di fronte alla ricerca di una falsa sicurezza infierendo sulle fasce più deboli che vivono in mezzo a noi, come gli zingari o gli stranieri.

C’è bisogno di parlare, spiegare, comunicare che la sicurezza viene dal Signore, dal cambiare il proprio cuore; non dal prendersela con quelli che non si possono difendere. Per questo abbiamo bisogno di pregare, pregare ogni giorno nella preghiera personale e nella preghiera comune per convertire il nostro cuore ai sentimenti del Vangelo e parlare in maniera efficace alle persone che incontriamo: “se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Intenzioni di preghiera:

1.Signore noi ti ringraziamo perché, anche se peccatori, la nostra vita è stata abbracciata e trasformata dalla tua grazia: insegnaci, con cuore grato, a prendere parte alla tua gioia nel perdonare e a non ostacolare mai la tua misericordia con i nostri giudizi o il nostro orgoglio.

2.Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché si riveli franca e coraggiosa nell’annunciare a tutti la Parola che chiama alla conversione e che salva.

3.Ti preghiamo o Signore per tutta la nostra Comunità. Accompagnala nel suo servizio, benedici i frutti del suo lavoro e proteggila da ogni male. Aiutaci ogni giorno a scegliere la via impegnativa del bene, per resistere al male nella compassione, nell’amicizia e nella solidarietà con chi soffre.

4.Ti presentiamo o Signore tutte le invocazioni che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera, in particolare ti affidiamo chi è carcerato e chi è condannato a morte: dona a ciascuno conforto, pace e salvezza.

5.O Padre, che ascolti quanti si accordano per domandarti qualunque cosa nel nome di Gesù,ascolta la preghiera che concordi ti rivolgiamo: fa’ cessare ogni guerra, perché la pace venga presto in ogni angolo della terra.